Vincenzo era ad Amantea da una settimana circa.
Era giunto con una Toyota Rav 4 targata EV951XL
Aveva dormito( dice nella lunga lettera di addio) solo 4 ore in sette giorni
Ieri verso mezzanotte aveva bevuto una coca cola nel bar del centro storico.
Poi si era recato nel luogo scelto per dire addio alla vita ed aveva lasciato l’auto nel viottolo nel quale normalmente parcheggiano le auto i dipendenti comunali che lavorano nel vecchio mattatoio, ma in modo improprio. Al centro della stradella non parcheggiata su uno dei suoi lati.
Da qui era sceso entrando nel piccolo aranceto , aveva scelto al buio un albero e lì si era impiccato
Nei giorni scorsi aveva pranzato dallo zio Salvatore Amendola , segretario dello Spi Cgil
Aveva fatto visita alla madre Ida per la quale non aveva scritto belle parole, anzi
Ci dicono che non avesse un euro nel portafoglio il che racconta se possibile la irreversibilità di questo ulteriore dramma di un uomo che ha perso tutto, il lavoro, la famiglia e che non sa a che santo rivolgersi.
Ed allora decide di scrivere la sua ultima lettera, di raccontare tutti i suoi drammi, di lasciare questo mondo che con lui è stato ingrato.
Lo fa ritornando nel luogo della sua famiglia originaria ,dove vive ancora la madre ed uno zio.
Ma è solo di quest’ultimo che chiede ci si rivolga una volta scoperto il suo corpo. E ne scrive anche il cellulare.
E il buon Salvatore, fortemente scosso, è lì quando arriva il 118 a verificare l’avvenuto decesso ( vedi foto)
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Un uomo di 56 anni circa è stato trovato stamani dagli operai del comune impiccato ad uno degli alberi di aranceto che si trova tra la strada provinciale per Lago e la salita che collega detta strada al centro storico.
“Aveva gli occhi aperti ; sembrava ancora vivo a parte l’intenso pallore e l’ematoma sul collo” così si raccoglie tra la gente emozionata che si aggira intorno al luogo del terribile evento
Immediato l’allarme ai carabinieri che sono immediatamente giunti sul posto per attendere alle necessarie incombenze. Presente il tenente Zupi della capitaneria di Paola ed il comandante ff della stazione di Amantea.
Drammatica la lettera lasciata dal suicida.
Quattro lunghe pagine nella quali si racconta lucidamente il dramma di un uomo che si avvia al suicidio quale estrema ratio.
“ Sono fallito come imprenditore e come padre “ questo più o meno il senso delle parole cognibili nella terribile lettera.
Si chiamava Vincenzo Mosca ed era originario di Amantea.
Era ritornato ad Amantea con la speranza di trovare un lavoro e di ricominciare .
Ma non aveva trovato quanto sperato.
Vincenzo era tornato da Arezzo dove aveva vissuto e dove aveva famiglia da pochi giorni
Ma non aveva trovato il lavoro cercato ed allora stanotte.….
SUICIDIO AMANTEA: LE ULTIME ORE DI VINCENZO E LA LETTERA D'ADDIO (continua)
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