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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa

Si è svolta nella Sala Nova della Provincia di Cosenza - alla presenza di oltre duecento delegati, amministratori e dirigenti del Partito - la Convenzione provinciale del Partito Democratico di Cosenza.

Ha aperto i lavori il Segretario Provinciale Luigi Guglielmelli che ha posto l’accento sull’ottimo dato riguardante la partecipazione e sul clima di collaborazione e responsabilità che ha caratterizzato questa prima fase congressuale. La Commissione per il Congresso di Cosenza, infatti, non è stata depositaria di alcun ricorso.

Dal dibattito - seguito alla presentazione delle Mozioni congressuali - è emerso un forte sostegno al governo regionale in linea con il documento “Prima di tutto la Calabria” già discusso e approvato nelle convenzioni di Circolo e approvato all’unanimità dai delegati alla Convenzione provinciale contenente l’invito a continuare l’importante opera di sviluppo economico, sociale, culturale e istituzionale già messo in campo alla Regione Calabria.

A conclusione dei lavori sono stati eletti i delegati alla Convenzione nazionale. 11 per la Mozione Zingaretti (Chiappetta Tonino, Caligiuri Rosy, Covelli Vincenzo, Pisani Francesca, Attanasio Francesco, De Angelis Carmine, Guido Giovanni, Spatola Remo, Lepore Luca, Gardi Franco e Lefosse Danilo), 4 per la mozione Martina (Donato Angela, Straface Ines, Annunziata Paese, Meringolo Francesco), 1 per la mozione Giachetti (Grosso Francesco) e 1 per la mozione Saladino (Giorno Amerigo).

Pubblicato in Campora San Giovanni

Appena passato agosto ecco la politica calabrese che esce dal silenzio e lo fa in modo ridondante ed altisonante. Lo riferisce Giampaolo Chiappetta il quale ha anticipato che domani 12 settembre si terrà un incontro presso il Ministero della Funzione Pubblica.

Praticamente si va a Roma per provare ad ottenere la revoca dell’impugnazione della legge regionale numero 12 del 29 marzo 2013 che riguarda la stabilizzazione del personale precario del settore sanitario.

Il Governo ha impugnato la legge per motivi di costituzionalità.

E quella di Chiappetta e del senatore Gentile si annuncia come una operazione di facciata, impossibile da realizzarsi tenuto conto come dice il senatore del Movimento cinque stelle, Francesco Molinari il quale ricorda che «prima di questa legge – approvata dal centrodestra – un’altra legge similare, la n.1 del 2009 – approvata dall’allora maggioranza di centrosinistra – veniva dichiarata illegittima dalla sentenza 149/2010 della Corte Costituzionale”.

Ha senso allora insistere, illudendo tantissimi lavoratori precari, quando tra l’altro è stato nei giorni scorsi emanato il DL che mira alla stabilizzazione ma esclusivamente con il concorso pubblico e limitatamente al 50% dei posti ?

Ed è possibile dimenticare che non solo il Governo ha dubbi sulla legittimità costituzionale della legge 12/ 2013 ( se viene approvata quella calabrese sarà possibile approvarne una per ogni regione!) , ma che come ricorda sempre Molinari parliamo di «… una legge che, già nel suo iter, mostrava tutte le sue lacune ed evidenziava profili di incostituzionalità, tanto da non avere addirittura il parere favorevole dell’ufficio legislativo della Regione( oltre che dubbi di natura finanziaria)

Vi faremo sapere .

Pubblicato in Italia

Per favore che nessuno dica che noi calabresi non siamo profondamente onesti!

La prova nella denuncia ed autodenuncia pubblicata dai 1550 disperati precari della sanità calabrese nel rivolgersi al ministro D’Alia chiedendo che il Governo ritiri la impugnativa della legge regionale 12/2013.

Ecco la lettera aperta ed ecco il passaggio:

“Egregio Sig Ministro,

siamo un gruppo di precari di base della Calabria autorganizzatisi per difendere i propri diritti , da cinque anni calpestati in ogni modo e maniera.

Siamo i reduci della legge 296 del 2006 , che in Calabria è stata dapprima convertita con la legge regionale 1/2009( dichiarata incostituzionale ) e poi con la legge 12 del 2013 in vigore, ma impugnata dal Governo.

L’impugnativa dell’esecutivo è avvenuta perché la Calabria, Regione sottoposta a Piano di Rientro, non avrebbe adempiuto ad alcuni obblighi e, pertanto non può procedere allo sblocco del turnover.

L’errore marchiano, sig Ministro, è che questi precari sono in servizio (!) e non rappresentano alcun costo aggiuntivo per la Regione e, anzi, la loro stabilizzazione finirebbe nella spesa storica con una diminuzione della spesa corrente.

Dobbiamo ringraziare il sen Gentile e l’on Chiappetta, promotori della legge, il Presidente del Consiglio regionale, on Talarico, che l’ha portata in Consiglio e tutte le forze politiche da sinistra a destra che l’hanno votata o si sono astenuti.

L’impugnativa del Governo appare oggi ancora più debole se si considerano le parole del ministro Lorenzin, che prevede nel decreto sulle stabilizzazioni ,tale possibilità anche per le Regioni sottoposte a piano di rientro.

In questo caso cadrebbero veramente tutti i motivi per l’impugnativa.

On D’Alia, lei che è uno dei pochi uomini di Governo che manifesta uno spirito meridionalista, deve sapere che la legge regionale in questione non apre finestre nuove, ma si rivolge a quanti abbiamo maturato alcuni requisiti entro il 31 dicembre del 2008 e quindi le fasi concorsuali sarebbero servite a dare pace e serenità solo a quanti sono effettivamente in servizio e vengono pagati (!)regolarmente dalla Regione.

Non solo: se applicata , la legge consentirebbe di verificare realmente i requisiti di molte persone che, forse, non esistevano al momento della prima stabilizzazione, ripristinando regole e legalità.

1.550 famiglie calabresi vivono con angoscia il presente.

Per questo ci rivolgiamo a Lei , nella speranza che voglia accogliere l’appello pubblicato oggi dalla stampa dallo stesso sen Gentile, che ci auguriamo possa diventare patrimonio comune da parte di tutte le forze politiche.

Confidiamo in Lei e aspettiamo risposte .

Antonio Riga-Coordinatore Regionale Precari di Base Sanità”

Come non essere d’accordo di fronte alla disperazione? Che stabilizzazione sia, quando possibile!

L’unica cosa che comunque occorrerebbe fare sarebbe quella di portare in giudizio penale coloro che hanno assunto senza requisiti e coloro che hanno dichiarato il falso. Ma ancora più importante sarebbe portare dinanzi alla Corte dei Conti per danni erariali gli stessi che a tal punto di denunzia devono essere portati davanti al giudice penale. Ed infine ma soprattutto è importante sapere se le assunzioni sono state fatte in cambio di voti o di soldi. Basta con queste mortificazioni istituzionali.

Pubblicato in Calabria
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