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Melito Porto Salvo 16 ottobre.

Tre rumeni sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo dopo essere stati sorpresi a manomettere due sportelli bancomat a Bova Marina e a Condofuri.

 

I tre, Claudio Viorel Costantin, di 20 anni, Adrian Punica (27) e Vladut Constantin Guinie (20), sono sospettati di essere gli autori di altri colpi analoghi.

I militari già dal 2 ottobre scorso erano sulle tracce di Costatin, quando l'uomo, con le stesse modalità, aveva manomesso il bancomat delle Poste di Bova Marina riuscendo a impossessarsi di 200 euro.

Nell'occasione, con due complici che facevano da "palo", aveva utilizzato il proprio bancomat per prelevare pochi euro.

Prima che lo sportello dell'erogazione del denaro si chiudesse, l'uomo aveva inserito un arnese bloccandolo.

Quando l'utente successivo andava a prelevare, le banconote rimanevano bloccate e, pensando fosse terminato il contante, se ne andava.

A quel punto Costantin, dopo aver estratto l'arnese, si impossessava delle banconote(Ansa).

Pubblicato in Reggio Calabria

Peggio del Far west!

Ma forse solo perché in quel tempo non c’erano le ruspe!

Oggi ci sono ed allora i furti possono essere fatti anche con una ruspa.

La prova nella foto che mostra quello che resta del furto di un bancomat in Via Popilia

Ingenti i danni

Persone al momento non identificate hanno tentato letteralmente di sradicare nella notte il Postamat dall’ufficio postale di via Popilia, a Cosenza utilizzando una pala meccanica, ritrovata davanti la Posta addirittura ancora in moto.

L’incredibile furto in pieno centro è stato compiuto nel corso della notte.

I malviventi avrebbero prelevato del denaro, e non sarebbero scappati a mani vuote come invece si era appreso in un primo momento, dandosi poi alla fuga e facendo perdere le proprie tracce.

L’entità del bottino non è stata ancora quantificata anche perchè le banconote contenute all’interno della macchina bancomat, potrebbero essere state macchiate durante il furto da un dispositivo che, se manomesso, rilascia un liquido colorante.

Sull’episodio indaga la Polizia di Stato della Questura di Cosenza.

Stamattina i dipendenti all’apertura dell’ufficio hanno trovato l’amara sorpresa.

Il bancomat è stato ritrovato sul marciapiede e l’ingresso dell’ufficio postale è andato praticamente andato distrutto.

Sul posto è intervenuta la polizia di Cosenza che ha avviato le indagini e, oltre ad ascoltare i residenti, sta tentando di capire se nella zona ci siano delle telecamere di videosorveglianza che abbiano potuto riprendere qualcosa.

Pubblicato in Cosenza

“Avvisate parenti e amici, fate circolare questo avviso, grazie”

La foto è stata diffusa dai carabinieri con il seguente appello: “Fate molta attenzione a questa nuova truffa, avvisate parenti e amici, fate circolare questo avviso, grazie”

Come avanza la tecnologia, si perfezionano anche le invenzioni e i dispositivi hi tech per compiere azioni criminali. 

Ed ecco un nuovo e sofisticato metodo per svelare i codici Pin, riuscendo così a clonare bancomat e carte di credito. 

A scoprire il nuovo metodo di clonazione sono stati i carabinieri della Stazione di San Lorenzo in Lucina. 

Arrestati dai militari dell’arma due cittadini bulgari di 35 e 45 anni, colpevoli di aver istallato microcamere e skimmer in uno sportello Atm di una banca di via Cola di Rienzo. 

Opera di grande inventiva quella utilizzata per carpire i codici pin, minuziosamente studiata, prevedeva una microcamera inserita al centro della vite di fissaggio del vetrino della luce posta sullo sportello. 

Lo skimmer, usato per la lettura della banda magnetica, invece posizionato su una lastra sottilissima, inserita, a scomparsa, direttamente nella feritoia dove vengono inserite le carte.

Congegno quasi impossibile da notare, non sfuggito però ai Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina, i quali hanno successivamente solo dovuto aspettare che passassero a ritirare la strumentazione con i dati carpiti.

Pubblicato in Italia

Terremoto al comune. Una persona arrestata, sei ai domiciliari, tra cui l’ex sindaco.

Le accuse, a vario titolo, sono di falso, peculato e truffa.

In totale la somma indebitamente percepita sarebbe di 1 milione e 400 mila euro.

E’ il bilancio parziale di un operazione congiunta di carabinieri e guardia di Finanza.

Grazie ad alcuni mutui venivano ingigantiti le casse comunali ma i soldi, elargiti per costruzioni, erano spesi per altro.

E’ successo nel comune di Brolo.

Una persona arrestata, sei ai domiciliari, una quindicina gli indagati.

Ma l’indagine promette altri clamorosi sviluppi.

In carcere è finito Carmelo Arasi, responsabile dell’area amministrativa del comune di Brolo.

Carmelo Arasi avrebbe emesso, a sua favore, anche mandati di pagamento falsi , appropriandosi, di 380 mila euro mentre 100 mila euro, nel triennio 2011-13, sarebbero finiti alla figlia Rossella.

Ai domiciliari sono andati l’ex sindaco Salvatore Messina insieme a Costantino Maniaci, funzionario della stessa area e le impiegate Santa Caranna, Antonella Campo, Giuseppina Di Leo e Rossella Arasi, figlia di Carmelo.

Per tre persone, invece, è stato applicato l’obbligo di dimora. Si tratta di Mario Messina, Carmelo Gentile e Francesca Mondello.

Il primo filone ha avuto come oggetto l’accensione di tre mutui alla Cassa Depositi e Prestiti da parte del comune di Brolo, dai responsabili dell’area amministrativa Carmelo Arasi e Costantino Maniaci, per opere edilizie mai realizzate come il palazzetto dello Sport, migliorie nella scuola elementare “Centro” e opere di urbanizzazione di un’area industriale.

I mutui, però, sarebbero stati modificati al fine di ottenere elargizioni superiori rispetto a quelle delle delibere del consiglio comunale, per un valore complessivo di 3 milioni e 200mila euro.

Allo stesso tempo venivano falsamente attestati stati di avanzamento dei lavori che consentivano l’erogazione della somme da parte della cassa depositi e prestiti.

Questi soldi finivano tutti nei conti comunali e, poi, venivano gestiti per finalità diverse rispetto a quelle per cui erano stati richiesti.

Il secondo filone è strettamente collegamento al primo, dal momento che parte delle somme concesse dalla banca finivano, secondo i riscontri investigativi, nelle società di pallavolo gestite dall’ex sindaco Salvatore Messina, una delle quali, il Volley Brolo, ha anche giocato nel massimo campionato italiano..

Determinante ai fini dell’indagine la minuziosa ricostruzione di tutti i movimenti bancari.

La situazione economica del comune di Brolo non è florida. I mutui contratti dovranno essere restituiti in 20 anni, l’ente pubblico tirrenico, anche per altri motivi, rimane a rischio default.

Pubblicato in Italia
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