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Padre e fratello di una ragazza litigano furiosamente col fidanzato accusato di averla fatta ubriacare. Il padre aveva con sé un coltello a serramanico.

Immediato l’intervento dei carabinieri e delle guardie giurate

Cosenza. Tre persone sono state tratte in arresto per rissa a Cosenza mentre litigavano furiosamente nel pronto soccorso dell’ospedale Annunziata.

Alle quattro del mattino i carabinieri dell’aliquota radiomobile della Compagnia del capoluogo brutto sono intervenuti mentre i tre avevano dato vita a una violenta colluttazione.

Il padre e il fratello di una ragazza si stavano azzuffando col fidanzato di quest’ultima, “reo” di averla fatta ubriacare.

Divisi e calmati dall’intervento dei carabinieri e delle guardie giurate, i militari hanno notato che il padre aveva con sé un coltello a serramanico, immediatamente sequestrato.

Visitati, al padre e al fidanzato della ragazza sono state riscontrate al volto e alla testa.

I tre sono stati arrestati e portati nelle camere di sicurezza a disposizione della Procura di Cosenza.

Domenica, 21 Gennaio 2018

Pubblicato in Cosenza

pronto soccorsoOggi ci occuperemo di pronto soccorso italiani dove, secondo la notizia riportata dalla “Stampa” di Torino, i tempi di attesa arrivano anche a 60 ore, quasi tre giorni facendo bene i calcoli. La denuncia è stata fatta dal sindacato dei medici i quali danno la colpa di questo notevole ritardo al taglio dei letti e dell’organizzazione.

Sapevamo da tempo che le cose nei pronto soccorso italiani non fossero rose e fiori, ma non fino al punto di lasciare i pazienti nell’ospedale di Cosenza in astanteria, su una barella, su un lettino di fortuna, su di una sedia quasi tre giorni. Non parliamo poi della lunga attesa per un codice verde. Tutto questo non lo abbiamo inventato noi, ma lo abbiamo appreso da una indagine dell’Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri. Il quale da la colpa per i servizi inefficienti all’assenza di letti nei reparti, dove parte dei pazienti in pronto soccorso dovrebbero essere ricoverati. Non essendoci posti letto a sufficienza i poveri disgraziati pazienti vengono parcheggiati, se tutto va bene, nei grandi stanzoni dove il vecchio è costretto a stare accanto al ragazzo, dove un ragazzo accidentato è costretto a condividere il poco spazio con un tossico dipendente, e un malato colpito da infarto costretto a soffrire accanto ad una vecchia signora malata di cancro. Tutti i pazienti sono costretti a vivere nelle promiscuità e nessuno di loro ha diritto a un po’ di privacy. Sulle cause non ha dubbi il segretario nazionale dell’Anaao:- Le immagini trasmesse dai media di attese infinite in barella ( vedere i resoconti degli inviati negli ospedali da “Striscia la notizia”, specialmente quelli di Luca Abete”), sovraffollamento e promiscuità sono la chiara dimostrazione di cosa abbiano prodotto i tagli lineari a posti letto e personale-.. E così entrando nei pronto soccorso italiani troviamo pazienti in barelle in mezzo ai corridori, pazienti accidentati curati per terra, parenti delle vittime in agitazione con tanto di aggressioni a infermieri e medici. Le scene che si continuano a vedere nei nostri ospedali sono davvero raccapriccianti, indegne di un paese civile e a farne le spese sono soprattutto i soggetti più deboli, spesso persone anziane e sole, che si trovano ad affrontare la malattia senza avere il conforto e l’assistenza di un parente o di un congiunto. Vi ricordate, amici lettori di Tirreno Nerws, quello che noi abbiamo denunciato il 10 gennaio scorso quanto accaduto all’ospedale “Santa Maria la Pietà” di Nola? Persone curate per terra nel pronto soccorso per mancanza di barelle e di posti letto. I medici hanno preferito fare la defibrillazione ad un paziente sul pavimento pur di salvargli la vita. Le foto trasmesse dalla televisione non hanno dato una bella immagine dell’ospedale, ma i medici si sono giustificati così:- Era l’unica soluzione per far fronte all’emergenza-. Il guaio è che siamo nei pronto soccorso 365 giorni all’anno in emergenza. I cittadini si lamentano ed hanno ragione. Qualche volta perdono la pazienza ed aggrediscono gli operatori ospedalieri che non hanno nessuna colpa. Pretendono, però, un servizio sanitario adeguato alle tasse che pagano e soprattutto chiedono di non essere trattati come bestie. I nostri politici queste cose le sanno, ma fanno finta di non sapere. Tanto loro hanno i soldi per farsi curare all’estero o nelle cliniche private. E poi sono occupati in altre faccende. Alcuni devono preparare le elezioni primarie, alcuni devono rifondare partitini, altri invece devono lottare per mantenere lo scranno a Montecitorio o alla Regione Calabria, altri ancora sgomitano per mantenere i privilegi della casta. E agli ospedali chi ci pensa? E ai pazienti che soffrono nei corridori degli ospedali, sui pavimenti del pronto soccorso, chi ci pensa? Ci pensa Dio. Bella prospettiva. Siamo messi davvero maluccio. Non ci resta che piangere e pregare. O mio Dio, dammi la forza di resistere e fa passare questa brutta nottata.

Pubblicato in Cosenza

infortunio-lavoroNegli ultimi anni sono sempre più frequenti gli incidenti che avvengono sul luogo di lavoro, un contesto che per definizione dovrebbe essere il posto in cui si svolge il proprio dovere, senza rischi, così da portare serenamente i guadagni a casa. Le vittime di questi eventi, così come le rispettive famiglie, si ritrovano innanzi a un evento tragico, più o meno grave, e spesso non sanno come muoversi.

In quest’articolo vi daremo alcune informazioni per capire quali sono le mosse da fare se un lavoratore si infortuna sul luogo di lavoro:

-      Comunicazione al Pronto Soccorso: per prima cosa il lavoratore deve inviare subitanea comunicazione dell’avvenuto incidente al pronto soccorso più vicino;

-      Rilascio Certificato Medico: il Pronto Soccorso è tenuto a rilasciare al lavoratore il primo certificato medico il quale dovrà essere mandato dall’infortunato al suo datore di lavoro;

-      Invio Comunicazione all’Inail: il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare con l’Inail mediante il nuovo modello denuncia infortunio sul lavoro INAIL laddove la prognosi emessa dal Pronto Soccorso sia di un periodo maggiore ai tre giorni;

-      Visita Medica presso INAIL: il lavoratore che ha ricevuto una prognosi maggiore di tre giorni, due o tre giorni prima della scadenza della stessa ha l’obbligo di recarsi alla visita medica fissata presso gli ambulatori dell’Inail.

Al termine di questo iter, l’INAIL provvederà a dare un nuovo appuntamento nel caso di continuazione della prognosi oppure alla chiusura dell’infortunio con un certificato di chiusura definitiva da mandare all’azienda così da poter riprendere normalmente il rapporto di lavoro.

A oggi esistono numerose società che si occupano di assistenza a infortuni avvenuti sul lavoro. Moltissime persone si rifanno a queste ultime anche quando rappresentano i parenti diretti di vittime sul lavoro, quindi dipendenti che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro impiego; ricordiamo il risarcimento all’incidente sul lavoro di Catanzaro.

Pubblicato in Italia

Maria Francesca Bellizzi, di 43 anni aveva accusato un malore ed era andata al pronto soccorso dell’ospedale.

Qui era stata visitata senza successivo ricovero.

La donna aveva poi lasciato l'ospedale ed era tornata a casa, decedendo però poco dopo.

 

La famiglia ha allora presentato esposto in Procura.

Il pm della Procura di Castrovillari, Angela Contimisio, ha avviato una inchiesta ed ha disposto l'iscrizione nel registro degli indagati del medico e dell’infermiera dell'ospedale di Castrovillari che erano in servizio nel pronto soccorso nel momento in cui Maria Francesca Bellizzi era stata sottoposta a visita dopo che aveva riferito di avere avvertito un malore.

Domani , lunedì 12 dicembre il pm Contimisio conferirà l'incarico al medico legale per l'effettuazione dell'autopsia sul corpo di Maria Francesca Bellizzi.

L'esame dovrebbe essere eseguito, secondo quanto si prevede, nella stessa giornata di lunedì.

La famiglia di Maria Francesca Bellizzi, in vista dell'autopsia di lunedì, ha nominato un legale, l'avvocato Andrea Garofalo, ed un proprio perito.

Pubblicato in Cosenza

sanitàConsiderando le varie emergenze registrate al pronto soccorso, per quanto riguarda il fattore tempo di registrazione e visita, prima di tutto voglio esprimere la mia solidarietà alla categoria dei medici, degli infermieri e dei medici specialisti, visto che purtroppo sono le persone che pagano le conseguenze di una cattiva gestione sanitaria.

 

Calcolando il fattore umano e dei cali fisiologici, tali operatori socio assistenziali sono soggetti a sollecitare la propria salute psico-fisica, il più delle volte in maniera costante sono soggetti a stress, non solo per adempiere al proprio dovere lavorativo, ma soprattutto a rispondere alle pressioni fatte dai degenti, sicuramente presi da una emergenza naturale, che è esigenza a tutelarsi la propria salute e la vita, dall’altra parte vediamo un lavoratore preso anch’esso dalla sua salute, dall’affaticamento dovuto al lavoro e allo svolgimento della propria vita.

 

Per tutelare la salute degli operatori ospedalieri, anch’essi vittima come i degenti o tutti coloro che hanno bisogno di cure, il problema non è l’operatore ma il circolo vizioso gestionale sanitario, che si estende a livello Nazionale.

Si potrebbe ricorrere all’uso della voce dei fondi europei “inclusione sociale”, dove tale voce ha il compito della promozione dell’uguaglianza di genere, di potenziare l’occupazione giovanile, e di fare interventi per ottenere dei risultati per il miglioramento globale della popolazione. Cito alcuni esempi, potenziamento dei servizi a domicilio, e strutture private per avere accesso ad un primo soccorso, e corsi di formazione per un corretto svolgimento della vita a livello salutare, sia dal punto di vista fisico, mentale ed emotivo.

 

Considerando il fatto che tra 10 anni, i  2/3 del comprensorio lametino saranno quarantenni e cinquantenni, emerge a gran voce la necessità di creare una realtà fatta di prevenzione e di servizi alla persona. Un fattore a nostro favore è che tanti giovani hanno investito il loro percorso di studio per diventare operatori socio-sanitari.

Concludo infine chiamando all’appello tutti i sindaci del comprensorio, forze politiche, comitati, associazione, ordini di categoria, corpo studentesco, popolazione, per discutere l’andamento dell’azienda sanitaria dei prossimi 10 anni.

Francesco Mendicino “Rinascita di Lamezia”

Pubblicato in Comunicati

La storia è nota.

Il direttore dello Spoke, Vincenzo Cesareo aveva deliberato la chiusura il pronto soccorso di Paola.

Avrebbe funzionato solo quello di Cetraro.

 

Decisione che aveva provocato l'immediata reazione, dall'una e dall'altra parte, in un ping pong di dichiarazioni.

Senonchè il provvedimento di sospensione dell'emergenza-urgenza a Paola è stato bloccato dal Commissario dell'Asp Gianfranco Filippelli.

La mancanza di personale aveva indotto il, a spostare momentaneamente l'ago della bilancia sulla struttura ospedaliera di Cetraro.

 

Alla notizia della sospensione del provvedimento segue una immediata dichiarazione di soddisfazione di Prospettiva comune, Riformatori e area riformista del Pd.

Insieme commentano: “Così, come avevamo già annunciato nelle nostre dichiarazioni di mercoledì scorso, le rassicurazioni ricevute dai massimi rappresentanti regionali in merito alla paventata chiusura della struttura emergenza urgenza di Paola, oggi trovano conferma.

Ci spiace dover rilevare che c'è chi ha fretta di appropriarsi di una vittoria non sua, ma tant'è!

 

Per quanto ci riguarda coerentemente continueremo a vigilare affinché la specificità di ospedale spoke di Paola non vengano mortificate ed umiliate da un commissario straordinario pilatesco ed assente”.

Pubblicato in Paola
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I Racconti

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