
Continua l’attività di contrasto alla pesca illegale portata avanti dagli uomini e dalle donne della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina.
Nel corso della giornata del 20.09.2018, nell'ambito degli ordinari controlli sulla filiera della pesca, con particolare riferimento alla pesca illegale dei prodotti ittici, il personale a bordo della motovedetta CP 2096 della Guardia Costiera di Vibo Valentia ha sequestrato un attrezzo da pesca professionale utilizzato in maniera illegittima, presumibilmente da pescatori senza regolare licenza.
L’attrezzo sequestrato, una rete da posta del tipo “imbrocco” lunga circa 600m, era priva delle targhette identificative che la normativa vigente richiede di apporre agli attrezzi utilizzabili dai soli pescatori professionali, sulle quali vanno indicati i dati dei pescherecci su cui sono imbarcate.
L’attrezzo sequestrato si trovava al largo delle acque di Campora San Giovanni del Comune di Amantea (CS).
Le attività di controllo da parte della Guardia Costiera continueranno nei prossimi giorni, sia via terra che via mare, al fine di garantire la costanza nell’azione di contrasto della pesca illegale e dell’immissione del frutto di tale pesca sul mercato.
Piccoli e grandi ponti . “Tutti una fracoma!”. Guardate un po’!
Beh! I ponti grandi come quelli di Genova possono cadere ed uccidere decine di persone.
Poi ci sono i ponti piccoli, come quello Azzurro sul Catocastro per il quale da tempo è stato limitato il peso dei mezzi in transito e da poco anche invocata la protezione di San Francesco di Paola.
Poi ci sono quali ancora più piccoli come quello di Coreca.
Da questo cadono calcinacci e pezzi di cemento.
Il ferro arrugginisce, si gonfia, spacca il cemento che crolla senza avvertire nessuno che magari stia per passare sotto il ponte medesimo.
E guai a ch vi si trovi sotto per caso.
Né può chiedersi a chi transita sotto il ponte di guardare verso l’alto per capire se stanno cadendo calcinacci.
E tantomeno di portarsi un lungo palo per muoverli prima di passare.
Sono due giorni che i calcinacci sono caduti e non sappiamo che abbiano danneggiato qualche autovettura .
Né sappiamo di un intervento dell’ANAS per la rimozione delle parti pericolanti.
Noi segnaliamo la cosa, chissà che avvenga il miracolo della prima manutenzione.
Squilla il cellulare. “Pronto?”
“Sono Francesco Guzzo, detto Pelè, da Cleto. Sono passato sotto il ponte della Statale 18 dopo il semaforo di Campora SG e c’è la macchina dei Carabinieri. Sembra che abbiano investito un migrante. Fai subito!”
Cambio direzione e mi dirigo verso Campora .
Incontro il 118 diretto verso Paola. C’è solo l’autista. I medici sono dentro.
Arrivo sotto il ponte che collega con Via Campania.
Lascio l’auto dove non dà fastidio al traffico.
Prima del luogo dell’incidente un gruppo di migranti asiatici, indiani, pakistani e bengalesi.
Sono lavoratori agricoli che ritornano verso Amantea.
Abbiamo già scritto di loro.
Sono decine e decine che al mattino presto viaggiano verso Campora e la sera ne ritornano.
Sempre in bicicletta.
I punti difficili sono la galleria di Coreca, oggi vietata dall’Anas che ha deviato il traffico ciclistico sul vecchio tracciato della statale, proprio per evitare incidenti.
L’altro esattamente quello dove ci troviamo oggi.
Il breve tratto in salita che passa sotto il ponte anzidetto .
Non solo per la salita ma anche per la curva che copra i ciclisti alle auto che li seguono ed a quello che vediamo anche per le piante che crescono sul lato a monte e che sversano sulla carreggiata.
Il giovane investitore ha il CID in mano e chiede al datore di lavoro di aiutare a compilare la parte relativa al migrante.
Non ha nessuna colpa.
Subito dopo la curva scorge il migrante e per evitarlo piega a sinistra urtando un automezzo che viaggia nell’altra carreggiata.
Così fracassando lo specchietto( vedi foto)
Non riesce ad evitare un lieve urto alla bici
Si ferma soccorre il giovane migrante che lavora preso l’azienda agricola di M. R. e che è in possesso del permesso di soggiorno.
Per fortuna sembra che non si sia fatto molto male.
Sul posto i Carabinieri di Amantea guidati dal maresciallo Roberto Munafò che fanno gli accertamenti del caso.