Anche in Calabria una delle conseguenze della pandemia da coronavirus è stata la crisi del mercato del lavoro. Le organizzazioni locali, infatti, hanno dovuto fare i conti con un notevole stress dal punto di vista finanziario ed economico, e quasi tutte le aziende si sono ritrovate alle prese con un fatturato in calo. Per quel che riguarda l’agricoltura, per esempio, le limitazioni agli spostamenti che sono state decretate con i provvedimenti di marzo si sono tradotte in una eccezionale scarsità di manodopera, con effetti dannosi per diverse produzioni agricole.
Le soluzioni di applavoro
Se si è alla ricerca di un impiego, la Rete può offrire soluzioni preziose: la dimostrazione arriva da applavoro, vero e proprio ricettacolo di offerte con inserzioni pubblicate da aziende e datori di lavoro di tutte le città italiane. Viene indicato, tra l’altro, lo stipendio medio in base al sesso. Una volta individuato un annuncio a cui si potrebbe essere interessati, è sufficiente cliccarvi sopra per leggerlo e consultarlo in maniera approfondita: a quel punto si può decidere se inoltrare la propria candidatura o se proseguire nella ricerca.
La disoccupazione in Calabria
Nel 2019 il tasso di disoccupazione in Calabria era sceso, rispetto all’anno precedente, di 6 decimi di punto percentuale, arrivando al 21%: un dato comunque superiore a quello nazionale di più del doppio. In lieve calo anche la disoccupazione giovanile, ma sempre molto più alta della media italiana. Si ipotizza che saranno proprio le nuove generazioni a patire di più le conseguenze deleterie dovute al coronavirus. Nel primo trimestre di quest’anno, per esempio, è stata registrata una riduzione consistente della quantità di soggetti attivi sul mercato del lavoro, con riferimento nello specifico ai disoccupati.
La ricerca del lavoro ai tempi del coronavirus
Soprattutto nei primi mesi della pandemia, con il lockdown generalizzato e il divieto di spostarsi, è facile ipotizzare che vi sia stato un incremento delle spese correlate alla ricerca del lavoro, per effetto soprattutto delle precauzioni relative al distanziamento fisico. Ciò ha comportato da un lato una situazione di scoraggiamento e dall’altro una diminuzione della disponibilità di lavoro. Se si prendono in esame i dati relativi alle ricerche di lavoro online si può notare che a inizio marzo è cominciato un calo consistente che è terminato a maggio. Tutto lascia pensare che alla fine del 2020 la disoccupazione sarà risalita, perché la crisi pandemica avrà fatto calare la propria mannaia sulle imprese locali.
Disoccupazione, licenziamenti e prospettive
Tra il mese di marzo e quello di maggio sono state inoltrate più o meno 10mila richieste per ottenere la Naspi, vale a dire il sussidio di disoccupazione: in confronto allo stesso periodo del 2019, la crescita delle domande ha sfiorato il 28%. Se si pensa che già dal 17 marzo è entrato in vigore il blocco dei licenziamenti, si può pensare che questo aumento è da ricondurre soprattutto alla scadenza dei contratti di lavoro a tempo determinato.
La cassa integrazione
La cassa integrazione guadagni ha rappresentato lo strumento attraverso il quale si è fatto fronte alla riduzione dell’attività per il lavoro dipendente. La sospensione delle attività decisa a marzo dal governo ha coinvolto più o meno il 25% degli occupati in Calabria. Mentre negli ultimi anni si era assistito a un calo notevole delle ore autorizzate di cassa integrazione, nel 2020 il numero è tornato ad aumentare, complice l’ampliamento delle condizioni di accesso reso possibile dai provvedimenti del governo. Solo ad aprile sono state autorizzate 8 milioni e 300mila ore di Cig, vale a dire 10 volte di più rispetto al totale del precedente trimestre.
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