Luciano Regolo, ex direttore dell’ex “Ora della Calabria” e protagonista di Oragate, interviene sulla vicenda del Garantista ricordando che quando le vicende dell’Ora portarono ad una protesta dura e coraggiosa ed alla occupazione della redazione, “Sansonetti per il tramite del suo più fedele gregario, faceva una serie di profferte e di insistenti “avances” professionali a un nutrito gruppo della nostra redazione, lucidamente convinto che la “morte” della nostra testata avrebbe creato un vuoto del quale approfittare al più presto”.
E poi aggiunge che “ non bastano le condizioni di mercato “favorevoli” a … garantire il successo di una iniziativa editoriale”.
Ed ancora il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, , commenta così l’ultima, paradossale, vicenda di un giornale per il quale, purtroppo, ancor prima del debutto il Sindacato dei giornalisti esprimeva serie riserve in materia di sostenibilità dell’impresa”.
Facile profezia.
In edicola dal 18 giugno 2014, il Garantista in 18 mesi di vita è riuscito a garantire gli stipendi appena 6 volte, pertanto i giornalisti vantano addirittura 12 mensilità e 2 tredicesime. Senza parlare dei collaboratori, ai quali sono andati solo irrisori acconti. “Un disastro – afferma Parisi –per il quale a poco è valso il contratto di solidarietà difensiva sottoscritto, il 13 febbraio scorso, per scongiurare il licenziamento collettivo dei 23 lavoratori dichiarati in esubero su un organico di 57”.
Ma quello che appare incredibile , sostiene la stampa, è che a dividersi i 700mila euro di contributi saranno solo il centro stampa di Umberto De Rose (500mila euro) e i giornalisti del defunto dorso nazionale (100mila euro).
Questo, almeno, quanto comunicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Poi Regolo conclude “Meglio la cassaintegrazione, meglio la disoccupazione dignitosa e vigile, che il lavoro non retribuito in un giornale che stringe intese moralmente discutibili. Questo, con buona pace di Sansonetti e dei suoi emuli, spero divenga chiaro per sempre”.
Parisi, invece, dopo aver ricordato che . fu lo stesso Sansonetti a garantire , ed a ragione, che si trattava di una «Impresa folle e temeraria» chiarisce che “i giornalisti hanno giustamente annunciato che adiranno le vie legali”.
E gli stessi giornalisti si riservano di incrociare le braccia sino a quando non verremo” saldati delle nostre spettanze di mesi e mesi di lavoro non ancora retribuito “.
Difficile mestiere almeno in Calabria quello di giornalista!
Soprattutto perché mancano i giornali “liberi”.
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Calabria
Lo sciopero aveva una qualche valenza quando fermava la produzione e faceva perdere soldi al padrone.
E faceva paura quando era generale e fermava i servizi creando problemi alla società
Poi dopo gli eccessi di scioperi la loro sterilità.
Quando a proclamare lo sciopero è un giornale che da tempo incontra le difficoltà di tutta la stampa( nessuno escluso, nemmeno le grandi testate) si avverte la solitudine dei giornalisti e di tutti coloro che vi lavorano.
Sono tempi difficili per tutti.
Tanto difficili che la gente non ha i soldi e nemmeno la voglia di comprare i giornali. Si accontenta della locandina che i giornalai affiggono sulla porta. Al più vanno a prendere il caffè al bar e danno un’occhiata al giornale che il barista pone a disposizione dei clienti.
Al più sarà una locandina in meno ogni giorno, si dicono in molti.
Ma non è così
Ogni giornale “libero” che chiude è una voce in meno contro i poteri
Il giornale ahimè è in liquidazione. Ed il liquidatore non ha chiarito nessun punto degli interrogativi posti la scorsa settimana a proposito della situazione economica del giornale e del rispetto del pagamento delle spettanze a redattori e collaboratori. Lo dice il CDR.
E poi , insieme al direttore Luciano Regolo, aggiunge la preoccupazione che la testata possa finire proprio nelle mani della stessa persona che ha cercato di censurarla e sulla quale è in corso, per il blocco della rotativa nella notte del 18-19 febbraio, un’inchiesta della magistratura.
Di fronte a questa inaccettabile eventualità e in attesa dei chiarimenti già richiesti proclamiamo tre giorni di sciopero a partire da oggi.
AUGURI e Buona Pasqua alla vs famiglie.
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Cosenza