Sembra, e forse è, la più grande novità nel grigio panorama politico cosentino; se non calabrese.
E ci sta pure se qualcuno chiama opportunista il sindaco Occhiuto per avere accettato la autocandidatura di padre Fedele.
Quello che invece sorprende non è tanto il fatto ( da qualcuno avanzato, se non denunciato) che Occhiuto ha prima offerto la cittadinanza a Nunnari, il triste accusatore di padre Fedele che aveva avuto l’ardire di pensare di gestire il Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello, quanto la levata di scudi contro una “chiesa” che entra in “politica”.
Che qualcuno si preoccupi che, in questo modo, c’è il rischio che restino pochi posti per “gli altri”?
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Cosenza
Salvatore Magarò, già consigliere regionale della Calabria e presidente dell’Associazione Più di Cento – Tana per la Legalità ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Ho trascorso la mia fanciullezza nel convento dei francescani a Castiglione Cosentino, per questo conosco Padre Fedele da oltre quarant’anni.
Ne ho sempre apprezzato l’impegno nei confronti delle persone più bisognose ed indigenti ed il lavoro instancabile prestato al servizio della comunità.
L’immagine caritatevole di Padre Fedele Bisceglia ha varcato i confini nazionali attraverso l’organizzazione di missioni nei paesi più poveri, soprattutto in Africa centrale.
Nel gennaio del 2006 appresi con incredulità la notizia del suo arresto.
A quelle accuse infamanti non ho mai creduto tanto che nell’immediatezza della sua carcerazione, mi sono recato nella sua cella presso la casa circondariale per manifestargli vicinanza e affetto.
Ho testimoniato in suo favore nel corso del processo e la correttezza delle mie posizioni è stata sancita dalla Suprema Corte.
Oggi che questo calvario giudiziario si è finalmente concluso e che l’immagine di Padre Fedele è stata definitivamente riabilitata, auspico che gli venga restituita la facoltà di celebrare messa e che possa tornare a dirigere l’Oasi Francescana, la straordinaria opera che il frate ha costruito grazie alla generosità di tutti i cosentini”.
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Il noto frate francescano è intervenuto nel corso di un blitz delle forze dell'ordine.
Momenti di tensione a Cosenza, dove si svolge il consueto mercato del venerdì, in via Milelli, nei pressi di Lungo Crati. La polizia municipale pare che stamattina abbia allontanato diversi venditori ambulanti privi del necessario permesso. Uno di questi, colto dalla disperazione, avrebbe quindi minacciato di darsi fuoco cospargendosi di benzina. Sul posto si è subito precipitato Padre Fedele Biscegli,a informato telefonicamente da un conoscente di ciò che stava avvenendo. Il frate insieme ai vigili ha poi convinto l'ambulante a desistere dall'estremo gesto.
"E' un uomo che guadagna qualche soldo - spiega Padre Fedele - per dare da mangiare ai figli. Era deciso a farla finita si era già buttato la benzina addosso schizzando anche sul mio saio e protestava con l'accendino in mano. Non è giusto. Voglio lanciare un appello alle autorità: 'Lasciamo vivere questi commercianti. Ci vuole il permesso per lavorare, certo, ma se noi avessimo dei bimbi e fossimo senza lavoro cosa faremmo? Summum ius, summa iniuria. Massima giustizia, massima ingiustizia diceva Cicerone. C'è gente sotto sfratto e politici che rubano a destra e sinistra. Come facciamo a prendercela con questi poveri disgraziati? Un po' di umanità. I poveri sono il sangue di Cristo".
Fonte notizia:
http://quicosenza.it/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/cosenza/17575-mercato-ambulante-tenta-suicidio#.VLAoc-N5O10
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Calabria
La Corte di Appello di Catanzaro, Donatella Garcea presidente, Alessandro Bravin e Vincenzo Galati consiglieri, hanno confermato le condanne per padre Fedele Bisceglie a 9 anni e 3 mesi e per il suo segretario Antonio Gaudio a 6 anni e 3 mesi, per i presunti abusi sessuali all’interno dell’Oasi Francescana di Cosenza.
Parliamo di quegli abusi che si sarebbero verificati tra il febbraio e il giugno del 2005 e che hanno visto come vittime suor T. (cinque gli episodi contestati a padre Fedele, uno a Gaudio) e una giovane ospite della stessa struttura d’accoglienza (con imputato il solo Gaudio).
La novità sostanziale è che la corte ha bocciato la difesa di padre Fedele sostenendo che non ci sia stato alcun complotto contro il frate. I legali di Padre Fedele avevano insistito molto sulla tesi del complotto, ossia sulle accuse di violenza sessuale inventate ad arte per allontanarlo definitivamente dall’Oasi Francescana, ma i giudici dell’Appello hanno scritto: «Sul punto giova richiamare quanto già esposto nella sentenza di primo grado circa la possibilità, per coloro che avessero inteso rovinare il frate estromettendolo dalla vita religiosa e dall’Oasi Francescana, di trovare soluzioni meno articolate e complesse dalla integrale invenzione di diversi episodi di violenza sessuale consumati dal frate all’interno della struttura indicata e ai danni di una religiosa».
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