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4Sequestrati 600 capi di avifauna abbattuti illegalmente

COSENZA 16 gennaio 2019 - Quindici cacciatori sono stati denunciati dai Carabinieri della specialità Forestale per aver cacciato e detenuto esemplari di avifauna nei cui confronti la caccia non è consentita. L’operazione, denominata “Osei 3”, ha visto impegnati militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, del Gruppo Carabinieri Forestale di Cosenza e le Stazioni di Corigliano, Acri, Castrovillari, Trebisacce e Oriolo, sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. I militari durante una attività investigativa e di monitoraggio estesa nei comuni di Villapiana, Corigliano e Cassano hanno accertato l’attività venatoria illegale dei cacciatori che si avvalevano anche di un accompagnatore del luogo. Scattati i controlli, a seguito di ispezioni e perquisizioni di automezzi in loro possesso, sono stati rinvenuti abbattuti circa 600 capi di avifauna per la maggior parte non cacciabile appartenenti alla specie di “Fringilidi” (fringuelli, verdoni, verzellini, cardellini, pettirossi, capinera, codirosso,luì, zigolo, fanello). I cacciatori, 12 provenienti dalle zone di Firenze e Arezzo, 2 veronesi e uno di Cassano Jonio (cs) sono stati denunciati per violazione alla legge sula caccia. Non è la prima volta, così come testimoniano le altre operazioni effettuate dai Carabinieri Forestali in questo territorio, che i cacciatori provenienti dal nord Italia, una volta giunti nello ionio cosentino trovino una perfetta organizzazione che gli fornisce vitto, alloggio, munizionamento e accompagnamento per effettuare la caccia a specie di avifauna protetta e non cacciabile, particolarmente apprezzata nella preparazione di tipici piatti. Oltre alla denuncia per aver cacciato e detenuto specie la cui caccia non è consentita e particolarmente protette dalla Convenzione di Berna, si è provveduto nei confronti degli indagati al sequestro dell’avifauna, in gran parte Fringuelli, di 19 fucili e di 4200 cartucce di vario calibro in loro possesso.

Pubblicato in Calabria

In Calabria è tempo di caccia al cinghiale.
Una caccia che si fa in gruppo. Troppo pericoloso andare a caccia da soli.

 

Poi quando si è giunti sul luogo prescelto ci si apposta dietro u albero od un cespuglio in attesa che giunta un cinghiale.

Ed ogni cacciatore conosce il posto del collega.

Da lì nessun cacciatore deve muoversi. È la regola.

Perché quando si sente rumore di foglie si spara. Magari a pallettoni, pur vietati.

 

Ed è questo che probabilmente è successo oggi pomeriggio nel comune di Lago in provincia di Cosenza le cui colline in gran parte disabitate sono, però, piene di cinghiali.

Uno dei cacciatori ha sparato ed ha ucciso il cinghiale, ma sembra che con lo stesso colpo sia rimasto ucciso un altro cacciatore

Si chiamava Runco, poco più che cinquantenne, di Aria di Lupi, una località collinare di Lago.

Inutili i soccorsi.

 

Arrivano invece i carabinieri che sequestrano il fucile del cacciatore che ha sparato e che si sono trovati di fronte un uomo addolorato per quanto occorso.

Le indagini proseguono anche per ricostruire esattamente i fatti .

…continua….

Pubblicato in Basso Tirreno

In un mese esatto dall’inizio della stagione venatoria gli uomini della Polizia Provinciale di Cosenza hanno condotto una intensa attività di prevenzione e repressione degli illeciti connessi all’esercizio della caccia effettuando un capillare pattugliamento e controllo del territorio.

In un mese sono stati eseguiti ben 415 controlli caccia, nell’ambito dei quali sono state denunciate 12 persone per reati connessi all’attività venatoria e comminate 18 sanzioni amministrative.

Sequestrati 11 i fucili , 135 munizioni e 44 gli esemplari di fauna abbattuta.

Ieri la Polizia Provinciale ha denunciato due bracconieri a Cassano allo Ionio e sequestrati 2 fucili, 83 cartucce ed un richiamo acustico elettromagnetico vietato dalla legge.

12 le persone denunciate.

“Nello scorso weekend, in agro di Cassano allo Ionio, in località Cucchiararo - Terzeria, il personale della Polizia Provinciale, in servizio presso il distaccamento di Mormanno, ha sorpreso due persone, R. L. e F. M., entrambi residenti a Cassano allo Ionio, intente ad esercitare la caccia in forma vagante nei pressi del luogo in cui si udiva un forte suono equiparabile al canto della quaglia, evidentemente proveniente dall’amplificatore di un richiamo elettromagnetico.

La Legge 157/92 vieta espressamente l’utilizzo di tali congegni negli articoli 21 e 30, per cui, ricorrendone i presupposti, i due uomini sono stati denunciati alla competente Procura della Repubblica. Si è, inoltre, proceduto al sequestro dei due fucili, delle relative munizioni, dei nove capi di fauna abbattuta e del suddetto richiamo.

Soltanto pochi giorni prima, in agro di San Giovanni in Fiore, la Polizia Provinciale aveva denunciato altri due cacciatori, poiché sorpresi a portare ed utilizzare le armi, senza possedere il richiesto porto di fucile.

Uno dei fenomeni più diffusi, purtroppo, è quello di “richiamare”, durante la notte, la fauna selvatica in un determinato luogo, avvalendosi di congegni acustici riproducenti il canto delle specie che s’intende abbattere, al fine di poter esercitare l’attività venatoria, il mattino seguente, in maniera più semplice e proficua ma, ovviamente, del tutto illecita. Ad oggi, sono stati sequestrati ben 8 richiami elettromagnetici rinvenuti in tutto il territorio provinciale. Per alcuni di essi, sono in corso le indagini per risalire ai proprietari.

Le attività del Corpo di Polizia Provinciale, in ambito venatorio, proseguiranno in maniera ininterrotta e serrata per tutto il periodo di apertura della caccia, con la mobilitazione di uomini e mezzi dislocati all’interno territorio provinciale.”

Pubblicato in Cosenza
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