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La notizia si era diffusa anche in passato, ma poi sembrò ci fosse un passo indietro da parte dei quadri generali della Guardia di Finanza.

 

Anzi, addirittura, circolò la voce che la GdF potesse utilizzare parte delle abitazioni sequestrate lasciando le altre all’Arma dei carabinieri.

Oggi torna a circolare nuovamente la notizia della chiusura della tenenza di Amantea.

La spinta è data dalla ferma volontà del Comando generale della Guardia di Finanza che sembra continui a voler promuovere un accentramento del personale delle sedi periferiche verso le sedi principali.

 

Come noto il numero, la sede, il livello e le dipendenze dei comandi sono stabilite dal Comandante Generale con propria determinazione, sentito, salvo i casi di particolare urgenza, il Consiglio Superiore del Corpo, in ragione delle esigenze funzionali ed operative determinate dalla legge e dal particolare contesto sociale ed economico, valutato in riferimento alle esigenze istituzionali di contrasto all'evasione fiscale ed alla criminalità economico - finanziaria.

Come noto la GdF è presente nella provincia di Cosenza , distribuita in Gruppi, in compagnie (Castrovillari, Cosenza, Paola e Rossano) in Tenenze ( Amantea, Corigliano, Montegiordano, Scalea) ed in brigate (Cetraro).

Anche la brigata di Cetraro ha rischiato di essere chiusa( erano stati già chiusi gli atti negli scatoloni) ma poi dopo il forte intervento della politica, la proposta era venuta meno.

 

Ora, invece, sembra sia il turno di Amantea .

Saprà la politica salvare la città da quale che una continua spoliazione di uffici pubblici?

O forse, meglio dire, vorrà salvare la città alla quale ormai restano solo Carabinieri e Guardia di Finanza?

La finanziaria del 2008 (articolo 1, comma 269, della legge n. 244 del 24.12.2007) ha portato da tre a quattro, il numero delle violazioni in materia di scontrino o ricevute fiscali (mancata emissione di scontrini fiscali) che fanno scattare la chiusura dell’attività.

 

Ovviamente parliamo di violazioni contestate nel corso di un quinquennio, ma in giorni diversi per le “dimenticanze” da parte dei commercianti o degli artigiani.

 

Oltre alle sanzioni per la mancata emissione dello scontrino l'Agenzia delle Entrate competente per territorio in relazione al domicilio fiscale del contribuente emette l’ordinanza di sospensione dell’esercizio della attività.

 

Ed è cosi che stamattina la Guardia di Finanza di Amantea entro i sei mesi dalla contestazione della quarta violazione, ha apposto i sigilli ad un artigiano parrucchiere di Via Dogana, tale S.A.

 

La chiusura è stata assicurata con l'apposizione di un sigillo firmato dal personale incaricato.

Sigillo inavvertibile perché apposto sulla vetrina e non sulla saracinesca.

Un tempo le stazioni di rifornimento di carburanti erano distribuite sia sulla Statale 18 che nel centro urbano

Poi, una dopo l’altra, quelle che insistevano dentro il centro urbano sono state spostate verso la statale 18 ed allontanate dal nucleo abitato

Ne era rimasta una soltanto quella di Via Dogana, la ERG Petroli spa, gestita da Giuseppe( peppino) Prati.

Ma ora anche questa viene smantellata

Amantea, quindi, perde un punto di distribuzione e tutto mentre il territorio urbanizzato si allarga.

Ma soprattutto Amantea perde l’unico impianto interno alla città

Quello che, in qualche modo, assicurava la possibilità per i ragazzi in ciclomotore di rifornirsi senza dover andare sulla statale 18, che tutti giudichiamo molto più pericolosa delle strade interne, in particolare quando l’arteria statale viene usata dai Tir e dai grossi autocarri che viaggiano dal nord al sud dell’Italia, e viceversa, e che la invadono a dispetto di ogni tolleranza d’uso.

E senza dimenticare che in questo modo Amantea perde un posto di lavoro

Ma chi ci guadagna- viene da chiedersi-?

Perché la pompa di benzina di via Dogana è stata chiusa?

Per ragioni di sicurezza, ci dicono.

Perché le leggi sono cambiate e le condizioni dell’impianto di via Dogana non rispettavano più e obbligatorie condizioni di sicurezza imposte dalla legge.

Una legge nata nel lontano 1995 quando con delibera del C.R. n. 584 venne previsto l'obbligo di definire con apposita delibera del Consiglio Comunale la localizzazione degli impianti stradali di

distribuzione carburanti.

Da lì un fiorire di leggi e circolari fino all’art 28 del Decreto legge 6 luglio 2011, n.98, convertito in Legge 15 luglio 2011 n.111, che ha disposto che le regioni entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto dovevano emanare indirizzi ai comuni per la chiusura effettiva degli impianti dichiarati incompatibili ai sensi del decreto del Ministro delle attività produttive in data 31 ottobre 2001.

Impossibile quindi salvarlo?

Forse si o forse no

Forse non interessava alla compagnia perché non più produttivo.

Forse non era un problema di sicurezza ma un problema economico

Guarda caso la legge 98 invocata ha per titolo “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”.

Altro che sicurezza!

 

Pubblicato in Primo Piano

Con ordinanza n 3/2015 la ragioniera Antonietta Settembre, nella qualità di responsabile del servizio Attività Produttive, ha disposto la chiusura dello studio dentistico sito in Diamante alla Via Benedetto Croce e gestito da Dietrich Hans Cristoph Josef nato in Germania e residente in Diamante.

 

A fronte la nota della Guardia di Finanza di Scalea n 13578/15 dalla quale si rileva che, a seguito di accertamenti effettuati unitamente alla responsabile del Settore igiene pubblica del distretto Praia e Scalea d.ssa Colesanti Annunziata, è emerso che l’ambulatorio è ubicato al primo piano di un edificio sprovvisto di abbattimento di barriere architettoniche e che l’ingresso dell’ambulatorio funge da sala d’attesa con cinque sedie e da segreteria.

Dal verbale si rileva anche che:
- alla sinistra della sala d’attesa è presente l’ambulatorio dentistico ove opera il professionista, dove sono presenti due locali, uno a destra dove, di fatto, opera il dentista e l’altro adiacente,

-al momento del sopralluogo, risultava occupato da materiale vario ed alcuni asciugamani in cotone; nello stesso locale era presente, sul pavimento, materiale di varia natura ed un autoclave al momento non funzionante;

-le due sale operative risultano separate da una tenda di colore verde non idonea al luogo per 1’utilizzo;

-inoltre, le due sale operative non presentano adeguata chiusura con porte idonee a garantire la privacy e la sicurezza dei pazienti e degli operatori. Infatti, risultano presenti due tende tipo zanzariere in sostituzione delle porte, che risultano divelte ed abbandonate in un locale di sgombero in fondo a destra del corridoio;

-i piani di lavoro all’interno delle sale operative risultano, al momento dell’ispezione, ricoperti di materiale vario ed attrezzatura odontoiatrica inutilizzata.

Il locale adibito a sala radiografica non sembrerebbe conforme alle vigenti disposizioni in tema di radioprotezione.

E’ presente un apparecchio radiologico odontoiatrico alquanto obsoleto e, pertanto, è stata richiesta la conformità di tale locale in base alla normativa vigente, nonché la copia della nomina di esperto qualificato e l’applicazione di quanto previsto dalle normative vigenti in materia di sorveglianza sanitaria.

In fondo al corridoio, vi è un unico bagno utilizzato destinato sia agli utenti che agli operatori.

Gli accertamenti esperiti hanno fatto emergere, inoltre, che il professionista è sprovvisto -dell'autorizzazione sanitaria,

-della planimetria,

-del certificato di agibilità,

-del certificato dell’abbattimento delle barriere architettoniche;

-verifica impianto elettrico e idraulico e allaccio alle rete idrica e fognaria;

-elenco delle attrezzature con caratteristiche tecniche a norma CE;

-conformità del locale di radiologia con nomina di esperto qualificato per la sorveglianza sanitaria degli apparecchi radiologi;

-contratto per lo smaltimento dei rifiuti speciali con ditta autorizzata.

Pubblicato in Alto Tirreno
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