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Paola, tre anni per estorsione e lesioni .

Venerdì, 11 Gennaio 2013 22:03 Pubblicato in Paola

La Corte d’appello di Catanzaro ha condannato a tre anni di reclusione con l’accusa di estorsione e lesioni personali un paolano trentatreenne di Paola, il sig P.E. .

La vicenda giudiziaria nasce da una relazione che P.E. aveva avuto con una ragazza della zona,la vittima, troncata nel 2007.

In primo grado l’uomo che si era avvalso del rito abbreviato era stato condannato dal Gup del Tribunale di Paola a quattro anni.

La Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna di Primo grado, ovvero la pena di quattro anni di reclusione.

Ma in Appello è venuto meno un capo d’imputazione, la violenza sessuale, per cui P.E. ha beneficiato di uno sconto di pena.

La storia tra i due giovani finisce nel settembre 2007.

P.E., secondo la ricostruzione della pubblica accusa, intima alla ex di consegnargli 1000 euro cioè il valore dell’orologio che le aveva regalato

Per ottenere i soldi aveva danneggiato l’automobile della ragazza e alcuni oggetti che quest’ultima custodiva nella sua casa, tra cui un cellulare e un televisore,

La ragazza gli da 500 euro

Nonostante ciò ’imputato ha continuato ad insistere fino ad ottenere l’intero pagamento.

Ma PE non demorse ed in un’occasione impugnando un coltello la morte per un sguardo che avrebbe rivolto ad altro ragazzo.

Poi continuò ad estorcere denaro alla vittima

“A gennaio del 2008 forse l’episodio più grave. L’imputato avrebbe colpito con pugni la compagna, dopo averla raggiunta tutto contrariato perché “si era rifiutata di dormire a casa sua”. La ragazza era sfuggita, come si legge negli atti, “all’ennesima aggressione dell’imputato”. Dopo averla presa a pugni in testa “le ha sbattuto ripetutamente il viso su un muretto sito in Via del Cannone e le cagionava lesioni personali consistite in ferita lacero contusa ad un’arcata sopraccigliare”.”

La vittima è stata assistita legalmente dall’avvocato Graziano Di Natale

La giovane dopo un incubo durato diversi mesi, ha denunciato la intera vicenda alle forze dell’ordine, dando inizio all’inchiesta e al processo.

Sta per trovare ( forse ) soluzione il bailamme nel quale versa un problema importante come il Dimensionamento scolastico, in Italia, e tanto più in Calabria.

Quella Calabria, dove, forse per la forte distanza km dai luoghi di potere, se non per la scarsa capacità di imporsi verso i poteri ai quali si è accondiscendenti, od addirittura per la preoccupazione delle prossime elezioni, dove-si diceva- si sfugge alle responsabilità con balletti in tutù che spesso scendono anche i sala coinvolgendo anche gli spettatori, pur interessati

Peraltro come dare colpe a questi ultimi visto che è difficile per non dire impossibile sapere lo stato delle cose.

Il problema, come sempre, alla fine scoppia!!

Il 21 gennaio 2013, infatti, partiranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico 2013-14 e le scelte da parte dei genitori risulteranno congelate alle scuole attualmente esistenti. Inaccettabile!!!

Peraltro ci sono regioni come il Veneto che con delibera della Giunta n. 2893 del 28/12/2012 ha approvato il “Dimensionamento della rete scolastica per l’Anno Scolastico 2013-2014”.

E poi ci sono regioni come la Toscana che hanno contestato il silenzio del ministro delle finanze che non si è pronunciato pur dopo l’accordo con il MIUR di un “ anno di riflessione e transizione” ma puntando, comunque, per il futuro alla assegnazione di un dirigente ogni 900 studenti (media regionale), ma lasciando al contesto regionale le scelte di assegnazione del personale dirigente, indipendentemente dalla numerosità degli istituti.

E poi ci sono regioni e province “piratesche” che giocano a “sperghjiri” non potendo dire la verità fino alle prossime elezioni.

Ora tutto si chiarisce perché con una nota del 28 dicembre 2012 il Dipartimento Istruzione del MIUR ha dato indicazione agli Uffici scolastici regionali di procedere al dimensionamento su base di 900 alunni per istituto e sulla base della persistenza dell'applicazione del concetto di scuola sottodimensionata (comma 5 art 19 legge 111/2011).

A tal punto le perplessità e le reazioni. Ed allora il MIUR ha indetto la convocazione delle parti sociali per il 14 gennaio 2013.

Ancora pochi giorni e verrà fuori il tutto.

Di seguito la nota dell'Amministrazione Comunale di Rossano ribadite dal Sindaco Giuseppe ANTONIOTTI, partecipando insieme all’assessore all’ambiente Giuseppe SIFONETTI ed alla Polizia Municipale cittadina alla manifestazione itinerante sulla SS106 (da Cariati a Crosia), di protesta territoriale, contro le scelte scellerate del Commissario regionale per l’emergenza ambientale e contro l’indecisionismo a tutti i livelli prodottosi negli ultimi 15 anni in tema di rifiuti.

“Non vi sono divisioni nella denuncia dei sindaci del fallimento del sistema commissariale che ha ipotecato una diversa gestione dei rifiuti nel nostro territorio. Oggi però siamo nell’emergenza, una delle maggiori mai vissute non solo dal basso ionio ma anche dai sindaci dell’alto ionio e del Pollino, così come in gran parte della provincia e della regione. Quella che è fallita è stata la programmazione e la capacità di saper coinvolgere i territori su scelte strategiche, anche in termini di ubicazione di impianti per lo smaltimento in parallelo all’obbligo, spesso sottovalutato a tutti i livelli, di far elevare l’effettiva differenziata. Le responsabilità sono tante e diffuse, anche dal basso. Adesso, tuttavia, né scusanti né ulteriori dilazioni sono tollerabili. Tonnellate di spazzatura ovunque, anche purtroppo nei punti sensibili delle nostre città, rappresentano la cifra del fallimento di un’epoca più che di un sistema. Il giro di boa è imposto ad ognuno di noi, con elevato senso di responsabilità e senza alcuna fuga in avanti o indietro. Oltre la protesta, giusta e legittima, anzi doverosa, serve però saper prospettare soluzioni ed assumersi tutte e fino in fondo le responsabilità di governo rispetto alle popolazioni. Altrimenti, ed il rischio lo abbiamo oggettivamente registrato anche nella mobilitazione di stamani, con l’assenza quasi totale dei cittadini a sostegno delle istituzioni, gli stessi sindaci saranno ancor di più lasciati da soli. I cittadini son stufi delle parole, dell’analisi delle responsabilità, delle cause e della cronistoria dei complotti o dei fallimenti. I cittadini vogliono sapere perché i rifiuti stanno ancora per strada, perché si fa fatica ad accompagnare i propri figli a scuola o a passeggiare nelle città e perché l’Ospedale appare ancora circondato dalla spazzatura. Le famiglie e tutti i contribuenti vogliono tranquillità e giustizia, sia rispetto al paventato allarme igienico-sanitario e rispetto che al pagamento di tributi che altrimenti appaiono solo balzelli ingiusti e odiosi. Ecco perché i sindaci devono ora saper governare l’emergenza e decidere cosa fare nell’immediato, senza ulteriori invocazioni di interventi dall’alto, assumendosi in prima persona, rispetto all’assenza di qualsiasi alternativa credibile nei prossimi giorni, l’onere di indicare come, di diritto e di fatto, ripulire le nostre città per riavviarci su un percorso virtuoso e diverso da quello subito ma anche in parte acconsentito fino ad oggi. Nel frattempo sollecitiamo la magistratura ad indagare fino in fondo su questa pessima gestione pagata con risorse pubbliche ed esigiamo che il Ministro dell’Ambiente ed il Governo nazionale, da cui il Commissario deriva e dipende, vengano in Calabria e nel nostro territorio e prendano definitivamente atto del disastro fatto subire e pagare alle comunità.

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