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Redazione TirrenoNews

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Civita:non solo morte di Francesco Gagliardi

Giovedì, 23 Agosto 2018 18:54 Pubblicato in Calabria

Carissimi amici di Tirreno News. La tragedia del Raganello che ha colpito un piccolo paese arberesh della nostra provincia di Cosenza per quattro giorni ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. Tutti gli inviati speciali delle maggiori testate televisive e dei giornali nazionali sono piombati come falchi a Civita, in questo borgo antichissimo, uno dei borghi più belli d’Italia, e hanno contribuito raccontando, a volte distorcendola, la verità della tragedia.

Ho seguito con la massima attenzione il triste evento e anche io, come del resto tutti gli italiani, sono rimasto attonito e malissimo nell’apprendere che 10 persone che con spensieratezza in un assolato giorno di agosto volevano trascorrere un giorno di vacanza in una località bellissima, affascinante, meravigliosa, hanno trovato la morte.

La maggior parte di loro erano turisti e villeggianti provenienti da altre regioni italiane che soggiornavano in luoghi di villeggiatura lungo le coste del mare Tirreno della Provincia di Cosenza. Avevano lasciato le spiagge assolate del nostro mare, avevano lasciato la combustione del traffico delle nostre strade e si erano recati a Civita, che fa parte del Parco Nazionale del Pollino, nelle Gole del Raganello, e con bambini al seguito, prendevano il sole e camminavano tranquilli nel greto del piccolo fiume dove l’acqua è bassissima e accarezza dolcemente le gambe.

Ma per una tragica fatalità del destino crudele una cascata di acqua anomala li ha travolti e 10 di loro sono morti annegati e sbattuti violentemente contro i massi del fiume.

Addirittura alcuni di loro sono stati trovati e recuperati ad oltre tre chilometri di distanza dal luogo della tragedia avvenuta a monte del Ponte del Diavolo, ora reso tristemente famoso.

Fino all’altro ieri, tanti, molti italiani ignoravano il Ponte e le Gole del Raganello.

Ignoravano le bellezze dei nostri piccoli paesi bagnati dal Mare Tirreno e dal Mare Jonio, le nostre terre ricche di foreste e di montagne, profumate dai fiori di arancio, gelsomino, ginestra e mirtillo, con chiese e castelli ricchi di storie e di leggende.

Ora tutti parlano della tragedia di Civita e fanno benissimo.

Ma io voglio ricordare Civita che ebbi il piacere di visitarla alcuni anni fa con gli amici della Provincia Cosenza non per la triste vicenda che l’ha colpita, ma per le sue bellezze naturali, per il suo paesaggio meraviglioso, per le sue casette caratteristiche, le case di Kodra, dalla curiosa forma umana; per i suoi vicoletti incantati; per i caratteristici comignoli,veri e propri capolavori artistici. Ogni casa ne esibisce uno diverso dalla forma capricciosa.

Hanno la funzione non solo di aspirare il fumo dai camini, ma anche di tenere lontano gli spiriti maligni; per la roccia maestosa ed imponente “La Timpa del Demanio” alta più di 800 metri che mi ha colpito appena entrato nel borgo; per le Gole famosissime e frequentatissime da chi vuole fare sport estremo e perché no, anche per l’antico e caratteristico ponte medievale in pietra soprannominato Ponte del Diavolo.

E poi per gli abitanti del luogo molto cordiali ed accoglienti; per i costumi che indossano; per la lingua dei loro padri che ancora parlano; per i balli e i canti caratteristici che ebbi modo di apprezzare ultimamente a Cosenza in Piazza Fera in occasione di una festa annuale dove si erano riuniti per l’occasione tutti i Comuni calabresi di lingua arberesh.

Ora la Magistratura indaga, ma cosa vuole indagare.

A chi vorrà attribuire la morte dei 10 villeggianti e amanti della natura che in un giorno di agosto hanno trovato la morte nelle Gole del Raganello?

Alle Gole del Raganello, all’acqua che si è ingrossata, alla pioggia dei giorni scorsi, all’imprudenza dei villeggianti?

O forse al Sindaco della cittadina che non ha fatto sapere il comunicato emesso dalla Protezione Civile?

La tragedia si poteva evitare si sono domandati in molti.

E’ stata una fatalità,una triste fatalità.

Contro la natura che quel giorno assolato di agosto si è manifestata con la sua forza dirompente non si poteva fare nulla. Sono stati davvero sfortunati quelli che hanno perso la vita.

Il sindaco dice :La gente mi vuole, non mi dimetto.

Giovedì, 23 Agosto 2018 16:43 Pubblicato in Cosenza

I sindaci, si sa, nello svolgimento del loro impegnativo lavoro politico sono spesso sotto pressione.

Poi se le cose vanno è tutto facile.

Se le cose non vanno pensano di dimettersi.

Poi magari ci ripensano.

 

È quello che sembra sia successo al sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro, legato politicamente al governatore Oliverio, che si era dimesso lo scorso 7 agosto dopo essersi ritrovato senza maggioranza in consiglio comunale.

Ora Belcastro torna sui suoi passi, prima della scadenza dei 20 giorni che avrebbe reso al sua decisione irrevocabile.

Belcastro ha fatto sapere che in questo periodo «di riflessione» ha ricevuto «centinaia di attestazioni di stima e inviti a proseguire l’attività amministrativa» da parte dei cittadini.

Il sindaco, eletto nel giugno del 2015 con una percentuale bulgara (ha sfiorato il 90%) e politicamente legato al presidente della Regione Mario Oliverio, ha spiegato anche di aver interloquito con le forze politiche che sostengono la sua maggioranza.

Le divisioni nello schieramento che lo sostiene erano nate all’indomani della sconfitta delle elezioni politiche del 4 marzo quando, nel feudo del governatore, l’M5S ha preso più del doppio dei voti del Pd, si era acuita la crisi con alcune sostituzioni in giunta che non erano state condivise da parte della maggioranza.

«Un sano confronto ed una dialettica corretta hanno determinato in me – ha scritto Belcastro nell’atto protocollato giovedì mattina – la volontà di continuare un lavoro impegnativo e difficile per mantenere fede al mandato affidatomi dai cittadini».

Fuori dalle formule del politichese, ora resta capire come sia stata sanata e quanto durerà la pax nel Pd locale, partito al cui interno era maturata la spaccatura che aveva portato il sindaco al passo indietro.

Durerà?

Vedremo. In politica nulla è scritto, nulla è eterno.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

“Ci rivolgiamo di nuovo a quel lettore non troppo distratto, per dirgli che a tre mesi dall’ultima alluvione di Acquicella, ecco la doppietta del 20 e 21 agosto.

Meno grave, perché ad Acquicella avevamo provveduto alla pulizia dei fossi terminali, ma di nuovo stiamo spalando fango.

Non è lo spalamento che ci disturba, siamo gente con i calli alle mani, ma piuttosto la raccapricciante latitanza del Comune al quale avevamo fatto assegnamento.

A seguito dell’ultima alluvione di maggio scorso, di cui ricorderai, caro lettore non distratto, abbiamo inoltrato al Comune solleciti corredati da elaborazioni tecniche e documentazione fotografica, sottolineando il pericolo incombente e proponendo per soluzione un’Ordinanza che stabilisca il ripristino e la manutenere dei fossi di guardia a Camoli inferiore, previo incontro con i proprietari interessati di cui è stato fornito elenco e indirizzi.

Costo zero a carico dell’Ente, solo un po’ di impegno da parte degli Amministratori i quali, ricordiamolo, sono lì per governare!

Eppure, nonostante i solleciti, le segnalazioni verbali e protocollate, le carte e le relazioni, ecco di nuovo il fango sulla strada ad ogni pioggia, senza che sia stato fatto niente.

Né più né meno come l’Amministrazione precedente, ricordi, lettore caro?

Quella dell’Ordinanza sbagliata, mai corretta e mai eseguita, e degli operai mandati alla vurri vurri.

Capirai, caro lettore non troppo distratto, come non possiamo che essere incazzati.

Viene da domandarsi: a che serve un’Amministrazione se non a governare il territorio raccogliendo le sollecitazioni, se del caso giovandosi della collaborazione offerta dai cittadini?

E invece:

NON UNA CONVOCAZIONE;

NON UNA COMMISSIONE;

NIENTE, NIENTE, NIENTE, NIENTE.

Solo la cosa più semplice da fare, operai e mezzi mandati qua e là a danno avvenuto, che fanno quello che possono, con ulteriori costi per l’Ente.

Non era meglio prevenire?

Non è vero che la sottovalutazione dei problemi e l’assenza di prevenzione produce danni, disastri e diseconomie?

Perché non è stata indetta l’apposita Commissione consiliare?

Forse la cosa non è di pubblico interesse? Forse non sono sufficienti tre mesi di tempo per convocare una Commissione?

Forse non è stato sufficiente averne parlato con l’Assessore competente il quale ha detto che avrebbe sollecitato il Presidente di Commissione?

A che serve l’Assessore?

A che serve la Commissione?

A che serve il Presidente di Commissione?

Forse avremmo dovuto fare più anticamera affollando ulteriormente (e inutilmente) i corridoi del Comune? Non è sufficiente come cittadini mostrarsi disponibili a collaborare?

Ma chi se ne fotte del fango, facimm a ‘mmuina, feste e celebrazioni?

In verità, caro Lettore, temiamo che intorno a questo Sindaco ci sia un vuoto, altrimenti, di fronte al pericolo che stiamo prospettando e i danni per privati e comunità che stiamo segnalando, qualcuno avrebbe dovuto attivarsi con preoccupata ed estrema premura.

E invece, ribadiamo, NIENTE. E siamo incazzati!

L’efficienza e la capacità di un’Amministrazione comunale si misura con la competenza, certo, ma anche con la prontezza e l’impegno con cui si affrontano i problemi, e ciò di cui parliamo, se ancora non s’è capito, E’ UN PROBLEMA GRAVE, UNA MINACCIA IDROGEOLOGICA INCOMBENTE di cui in questi ultimi tre mesi abbiamo visto solo un segno.

Caro Lettore non troppo distratto, è lecito a questo punto affermare che la politica sia una cosa troppo seria per essere intesa con la “leggerezza” che purtroppo registriamo ad Amantea. E non aggiungiamo altro, perché siamo troppo incazzati.

Ci accingiamo a rinnovare la questione al Nostro Sindaco, in quanto titolare della Sicurezza pubblica, ma non nascondiamo la delusione per l’assenza totale di risposte sinora riscontrata.

Subiamo danni, temiamo un disastro. E per favore, smettiamola di domandarci perché la Politica arrivi sempre dopo la Magistratura.

E temiamo un disastro!!!!

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