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Redazione TirrenoNews

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Controlli a tappeto del territorio di Rende: una persona in arresto per detenzione e spaccio, 12 persone segnalate quali assuntori, 31 patenti di guida ritirate.

Continua costante il controllo del territorio di Rende da parte dei Carabinieri della Compagnia di Rende.

Un controllo che ha permesso l’arresto di 1 persona in flagranza per “Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, la denuncia di 41 persone per “Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, Guida in stato di ebbrezza, Porto ingiustificato di armi od oggetti atti ad offendere, Inosservanza degli obblighi della Sorveglianza Speciale, Impiego di minori nell’accattonaggio, Guida senza patente, Rifiuto di sottoporsi ad accertamento etilometrico ed Evasione”

12 persone sono state segnalate quali “Assuntori di sostanza stupefacenti”, e 31 “Patenti di guida” sono state ritirate

In particolare sono state effettuate denunc in stato di libertà per i reati di:

“impiego di minori nell’accattonaggio” un 26enne una 20enne di nazionalità rumena, poiché utilizzavano il proprio figlio di 4 anni, per chiedere l’elemosina in Rende (CS), in prossimità dei semafori di via Don Minzoni.

   “evasione” un 52ennedi Cosenza poiché, nonostante in regime di arresti domiciliari, veniva sorpreso in Rende (CS), in violazione degli obblighi a cui sottoposto.

   “guida senza patente” un 40ennedi Rende (CS) e un 36enne senegalese poiché, controllati alla guida della rispettive autovetture erano sprovvisti di patente il primo poiché revocata, il secondo poiché mai conseguita.

“rifiuto di sottoporsi ad accertamento etilometrico” un 34ennecosentino poiché controllato alla guida della propria autovettura in evidente stato di ebbrezza, si rifiutava di sottoporsi ad accertamento etilometrico. La patente di guida veniva immediatamente ritirata.

   “guida in stato di ebbrezza” nr.31 automobilisti i quali, controllati alla guida delle rispettive autovetture e sottoposti ad accertamento etilometrico, risultavano positivi con un tasso alcolemico superiore ai limiti previsti dalla legge. Le patenti venivano ritirate e le autovetture affidate a persone idonee alla guida;

–   denunciato in stato di libertà per il reato di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti” un 43enne e una 52enne di Montalto Uffugo (CS), poiché trovati in possesso di grammi 100 di “marijuana”;

Ed altro.

Miracolo il cieco assoluto ci vedeva!

Sabato, 10 Novembre 2018 17:27 Pubblicato in Storia locale della Calabria

La Guardia di Finanza non credeva ai propri occhi.

Era cieco assoluto ed agiva come se ci vedesse!

Un miracolo?

No!

Un falso cieco e quindi una truffa all’Inps!

 

 

E così, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, a conclusione di un’attività di contrasto agli illeciti nel settore della spesa pubblica nazionale, hanno denunciato alla Procura due medici per il reato di falso ideologico ed un pensionato di 63 anni, di Rombiolo, per il reato di truffa aggravata in danno dell’Inps, per l’indebito conseguimento di erogazioni per un importo complessivo di oltre 200mila euro.

Le investigazioni condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, in seguito ad appostamenti e pedinamenti, hanno consentito di sorprendere il sedicente invalido mentre svolgeva normali attività quotidiane non compatibili con lo status di “cieco assoluto”, da lui ricoperto dall’anno 2001, come ad esempio: muoversi senza alcun ausilio o accompagnatore in strade e su terreni, anche sconnessi, compiendo azioni quali raccogliere e sbucciare frutti, ripararsi la vista con la mano dai raggi solari, spostarsi da un luogo all’altro in maniera fluida.

L’invalidità attestata risultava documentata da certificati rilasciati dai due medici denunciati per falso, sulla base dei quali l’Istituto di previdenza riconosceva la pensione di invalidità (100%) e pertanto anche l’indennità di accompagnamento.

Sulla base della ricostruzione dei fatti operata dalla Guardia di Finanza, su richiesta della locale autorità giudiziaria, è stato notificato ai tre indagati l’avviso di conclusione indagini, a firma del pm Benedetta Callea.

Ora, il falso cieco dovrà restituire all’Inps le somme percepite indebitamente.

Professore per l’INPS è morto, ma lui é vivo e vegeto

Sabato, 10 Novembre 2018 17:10 Pubblicato in Italia

Amici, oggi mi son fatto quattro risate nell’apprendere uno strano caso che è successo ad un Professore di Biella che recatosi all’INPS per controllare la sua posizione contributiva perché vicino ad andare in pensione, scopre, udite! Udite! di essere deceduto il 6 ottobre del 2001 e quindi da quella data non sono stati più registrati i versamenti contributivi.

Ma il 6 ottobre del 2001 per il Professore Marco Tirelli di anni 62 è una data importantissima, è quella del suo matrimonio.

Evidentemente all’INPS, qualche funzionario solerte, ha preso fischi per fiaschi, ha registrato la data del 6 ottobre come data della sua morte.

Un evidente errore di trascrizione perché la data fatidica del 6 ottobre non corrisponde alla data della sua dipartita da questa terra ma al giorno più importante della sua vita terrena.

Il Prof, dunque non é morto, è ancora vivo.

E’ vivo e vegeto, parla e cammina.

Ora però ha scoperto dell’avvenuto decesso, grazie all’INPS.

Quindi non solo non può andare in pensione perché è morto, ma non potrà fare la pratica per ottenerla.

La pensione si da soltanto ai vivi non ai morti.

Povero Prof, cosa gli è capitato.

Si è rivolto al call center e agli sportelli dell’INPS e sapete cosa hanno risposto? – Guardi Professore, noi non potremmo nemmeno parlare con lei -.

E perché?- Perché lei è morto-.

Ma il morto parla, il morto cammina.

Il morto fa domande, chiede risposte, è davanti agli sportelli.

Gli altri signori che attendono nella sala di attesa dell’INPS si fanno quattro risate, si fanno delle toccatine scaramantiche mentre dagli impiegati nessuna spiegazione, nemmeno sulla fine che hanno fatto i suoi regolari contributi versati mensilmente per lunghi 17 anni dalla scuola dove insegna. -Per noi è morto, ci dispiace.

Comunque le faremo sapere.

Ci faremo vivi noi -.

E già, loro sono vivi, il Prof. è morto.

Ma se è morto a chi verrà indirizzata la missiva?

Ha dell’incredibile, vero amici?, la disavventura che è capitata a questo Professore che lo ha profondamente turbato, non tanto perché è stato dichiarato morto, ma perché sono spariti i suoi versamenti contributivi e non si sa quando potrà andare in pensione.

Un errore clamoroso commesso dagli addetti ai lavori.

Al malcapitato Professore darei, però, un consiglio non richiesto:- Si reca presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di residenza, si faccia rilasciare un Certificato di Esistenza in Vita e lo porti agli increduli ed esterrefatti impiegati dell’INPS, solo così potranno rimediare al madornale errore commesso e lei, finalmente, dopo 17 anni dalla morte, potrà ricominciare a vivere.

di Francesco Gagliardi

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