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Redazione TirrenoNews

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Paola. Anche Rolex tra gli ottocento capi contraffatti o pericolosi per la salute del consumatore sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza nel corso della Fiera di San Francesco a Paola.

 

Gli articoli sequestrati sono stati realizzati con materiali di scarsa qualità e sono risultati pericolosi poiché gli acquirenti, utilizzandoli, sarebbero stati esposti al rischio di contrarre infezioni cutanee.

 

I finanzieri hanno anche emesso 70 verbali per la mancata emissione di scontrini fiscali e denunciato un immigrato clandestino.

Come detto tra i beni sequestrati figurano borse, occhiali, orologi (fra i quali "Rolex") ed altri capi d'abbigliamento recanti illegittimamente marchi registrati e griffe di note case produttrici, e prodotti tenuti in violazione del Codice del consumo in quanto sprovvisti delle etichette contenenti le indicazione sulla composizione merceologica e sul produttore. (Ansa)

 

Questi i risultati del “Dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti provinciale” attuato dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Cosenza.

Con l’obiettivo di rendere maggiormente proiettata sul territorio litoraneo paolano l’azione del Corpo mirata alla prevenzione e al contrasto ai traffici illeciti, in particolare la commercializzazione di beni contraffatti.

Un dispositivo strategico quello posto in essere dalla Guardia di Finanza iniziato attraverso controlli esterni presso i “punti strategici”, ovvero svincoli stradali, autostazioni e stazione ferroviaria della Città di Paola

 

E successivamente con controlli interni all’area interessata dalla tradizionale Fiera di San Francesco.

Pattuglie automontate ed appiedate,quindi, sono state impiegate in servizi di appostamento, perlustrazione, osservazione e attuazione di posti di controllo

Nel corso delle attività è stato altresì individuato, fra i commercianti, un immigrato risultato essere clandestino, il quale è stato denunciato all’A.G. e segnalato alla questura di Cosenza per gli adempimenti di competenza.

Ed i risultati si vedono!

La Calabria è un posto incredibile.

Pensate un po’ il Presidio di Italia Nostra di Praia a Mare denunciava su radio1one del 28 ottobre 2016 che la spiaggia della grotta del Prete di San Nicola Arcella era di nuovo inaccessibile.

 

Lamentava, cioè, che il cancello sulla scalinata abusiva in ferro attraverso il quale si percorre la stradina sella scogliera che porta alla spiaggia era sbarrato.

In sostanza centinaia e centinaia di turisti che prediligono i mesi di settembre ed ottobre per godere del mare cristallino erano dovuti tornare indietro.

 

Una delle più famose spiagge calabresi quale quella dell’Arcomagno restava vietata e vietato era anche il godimento del suo contesto selvaggio ed incontaminato.

Oggi, scopriamo che i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza e della Stazione di Scalea hanno accertato che gli accessi costruiti sul costone di roccia che permettono l'accesso alla famosa Grotta del Prete sono stati realizzati senza le previste autorizzazioni in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico.

 

In sostanza il percorso di cui parlava Presidio di Italia Nostra di Praia a Mare era veramente abusivo come denunciato almeno 6 mesi fa da Italia Nostra.

Al termine degli accertamenti c'è stato, così, il deferimento in stato di libertà, per abusivismo edilizio in area sottoposta a vincolo paesaggistico, di un'imprenditrice ritenuta responsabile della realizzazione delle opere.

L'area è stata sottoposta a sequestro in attesa delle determinazioni dell'autorità giudiziaria. finalizzati a verificare la legittimità di alcune opere costruite su un'area di circa 2.000 mq a San Nicola Arcella, località Arco Magno.

Ecco il testo della lettera aperta, scritta dalla Dirigente dell'IC "Mameli - Manzoni"prof.ssa Antonella Bozzo, e indirizzata all'Onorevole Valeria Fedeli Ministro dell'Istruzione, al direttore USR calabria dott.

Diego Bouche, al dirigente ATP cosenza dott. Luciano Greco, al presidente della Regione Calabria On. Mario Oliverio e al commissario prefettiziodott.ssa Anna Aurora Colosimo.

“La scuola media Mameli è stata ed è una delle realtà più operose e attive della comunità Amanteana, una scuola dal passato glorioso e che, negli anni, ha saputo adeguarsi alle trasformazioni della società diventando una comunità educante efficace e moderna.

 

Nei giorni scorsi la scuola ha subito un duro colpo avendo perso la “sua” casa, l’edificio che da quasi 50 anni ha ospitato i ragazzi della scuola media.

Controlli quanto mai opportuni hanno rivelato una triste realtà: l’edificio è stato costruito con materiale scadente mettendo in pericolo la sicurezza degli alunni e degli operatori scolastici; una delle dimostrazioni di come la mancanza di senso di responsabilità degli uomini possa recare un danno enorme alla comunità, colpendo anche i luoghi più sacri come la scuola.

 

La comunità scolastica, grazie all’impegno di molti, amministratori comunali, collaboratori scolastici, docenti, famiglie ed alunni, è riuscita a superare lo stato di emergenza trovando una collocazione temporanea adeguata alle necessità essenziali.

L’anno scolastico può essere portato a termine con sufficiente tranquillità.

Quello che preoccupa, ora, sono i prossimi anni scolastici. La soluzione emergenziale non è adeguata ad ospitare gli alunni oltre i due mesi che ci separano dalla fine di quest’anno scolastico: non sarà possibile proseguire le lezioni nel Campus Temesa anche nel prossimo autunno.

Occorre che gli enti competenti, tutti, si attivino con tempestività per trovare una sede adeguata ad ospitare gli alunni della scuola media per il tempo necessario alla ristrutturazione dell’edificio originario, tenendo conto che il tempo necessario non sarà minore di qualche anno.

 

Il timore di chi opera nella scuola, dei genitori e degli alunni è che la macchina amministrativa, efficiente nell’emergenza, ritorni ai suoi ritmi lenti di fronte alla necessità di prendere decisioni importanti, che si areni di fronte alle difficoltà di trovare i fondi necessari, che rimandi la soluzione dei problemi ad altri, che ci si dimentichi degli alunni della scuola media di Amantea.

Pur consapevoli che i tempi della macchina amministrativa sono, per loro natura, lunghi, si ritiene che, in questo caso, si debba superare lo stereotipo dell’amministrazione pubblica dal passo lento e pesante e si dia, finalmente, l’idea che anche in Calabria, quando è in gioco l’interesse primario dell’istruzione, le istituzioni preposte alla cura di questo interesse, si alzino in piedi, abbandonino i loro contrasti e non si diano pace fino a quando non abbiano dato una risposta certa, adeguata  e tempestiva. Questa è educazione alla legalità, non i convegni e le parole.

Ci rivolgiamo, dunque, a chi è preposto alle istituzioni competenti: Comune, Regione, alle istituzioni scolastiche di vertice, MIUR, USR, ATP, affinché, ciascuno nel proprio ruolo, non dimentichi che la scuola media di Amantea aspetta una risposta, aspetta di vedere, già nei prossimi giorni, l’inizio dei lavori necessari per dare a settembre una sede temporanea ma stabile ai ragazzi, aspetta che gli adulti diano un esempio reale che la scuola è una priorità, che la scuola è il futuro: il silenzio o il ritardo nella risposta in questo caso sarebbe l’esempio più evidente della fine della speranza.”

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