Non ci sembra un topo turista che, anticipando la stagione balneare ed approfittando della bellissima giornata del 2 aprile e del sole che ha imperversato su Amantea , ha deciso di farsi una passeggiata .
Affatto.
Ci sembra piuttosto un topolino affamato che , avendo tanta fame, ha deciso di uscire dal suo nascondiglio per cercare cibo.
Purtroppo per lui non ha trovato niente in giro essendo Amantea una cittadina estremamente pulita.
Siamo in via Margherita.
Sono le 1830 .
Un nostro amico ha scattato la foto e ce l’ha inviata
E noi abbiamo deciso di mostrarla ai nostri lettori.
I negozi sono chiusi.
In giro c’è poca gente e nessuno si è spaventato!
Anzi , per vero, il topolino ci sembra perfino impaurito.
Mancava qualche minuto alle 08.00 quando sulla SS18 la gente ancora a letto si è svegliata di soprassalto per una ripetuta serie di frenate e botti .
Ben tre auto sono state coinvolte in un incidente per taluni versi drammatico
Non è certo un caso che ad una delle auto sia stata staccata di netto una ruota e perfino il relativo ammortizzatore.
Due auto invece sono finite sul marciapiede come se dovessero andare a prendere il caffè
È lo stesso posto dove il 31 dicembre 2017 è avvenuto un altro incidente similare
Ma quella volta rimasero coinvolte solo 2 auto
Questa volta, invece, sono state 3
Ma c’è di peggio.
A fine anno nessuno ferito
In questo incidente invece tre feriti che sono stati soccorsi da due autoambulanze
Sul posto i carabinieri di Amantea
Le foto sono state scattate da Luca Guzzo il giovane cletese della protezione civile che spesso si trova la dove c’è bisogno di solidarietà
Ci siamo chiesti sa il numero 31 sia un numero fatidico.
Almeno per questo tratto di SS18.
Ah. Quasi dimenticavamo.
I tutor e gli autovelox forse non servono ad evitare incidenti stradali, ma solo a far fare soldi ai comuni.
La storia risalea novembre del 2011.
Nel 2013 , dopo quasi due anni di indagine, viene chiesto il rinvio a giudizio.
I profughi Assisou Abdou, originario del Benin, e Kofi Osei Amoako Osei, originario del Ghana, difesi dall’avvocato Eugenio Naccarato,
Hassane Aboubacar, originario della Nigeria, difeso dal legale Domenico Giordano,
Abdulkadiri Abubakari e Suruikanin Abdul Razak, entrambi originari del Ghana, difesi dall’avvocato Norina Scorza
vennero accusati di avere “in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, tentato con atti idonei, univocamente diretti allo scopo, di cagionare la morte di Monday Nehikhare e Aibizugbowa Hope colpendoli, con un coltello e con bottiglie di vetro rotte.
La morte non si verificò per cause indipendenti dalla loro volontà, costituite dall’intervento di terze persone e dei carabinieri, nonché dall’immediato ricovero presso struttura sanitaria ove venivano prestate le cure”.
Il processo è durato quasi 5 anni.
La lite scaturì per spartirsi un paio di scarpe e qualche vestito portati in beneficenza al centro di accoglienza .
Gli ospiti avrebbero considerato la distribuzione essere avvenuta in modo inadeguato.
Da qui il ricorso al coltello ed alle bottiglie di vetro rotte.
L’accusa rappresentata Il pubblico ministero Cerchiara aveva contestato un tentato omicidio plurimo, nei confronti di tre migranti nigeriani ospiti del Centro di accoglienza di Amantea, e chiesto 7 anni di carcere per tutti gli imputati.
Il Tribunale collegiale di Paola, presieduto dal giudice Cosenza, accogliendo le tesi difensive, ha assolto tutti dal più grave reato di tentato omicidio.
Il Tribunale ha anche derubricato i fatti in lesioni aggravate.
Da qui la condanna per tutti gli imputati solo a un anno di reclusione con pena sospesa.
Oggi, a distanza di quasi cinque anni, i cinque imputati accusati di omicidio tornano sono liberi .