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Amantea: Crisi del Turismo ed ecco che stanno per chiudere gli Alberghi
Lunedì, 29 Settembre 2014 13:26 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiMolti Alberghi di Amantea e del suo hinterland sarebbero pronti alla chiusura, nei mesi di bassa stagione così da evitare gli sprechi.
Se confermata, questa indiscrezione, sarebbe la prova dello stato di salute, non proprio ottimale, del Turismo in Calabria e ad Amantea
La voce corre lieve ma veloce e così arriva dappertutto.
Se vera, ci aspettiamo le valutazioni della associazione degli albergatori e soprattutto quelle dell’ente comune.
Alberghi per noi, e da tempo, significa turismo.
Non ci si pensa sempre (e tutti) ma alberghi significa anche lavoro.
Lavoro per le famiglie proprietarie , lavoro per centinaia di dipendenti che, in questa grave situazione disoccupazionale, nazionale e soprattutto regionale e locale ,ben difficilmente troveranno un’altra occupazione e si aggiungeranno ai tanti lavoratori disoccupati ed in cassa integrazione.
E’ vero che noi , e si sa, ad Amantea abbiamo un 41esimo degli alberghi calabresi .
E che forse sono troppi.
Eppure ci sono da decennio e mai hanno attraversato una crisi così profonda come adesso.
E non chiudono solo i piccoli alberghi.
NO! Sembra che a chiudere siano anche GRANDI alberghi.
Alberghi famosi, noti, dalla grande esperienza e professionalità.
Alberghi che anche in tempi difficili comunque facevano come le formiche .
Mettevano da parte in estate per sopravvivere, poi, in inverno.
Allora dobbiamo pensare che ormai le formiche d’estate non riescano a mettere provviste sufficienti a dar da mangiare all’intero formicaio per tutto il lungo inverno e forse nemmeno per pagare le spese di esercizio.
È vero che sono tempi difficili, ma è anche vero che Amantea non tira più come un tempo.
Si parla di almeno 6 degli alberghi di Isca Hotel. Sei, o forse più, alberghi che sospenderanno la propria attività per vari mesi, magari aprendo per i matrimoni o per le festività natalizie e di Capodanno.
Ne siamo dispiaciuti.
Amantea è stata famosa anche per la sua catena alberghiera, un vanto non da poco.
Probabilmente si impone qualche riflessione su come tentare di ridare alla città la capacità di attrarre utenza anche durante la bassa stagione.
Lo impone non solo il rispetto dovuto a chi ha investito la propria vita per realizzare e gestire una struttura alberghiera( di qualunque dimensione sia), ma anche per non lasciare in mezzo alla strada centinaia di persone che vivevano grazie alle attività alberghiere.
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Se l’ape scomparisse dalla terra all’umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente piante, niente alberi, niente esseri umani”.
Questa frase di pronunciata da Albert Einstein rischia di diventare una tragica profezia.
Per questo vi chiediamo di firmare la seguente petizione:
Cari amici,
Senza che ce ne accorgiamo, miliardi di api stanno morendo e la nostra catena alimentare è a rischio. Le api non si limitano a fare il miele: sono una forza lavoro immensa e umile, che impollina il 75% delle piante che coltiviamo. Tra cinque giorni gli USA potrebbero decidere di vietare i pesticidi tossici che le stanno sterminando.
Arrivare a quel divieto è possibile e noi lo sappiamo bene: dopo una mega campagna Avaaz dell'anno scorso, l'Unione Europea ha proibito quel gruppo di veleni che numerosi scienziati accusano per la morte delle api. Proprio ora le società dell'industria chimica stanno facendo pressione senza tregua sulle autorità statunitensi per impedirlo. I nostri alleati interni, però, ci fanno sapere che l'opinione pubblica potrebbe rovesciare la situazione in favore del divieto. Facciamoci sentire, allora! Se gli USA si muovono, daranno il via ad una reazione a catena nel resto del mondo.
Non abbiamo tempo da perdere: la task force della Casa Bianca per le api presenterà le sue proposte martedì. Non si tratta solo di salvare le api, si tratta della nostra stessa sopravvivenza. Firmate ora questa petizione urgente, facciamo arrivare il nostro appello agli USA affinché mettano al bando quei pesticidi assassini, prima che le api si estinguano:
https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bmwAqcb&v=47048
Le api sono cruciali per la vita sulla Terra: ogni anno impollinano piante e raccolti per un valore stimato di 40 miliardi di dollari. Se non verrà fatto nulla per salvaguardarle, molta della frutta e verdura che amiamo rischia di scomparire e un terzo delle scorte di cibo andrà perduto.
Negli ultimi anni stiamo assistendo al rapido declino nella popolazione delle api: alcune specie si sono già estintee proprio in California -- dove si produce la maggior parte del cibo negli USA -- ogni anno gli apicoltori perdono un terzo delle api. Gli scienziati sono alla disperata ricerca di risposte. Mentre alcuni studi, spesso finanziati dalle industrie chimiche, affermano che la causa potrebbe essere una combinazione di fattori, tra cui malattie, perdita dell'habitat e sostanze chimiche tossiche, altri studi, indipendenti e autorevoli, sono giunti alla conclusione che i colpevoli siano i pesticidi neonicotinoidi.
Grazie a queste prove schiaccianti e ad una campagna super efficace di Avaaz e dei suoi partner, l'UE li ha messi al bando. L'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) è incaricata dal Congresso di regolamentare le tossine, ma per anni ha aggirato la legge, sottostando alle pressioni dell'industria chimica. Ora, la task force della Casa Bianca per la salute delle api potrebbe convincere l'EPA a cancellare la registrazione dei pesticidi, così non potranno più essere venduti negli USA. Ecco la nostra opportunità!
La task force pubblicherà il suo rapporto tra pochi giorni. Già milioni di noi, in tutto il mondo, sostengono questa campagna. Diamole una forza senza precedenti: 3 milioni di firme per salvare le api e consegnare la petizione in modo strategico e con l'attenzione dei media. Fermiamo un accordo buono solo per le grandi industrie. Firma ora questa petizione urgente:
https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bmwAqcb&v=47048
Non possiamo più lasciare la nostra delicata catena alimentare nelle mani delle aziende chimiche e dei legislatori sul loro libro paga. Il bando di questi pesticidi ci avvicinerà ad un mondo più sicuro per noi e per le altre specie che ci stanno a cuore e dalle quali dipendiamo.
Con speranza, Terra, Alex, Alice, Ari, Nick, Laila, Marigona, Ricken e il resto del team Avaaz.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
Un costo pesante, il valore degli insetticidi neonicotinoidi in agricoltura (Centro per la sicurezza alimentare, IN INGLESE)
http://issuu.com/centerforfoodsafety/docs/neonic_efficacy_digital/1?e=9942666/7206999
Memorandum presidenziale -- Creare una strategia federale per promuovere la salute delle api da miele e degli altri impollinatori (La Casa Bianca, IN INGLESE)
http://www.whitehouse.gov/the-press-office/2014/06/20/presidential-memorandum-creating-federal-strategy-promote-health-honey-b
USA, una task force per proteggere le api (Repubblica)
http://www.repubblica.it/ambiente/2014/06/23/news/usa_una_task_force_per_proteggere_le_api-89799343/
Moria delle api: colpa dei pesticidi neonicotinoidi, la conferma di Harvard (GreenMe)
http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/13387-moria-delle-api-harvard
Muoiono le api e la produzione di miele crolla del 50 per cento (Il Sole 24 ore)
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-09-11/muoiono-api-e-produzione-miele-crolla-50-cento-162456.shtml?uuid=ABZ5uosB
Petizione per una revisione ad interim dei pesticidi neonicotinoidi (archiviata il 7 luglio 2014, IN INGLESE)
http://docs.nrdc.org/health/files/hea_14070701a.pdf
La costosa guerra delle lobby contro le api (National Journal, IN INGLESE)
http://www.nationaljournal.com/energy/the-costly-lobbying-war-over-america-s-dying-honeybees-20140701
Nota dell'EPA rivela preoccupazione che i pesticidi possano causare la morte delle api (SF Gate, IN INGLESE)
http://www.sfgate.com/cgi-bin/blogs/green/detail?entry_id=79910
Api in caduta libera mentre uno studio dimostra un improvviso declino negli USA (The Guardian, IN INGLESE)
http://www.guardian.co.uk/environment/2011/jan/03/bumblebees-study-us-decline?INTCMP=SRCH
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Verbicaro: protesta dei disoccupati ed inoccupati simboli della Calabria che muore
Domenica, 28 Settembre 2014 19:52 Pubblicato in Alto TirrenoCi ha fatto sorridere (un sorriso amaro, invero) Antonio Albanese con la sua interpretazione del sindaco calabrese Cetto La Qualunque.
Intanto la Calabria continua a morire
I ricchi diventano sempre più ricchi
I poveri sempre più poveri
I giovani emigrano, i vecchi restiamo.
E la Calabria diventa sempre più vecchia.
Più vecchia e più inane.
Ma qualche fiamma di reazione comincia a levarsi.
Come a Verbicaro.
Era già successo il 2011 con la occupazione simbolica della sede comunale, poi con la manifestazione sotto la sede del Consiglio Regionale ed infine la occupazione della chiesa, e dopo essersi avventurati per una traballante scala fino al cornicione, per suonare le campane "a morto", provocando la presenza del sindaco Felice Spingola e delle Forze dell’ordine (Digos e carabinieri), dei vigili del fuoco e degli operatori sanitari.
Verbicaro vanta il primato di "il paese più disoccupato d'Italia", dove un abitante su due è senza lavoro.
Insomma il paese della disperazione.
E da qualche tempo della rabbia.
Vogliono il salario minimo garantito( a proposito che fine ha fatto?)
O vogliono un posto di lavoro dalla regione.
Uno qualunque. Come diceva Cetto!
Come Cetto quando prometteva un forestale per ogni albero.
Ed allora sono ritornati a protestare.
La politica aveva risposto in modo assurdo.
Nientedimeno con un corso di formazione lavoro per la coltivazione di uva Adduraca, una particolare qualità che cresce sulla costa tirrenica, che avrebbe dovuto generare occupazione stabile e duratura.
Ma ci volevano soldi .
Si , perché in Calabria basta una idea, un corso di formazione ed i soldi dello Stato ( o della regione)
Ma i soldi promessi( sembra) sono andati ad integrare i fondi per la mobilità in deroga.
Infatti uno dei dimostranti dichiara : “Il progetto è stato esaminato ed è stato valutato positivamente ma non c’è copertura finanziaria e noi stiamo protestando perché non possiamo stare senza lavoro. Il Governo Renzi, invece di venire in Calabria e dire che deve combattere la mafia, si occupi del lavoro perché c’è gente che davvero muore di fame”.
Interviene a tal punto l’attuale sindaco Francesco Silvestri a testimoniare la sua personale vicinanza ai lavoratori e quella del consiglio comunale e dell’intera comunità rilanciando anche l’ipotesi del reddito minimo garantito.
“Capisco la crisi, capisco i problemi però in giunta regionale giacciano 10mila firme per il reddito minimo garantito ma anche su questo non c’è stata risposta. Noi ci auguriamo che in questi giorni il progetto si possa sbloccare o che almeno l’assessore Salerno ci dica come stano realmente le cose”.
Ecco questa sì che è una bella idea.
Tra l’altro il reddito minimo garantito può aiutare tanti altri calabresi alla fame e può far ritornare in Calabria i giovani che oggi sono nel centro e nord Italia a lavorare per 1000 euro al mese pagandone più di 500 per il fitto della casa.
Sarebbe una Calabria più ricca anche di futuro
Forse Cetto La Qualunque con il suo “un forestale per ogni albero” non era poi così folle!
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