Redazione TirrenoNews
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«Più di 50 indagati all’Autorità di bacino e la Regione resta inerte»
Domenica, 22 Luglio 2018 17:31 Pubblicato in CalabriaLeggiamo un sorprendente se non incredibile comunicato del Csa-Cisal dell’ente regione
Il sindacato preliminarmente segnala che «Sono passate due settimane da quando è diventata di pubblico dominio la notizia dell’inchiesta “Flumen luto”
sui fatti legati all’alluvione del 2015 che colpì i territori di Corigliano e Rossano che conta un totale di 195 indagati.
Fra questi ci sono 54 dipendenti di un settore strategico della Regione Calabria come l’Autorità di bacino regionale (Abr) ».
Poi continua rilevando che «….., a fronte della rilevante portata dell’inchiesta, l’amministrazione regionale, a partire dai suoi vertici, si è dimostrata inerte, se non del tutto indifferente».
Ed evidenzia la «colpevole indolenza mostrata dall’amministrazione nei confronti non di una manciata di suoi dipendenti bensì di un intero settore».
Infine il sindacato Csa-Cisal chiede l’applicazione del Piano anticorruzione e suggerisce che «Si sposti il personale in altri settori. La rotazione tutelerebbe innanzitutto i dipendenti»
Quello che non comprendiamo è la affermazione di conoscere “ la serietà, il senso di responsabilità, le professionalità e le capacità tecniche comprovate dall’esperienza acquisita sul campo e supportato da un forbito bagaglio culturale di questi lavoratori che hanno garantito attraverso il loro impegno in tutti questi anni nell’Autorità di bacino regionale.
Confidiamo nella possibilità che tutti possano difendersi al meglio nelle sedi opportune.
Così come siamo altrettanto fiduciosi sull’operato della magistratura, certi che la giustizia farà presto chiarezza su questa vicenda e ridarà la possibilità a tutti i lavoratori di tornare a svolgere con serenità il lavoro per cui sono stati chiamati.
Una qualsiasi forma di sostegno invece è completamente mancata da parte della Regione.
Un vuoto assoluto. Come se d’incanto su un settore così nevralgico – uno dei fiori all’occhiello dell’amministrazione dichiara il sindacato – fosse calata la nebbia dell’indifferenza.
Uno dei trattamenti più umilianti che un datore di lavoro può riservare al suo personale. Nessuna presa di posizione chiara, se non un silenzio assordante e ormai consueto».
«Un’amministrazione che si gira dall’altra parte al cospetto di tali vicende non solo abbandona cinicamente al proprio destino i suoi lavoratori, ma si autoinfligge un grave danno di immagine e di credibilità perché non riesce nemmeno a giustificare il suo operato. I dipendenti dell’Abr per anni hanno svolto la delicata e fondamentale funzione di tutelare, attraverso le attività di programmazione e controllo, il territorio calabrese in nome e per conto dell’amministrazione. Tutto questo è stato cancellato? A ben vedere – incalza il sindacato – la sonnecchiante amministrazione potrebbe ben operare una scelta ragionevole per dare un segnale concreto ai dipendenti del settore e, al contempo, per rispettare regole che la stessa si è data. Uno strumento valido per affrontare situazioni di questo genere è l’applicazione del Piano triennale per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza. In caso di procedimenti penali in corso, esso prevede l’utilizzo dell’istituto della rotazione, quindi lo spostamento del personale in un altro settore.
La rotazione è una scelta di buon senso. In primo luogo, per la salvaguardia dei diritti e degli interessi degli stessi lavoratori. Un presidio a loro tutela affinché possano contare su una maggiore tranquillità nell’ambiente lavorativo. Tutelare un lavoratore dai rischi presenti sul posto di lavoro significa anzitutto informarlo sulle conseguenze di quei pericoli. Un atto dovuto dell’amministrazione. E invece? Si lasciano da soli i dipendenti».
«Un’accortezza – precisa il sindacato – che mette davanti il bene dei lavoratori e che non vuole guastare il clima o infondere paure e preoccupazioni. Cosa sta aspettando la Regione ad attuare questa normativa? L’amministrazione non solo si dimostra insensibile alle sorti del suo personale ma addirittura non applica basilari regole tese a garantire serenità organizzativa interna e la credibilità dell’istituzione. L’inerzia, in questo caso, va di pari passo con l’inadempienza. Come sindacato CSA-Cisal siamo ormai piuttosto disillusi sulla volontà di reazione dei vertici amministrativi e politici della Regione, per questo preferiamo rivolgerci direttamente ai dipendenti. Di fronte ad un’amministrazione sorda i colleghi dell’Autorità di Bacino pensano davvero di ricoprire ancora il loro ruolo con la necessaria serenità?”
Infine leggiamo la parte nella quale la Cisal chiede” a queste persone, professionisti seri e competenti, di prendere in considerazione l’eventualità di spostarsi autonomamente in un altro settore” e ci chiediamo se mai sia possibile ai funzionari regionali di decidere autonomamente che lavoro fare, in quale ufficio!!!!!!!
«Non resta altro che il buon esempio venga dal basso, dai suoi stessi valenti dipendenti. È necessario – chiosa il sindacato – decidere in tempo e con senso di responsabilità.
Ribadiamo, che l’istituto della rotazione del personale è uno strumento che soprattutto in questi casi rappresenta un baluardo necessario per la tutela e la salvaguardia dei lavoratori. Dinnanzi a tutto questo, un’amministrazione rimasta impassibile, incapace di difendere il suo stesso operato piccona ancor di più la sua già dissestata credibilità».
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Da non crederci!.
Amantea ha tanti limiti, fisici, strutturali, culturali, ma soprattutto comportamentali, limiti che spesso siamo costretti a segnalare, a porre in evidenza.
Non certo per il gusto dissacrante di porre alla luce le cose che non vanno. No!.
Tantomeno che evidenziare il forte tasso di inciviltà che si nasconde dietro a certi comportamenti incivili, sicuramente istintivi, forse addirittura rabbiosi.
Solo per indicare la direzione sbagliata al fine di suggerire quella giusta.
E così quando vedi i comportamenti della Bella Amantea, quella civile, collaborativa, socialmente evoluta, come non sentirsi in qualche modo obbligati a coglierli e ad evidenziarli
Stamattina un paio di cittadini che non hanno voluto essere segnalati anche nella identità e che chiameremo Omissis uno ed omissis due, lungo via omissis una ed omissis due hanno dato vita ad uno show piacevole quale è stato quello di tagliare l’erba con la falciatrice a motore ed addirittura di strapparla a mano, raccogliendola ,poi, in sacchi neri per avviarli a rifiuto.
Un bell’esempio di civismo.
Un esempio che se ripetuto da tanti e dappertutto mostrerebbe la città come raramente vista!.
Ovviamente intorno altri cittadini seduti su sedie poggiate sul marciapiede ad osservare distrattamente… ma senza muovere un dito.
Ed i carabinieri che facevano un posto di blocco ad osservare, probabilmente sorpresi, un comportamento sicuramente positivo, loro che spesso sono costretti a vedere e redarguire i comportamenti negativi.
Forse c’è speranza per Amantea?
Forse si!
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Chi getta rifiuti dal finestrino commette un atto d'inciviltà.
Ma anche un atto di imbecillità visto che si configura un illecito amministrativo sanzionato con una multa fino a 425 euro
L'arrivo dell'estate non porta solo il caldo, ma anche gesti di una maleducazione insopportabile.
Non è infrequente infatti assistere a lanci di rifiuti più o meno grandi dai finestrini aperti della auto in corsa o in sosta.
Che si tratti di fazzolettini, chewing gum, cartacce varie o mozziconi di sigaretta, chi li compie non commette solo un gesto estremamente selvaggio, ma un vero e proprio illecito amministrativo, sanzionato dall'art. 15 del Codice della Strada con multe fino a 425 euro.
La cattiva abitudine di gettare piccoli rifiuti non riguarda però solo i conducenti delle auto o dei mezzi in circolazione in generale. La legge n. 221/2015 in materia ambientale prevede infatti che chi getta a terra piccoli rifiuti (scontrini, fazzoletti di carta e gomme da masticare) è sanzionabile con una multa che va dai 30 ai 150 euro, che è raddoppiata se il rifiuto è un prodotto da fumo. Come evitarlo? Semplice, basta tenere in auto un sacchetto da destinare ai piccoli rifiuti, anziché gettarli per strada.
Vietato gettare rifiuti dai veicoli in sosta o movimento
Gettare rifiuti dal finestrino non è solo un comportamento cafone, ma un vero e proprio illecito amministrativo sanzionato dal Codice della Strada. L'art. 15 del Dlgs. n. 285/1992 infatti, al comma 1 lettera f bis) prevede il divieto di "insozzare la strada o le sue pertinenze gettando rifiuti o oggetti dai veicoli in sosta o in movimento".
La condotta è sanzionata dal successivo comma 3-bis secondo il quale: "Chiunque viola il divieto di cui al comma 1, lettera f-bis), è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 106 a euro 425", importo aggiornato dall'art. 1, comma 1, D.M. 16/12/2014, a partire dal primo gennaio 2015.
Multa salata insomma per tutti quei conducenti e passeggeri che hanno la cattivissima abitudine di svuotare i posacenere delle auto sulle strade o sui marciapiedi, o di gettare carte alimentari, fazzolettini, salviette e chi più ne ha più ne metta.
Fino a 300 euro di multa per chi getta rifiuti
Il divieto di sporcare le strade sancito dall'art. 15 del Codice della Strada è stato rafforzato dall'entrata in vigore della legge n. 221/2015 "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali".
I commi 2 e 3 dell'art. 40 di detta legge, che al comma 1 prevede modifiche al dlgs. n. 152 del 3/04/2006, dispongono infatti che: "E' vietato l'abbandono di mozziconi dei prodotti da fumo sul suolo, nelle acque e negli scarichi".
La legge introduce anche il divieto (ex art. 232-ter) di abbandonare sul suolo, nelle acque, nelle caditoie e negli scarichi rifiuti di piccolissime dimensioni, quali anche scontrini, fazzoletti di carta e gomme da masticare.
All'articolo 255, dopo il comma 1, infine, e' inserito il seguente: «1-bis. Chiunque viola il divieto di cui all'articolo 232-ter e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro trenta a euro centocinquanta. Se l'abbandono riguarda i rifiuti di prodotti da fumo di cui all'articolo 232-bis, la sanzione amministrativa e' aumentata fino al doppio".
di Annamaria Villafrate da studiocataldi
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