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C’era un tempo in cui l’agricoltura e la pesca erano le principali attività economiche cittadine.

Poi la piana di Amantea è stata invasa da un irreversibile e dannoso processo urbanistico che piano , piano ha sottratto all’agricoltura tutte le terre più fertili ed oggi continua con questo inaccettabile consumo dei pochi spazi naturalmente destinati alla produzione agricola .

Ora resta solo Campora San Giovanni.

Ed è per questo che la Coldiretti anche quest’anno organizza la Fiera agricola Camporese.

Una fiera giunta alla sua XII edizione.

La straordinaria location è come sempre la splendida piazza San Francesco in Campora Sa Giovanni.

22 produttori esporranno i loro prodotti che potranno essere degustati.

Sono prodotti locali e calabresi.

Potrete trovare di tutto: olio, prodotti agricoli, anche trasformati, la famosa cipolla dolce, formaggi, sott’oli ,sottaceti; quanto offre l’agricoltura calabrese.

Insieme ai sapori dei prodotti locali anche la musica calabrese

La Coldiretti continua la sua Azione di tutela dell’agroalimentare made in Calabria e made in Italy.

Speriamo che approfittando della nuova programmazione Comunitaria 2014-2020 e nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) la Coldiretti nel confrontarsi con le Istituzioni segnali la irreversibilità dell’uso della terra destinata all’agricoltura che rende inutile per una parte del paese la speranza di lavoro per i giovani locali.

Speriamo infine che la Coldiretti approfitti di questa occasione per condurre una approfondita indagine sull’età media degli agricoltori di Amantea e Campora SG e ne tragga le opportune conclusioni sull’ impatto per l'economia e la società locale.

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fognaCiò che vedete è il risultato della TAC del “colon- retto” della città di Amantea, alla fine di una delle strade che portano al mare, la famigerata Via Garibaldi.

 

Lì da quell’enorme buco che attraversa la ferrovia, fuoriesce un vero e proprio fiume di escrementi.

 

Basta farsi una passeggiata sul lungomare nord e un tantino oltre per scoprire il meraviglioso spettacolo di merda che gioiosa si lascia trasportare dalle dense urine per poi tuffarsi nel mare di Ulisse. Un paio di giorni fa, il corposo fiume era proprio lì, alla luce del sole. Amantea e la Giunta comunale non sembra essere scossa più di tanto nel veder partire i clienti dagli alberghi cittadini.

 

I fondali di questo mitico Mare si ritrovano invasi da un immenso strato di merda, putrescente, che interessa la fascia costiera (circa 12 km) di pertinenza dell’Amministrazione comunale.

Oggi è il 3 agosto 2016 e come tutte le passate estati l'Omerico mare, che bagna Amantea, affoga nelle feci che una ingrata cittadina le somministra ormai da oltre 50 anni.

Questo Mare Nostrum risorsa per i residenti, per i quali sarebbe assurdo andarsene in vacanza in altre località marine, lo è anche per una città, come la nostra, che vuol fare del turismo il settore trainante delle propria economia.

La cittadinanza e gli addetti al settore commerciale, artigianale, alberghiero e balneare dovrebbero indignarsi e ribellarsi.

Un’azione che dovrebbe essere finalizzata nel mandare a casa un’“Amministrazione” indegna e inetta, preoccupata solo di presenziare a qualche stupido evento. Chiaramente vanno ritenuti equamente responsabili tutti gli organi di Stato deputati al controllo del territorio.

In modo duro e risoluto, i cittadini dovrebbero ribellarsi a questa “classe dirigente” che continua a mandare in giro “Sparaballe” a divulgare il verbo del tutto OK!

 

Ciò che segue è quanto venne divulgato dallo stesso portavoce l’anno scorso di questi tempi, oggetto: spazzatura e fogne spruzzanti: “ Si tratta di stupide leggende metropolitane. Non si può parlare per sentito dire. Non possiamo più tollerare interventi di un folle che parla di cose che non sa.

Abbiamo tanti di quei problemi reali in questo nostro amato paese che non dobbiamo inventarcene di falsi”. Fare l’usignolo (Sparaballe) dell’imperatore (Amministratore) è un inferno, un abisso d’iniquità, di menzogne, di tradimenti, che non si può scavalcare e dal quale non si può uscire puri a meno di essere protetti, “come Dante, dal divino alloro di Virgilio”.

 

Così parlava a metà del XIX secolo, Honoré de Balzac nelle sue Illusioni perdute.

Chiaramente, sia la Giunta capeggiata dal Sindaco, il loro portavoce Sparaballe e le altre autorità competenti non daranno nessuna rilevanza a quello che è successo un paio di giorni fa e si guarderanno bene dall’ annusare e respirare profondamente, senza mascherina protettiva, ciò che succede alla fine di Via Garibaldi, alle persone che frequentano la spiaggia e il lungomare e ai cittadini che vivono in questa da sempre maledetta strada. Senza alcun dubbio per gli Amanteani ciò che succede al Paese è inevitabile e naturale. Sembrerebbe che Amantea è una di quelle città che di “cambiare” proprio non vuole saperne. Io stesso l’ho scritto spesso con rabbia. Ma ora mi assale il dubbio che possa trattarsi di saggezza e non stoltezza. La saggezza coincidente con l’intuizione di un certo nascosto valore del “non cambiare”. Valore che impedisce di volere, ma soprattutto di potere, cambiare.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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Siamo brutti, sporchi e cattivi. Altrimenti non ci sarebbe questo schifo.

Altrimenti ci indigneremmo. Altrimenti ci arrabbieremmo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Altrimenti ci responsabilizzeremmo e faremmo di più. Tutti.

Se si poteva comprendere l’iniziale difficoltà ad attivarsi nella differenziazione dei rifiuti, non è tollerabile che a distanza di due anni ci siano carogne in circolazione che si liberano in questo modo dell’immondizia. Perché quello che continua a succedere, cioè la semina delle buste d’immondizia, è un abominio nei confronti della civiltà.

E allora mi arrabbio e mi indigno, perché tutto questo non è tollerabile, e non è oltremodo tollerabile l’accettazione dell’inciviltà e del degrado, come fosse un fatto a noi connaturato, un nostro tratto distintivo.

E dico un paio di cose: Chi getta l’immondizia per le strade compie un delitto, così come compie un delitto chi getta la bottiglietta, la carta delle sigarette, il tovagliolo etc etc… Compie un delitto nei confronti dei propri congiunti, della propria comunità, nei confronti di se stesso. Mortifica e ammazza la qualità della vita, inibisce alla società la possibilità di migliorare dal punto di vista sociale ed economico contribuendo deliberatamente alla bruttura collettiva. Ci sono ampie teorie che collegano il degrado individuale e sociale al degrado ambientale, una precondizione che favorisce l’emarginazione e la brutalità. Pertanto chi si macchia di questo delitto compie il male, alimenta il male, asseconda lo schifo, E FA SCHIFO. Chi abbandona i rifiuti, lo sappia, compie un reato perseguibile penalmente.

Ma tutto questo non è soltanto l’evitabile risvolto negativo della gestione differenziata dei rifiuti. E’ una questione che viene da lontano, da quel percorso di emancipazione culturale mai partito, da quel senso della decenza e del decoro pubblico sul quale non s’è mai puntato se non per improbabili e mal pronunciati proclami, derubricato a mero adempimento tecnico e gestionale, quasi sempre subordinato a qualche orticello da curare, mai considerato veramente per come deve essere, una vertenza culturale di conquista della civiltà prima di tutto. Qualcosa che si declina partendo da ragionamenti e prospettive fin troppo raffinate, temo, per la nostra modestissima capacità di comprensione, pigri ed involuti come siamo. Altrimenti non saremmo qui a discutere e a prendere atto dell’inesorabile minaccia del crepuscolo dei tempi.

E questo fa il paio con gli sversamenti fognari a mare, che si ripetono ad intervalli regolari, un altro danno incalcolabile, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista dell’immagine turistica della città. Ma su questo torneremo.

Ed è una cosa che riguarda la comunità intera e non soltanto l’Amministrazione politica, che della comunità medesima è fedelissima espressione, e che fa quello che può, quello che sa, quello che ritiene di poter e dover fare. Ed è di tutta evidenza che quel che fa non basta, non può bastare. Ho predisposto una comunicazione ufficiale al Sindaco, al Comandante della Polizia Municipale e a tutti i consiglieri comunali con un’esortazione all’attenzione e qualche suggerimento.

Nel frattempo, invito i barbari a venir fuori dalla nebbia che li ottunde, e i cittadini per bene ad indignarsi e ad arrabbiarsi, e a prendere tristemente atto delle nostre difficoltà di affrancamento da questo male oscuro che ancora una volta ci rende inesorabilmente brutti, sporchi e cattivi.

01.08.2016

Sergio Ruggiero

Le foto sono una presso la stazione ferroviaria, una sulla statale 18, una presso il campo sportivo.

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