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Redazione TirrenoNews

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Malasanità, carenze infrastrut turali e viaggi della ‘speranza’ mentre chi dovrebbe tutelare i pazienti discute degli assetti dirigenziali.

Quanto abbiamo sostenuto e che ci è stato contestato ora viene detto dalla politica regionale. Guarda un po’ !

La sanità impegna il 70% dell’intero bilancio regionale ed almeno per questo dovrebbe ricevere la massima attenzione da parte della politica; oltre che ovviamente per la salute dei calabresi.

Solo adesso sembra che si cominci a capire ed a parlare.

In primis dal governatore Mario oliverio il quale inaugurando la Pet di Reggio Calabria ( chissà poi perché mai una Pet per funzionare deve essere inaugurata ?) ha detto: "La Pet e' uno di quei servizi per i quali i calabresi sono costretti a ricorrere all'esterno, fuori dalla Calabria. Attraverso questo servizio si da la possibilità di avere una risposta importante, in situazioni particolarmente delicate, e di incidere nella mobilità passiva. E' un segnale che mostra come si possa invertire la rotta, come si possa costruire pezzo su pezzo un sistema moderno, che va incontro alle esigenze dei cittadini. Questa e' la sanità che mi piace, in questa direzione bisogna andare; questo l'esempio che dobbiamo seguire, con impegno straordinario. Io credo che se ciò avviene, possono stabilirsi le condizioni perche' la Calabria possa porsi al livello delle regioni più avanzate d'Italia.

Poi ha proseguito sostenendo che :”Il nostro obiettivo e' quello di rinegoziare il piano di rientro, al fine di avviare un percorso virtuoso che consenta un sistema sanitario qualificato.
L'esperienza commissariale, che dura da cinque anni, porta un bilancio negativo che e' scritto nei dati, purtroppo incontrovertibili, dell'incremento progressivo della emigrazione passiva e dell'aumento delle liste di attesa. Al fine di rinegoziare il piano di rientro e superare la rigidità dei vincoli che di fatto alimentano la spirale negativa ed al ribasso della qualità dei servizi sanitari, costituiremo una task force, coordinata dal dottor Fatarella, dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie, che elaborera' una proposta che porremo a base del confronto con il Governo. Dobbiamo costruire le condizioni perché il primo e più elementare dei diritti, quello alla salute, possa essere rispettato ed esercitato al pari di ciò che avviene in altre realtà. Questo e' l'obiettivo primario che vogliamo raggiungere . Lavoreremo per questo con apertura, ascolto, con determinazione". (ITALPRESS) 04-Dic-2015.

In secundis la  consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco la quale dichiara che : “Abbiamo la peggiore sanità del Paese per la quale i calabresi si accollano un’altissima tassazione mentre le migrazioni per curarsi toccano cifre stratosferiche (250 milioni di euro l’anno).

Nel contempo – sostiene la gli operatori sanitari di ogni ordine e grado ed in tutti i territori, fanno salti mortali per garantire le prestazioni minimali, spesso con turni massacranti per la carenza di personale ed in condizioni di estremo disagio, sia per loro che per i cittadini costretti a liste d’attesa interminabili.

Tuttavia dopo cinque anni di commissariamenti, a parte le polemiche tra la Struttura commissariale e il Dipartimento della Regione, il dibattito sulla sanità non verte su come migliorare la qualità e l’efficienza delle prestazioni, ma su questioni che riguardano gli organigrammi gestionali, su integrazioni fra aziende che rimangono fumose e la realizzazione di nuove strutture.

Il Consiglio ha in sé la forza istituzionale e legislativa e l’intelligenza politica per elaborare riforme e provvedimenti che incidano sull’organizzazione complessiva del sistema che va rivista con l’unico scopo di restituirle efficienza e piena funzionalità”.

L’acqua e' dolce ma le bollette sono salate e…pazze

Mercoledì, 09 Dicembre 2015 19:31 Pubblicato in Calabria

Succede a Cosenza.
Il consigliere Marco Ambrogio scrive : “Il periodo attuale non é sicuramente dei migliori dal punto di vista economico per i cittadini che si trovano a fronteggiare già una crisi che ha portata nazionale. Nella nostra città, poi, il tutto è aggravato da periodiche uscite schizofreniche dell’amministrazione Occhiuto che, come sta avvenendo negli ultimi giorni, ha fatto recapitare nelle case dei cosentini bollette dell’acqua che nulla hanno a che vedere con la realtà.

 

Numeri astratti, inventati, artatamente gonfiati che non ritraggono le reali cifre sia per ciò che concerne il consumo che il relativo costo da versare nelle casse comunali.

Infatti l’amministrazione comunale ha pensato bene di applicare un consumo idrico medio per famiglia che finisce per penalizzare l’utenza che intanto é costretta a pagare qualcosa che non ha consumato per poi eventualmente richiedere una restituzione che nelle migliori delle ipotesi avviene a distanza di anni.

Per tali motivi abbiamo chiesto al sindaco Occhiuto l’annullamento immediato delle bollette “non veritiere” di recente inviate per poi procedere in brevissimo tempo alla lettura reale dei consumi in modo da non penalizzare due volte i cittadini”.

Insomma siamo di fronte ad una scientifica follia, quale è la pretesa, da parte di un ente pubblico, che dovrebbe applicare la legge , di un pagamento non dovuto.

Tra privati si ipotizzerebbe un estorsione.

Tra pubblico e privato, perché no?

Un consumo ipotetico nascente da una mancata lettura può dar luogo ad una pretesa di pagamento?

Sicuramente no! E tantomeno può essere definito errore quando il presupposto è la mancata lettura !

Ma avviene .

E qualcuno deve intervenire . Perché non la Procura?

I comuni e la logica del “famo sordi”

Mercoledì, 09 Dicembre 2015 19:12 Pubblicato in Alto Tirreno

Per taluni fare il politico è un diritto, non un dovere.

E per gli stessi per farlo bene ed avere chance di essere rieletto occorre gestire soldi, fare assistenza , soddisfare le esigenze della comunità.

 

E se lo Stato non manda i soldi necessari, bisogna ingegnarsi.

Tasse e tributi non sono la soluzione migliore.

E qualcuno pensa che sia meglio trovare soldi nelle tasche dei altri, cioè non dei cittadini residenti e votanti.

Ed allora VIVA gli autovelox ed i photored

Ma qualcuno si arrabbia e denuncia.

E’ successo a Mandatoriccio dove lunedì 7 dicembre l’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ha inviato una semplice comunicazione alla Procura di Castrovillari e per conoscenza al Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, al Dipartimento Affari Interni Territoriali del Ministero degli Interni, al Prefetto di Cosenza ed alla Procura di Roma nell’ambito della quale ha voluto far rilevare l’ennesima installazione di rilevatori di velocità stradali “imboscati” e pericolosi ai fini della sicurezza stradale ad opera della Polizia Municipale del Comune di Mandatoriccio.

 

L’episodio è avvenuto Venerdì 4 Dicembre ed è stata ampiamente documentata dagli automobilisti che hanno inviato tutto il materiale necessario a rappresentare ed evidenziare le diverse e svariate illegalità circa l’istallazione del suddetto autovelox questa volta anche attraverso la produzione di video filmati.

L’Associazione ha inteso comunicare la gravità di quanto accaduto convinta che un’istituzione dello Stato debba essere la prima a rispettare la legge ed a dare il buon esempio: diversamente c’è il rischio che ciò possa provocare una confusione ed un imbarbarimento generale le cui responsabilità andrebbero certamente rintracciate nell’agire illecito delle Istituzioni.

A ciò si aggiunge il mancato rispetto dei diritti del cittadino. Quest’ultimo ha certamente dei doveri, tra i tanti il rispetto di tutte le leggi in vigore nello Stato italiano, ma ha anche il diritto di essere sanzionato secondo i principi e, appunto, le leggi previste dallo Stato e non in modo illecito, fuori dalla norma e, ci sia consentito, furtivo. L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, ritenendo doveroso segnalare quanto accaduto ha chiesto, inoltre, alle autorità in indirizzo di verificare se nei fatti esposti si ravvisino gli estremi di fattispecie penalmente ed amministrativamente perseguibili. L’Associazione, infine, ha dichiarato alle autorità in indirizzo di essere a completa disposizione per ogni eventuale chiarimento nonché per l’esibizione della documentazione in nostro possesso, comprovante l’illegittima ed irregolare installazione dell’autovelox nonché le comunicazioni dei cittadini richiamate ed auspica che quanto accaduto possa non ripetersi mai più. L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ricorda inoltre che ogni cittadino automobilista che rileva un’istallazione di rilevazione della velocità stradale abusivo può segnalarlo all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. mediante foto, video e dichiarazioni firmate “ da quicosenza.it

E nessuno interviene.

Basterebbe imporre il fermo e la contestazione immediata e questa storia vergognosa finirebbe....

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