Redazione TirrenoNews
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Venditori abusivi invadono il lungomare e fanno a botte per il posto
Sabato, 18 Luglio 2015 20:59 Pubblicato in CronacaErano giorni che venditori ambulanti avevano occupato una gran parte del lungomare di Amantea cominciando una lunga fila sin dal Lido Azzurro e verso nord.
Nessuna autorizzazione.
Nessun controllo.
Il lungomare sembrava ( o forse è) terra di nessuno. Vedi ad esempio la segnaletica!
Un po’ come l’intera Amantea dove è ripreso il vezzo di viaggiare sui ciclomotori senza casco o con il casco non allacciato, dove ognuno occupa la parte “ sua” di suolo pubblico sottraendola all’uso pubblico e spesso costringendo i pedoni a camminare in mezzo alla strada.
Anche sul lungomare la mancanza della autorità ha creato privilegi tra chi occupava la parte più ampia e frequentata da possibili utenti.
E da qui è certamente partita la scintilla che ha portato alla rissa che ha coinvolto diversi ambulanti abusivi e forse addirittura senza licenza commerciale
Dalla rissa due feriti trasportati in ospedale con l’autoambulanza del 118.
Ed insieme ai soccorsi anche i carabinieri che pongono fine alla rissa e tranquillizzano le tante persone , soprattutto mamme con bambini, che si sono trovate nei pressi
Ad intervenire i carabinieri della locale caserma e quelli del 112
Diversi i fermi poi confermati dal magistrato di turno
Silenzio da parte dell’amministrazione comunale, quasi che la cosa ( le risse, cioè) non li abbia interessati e non li interessi.
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Uno degli errori più tragici dell’Ufficio del Commissario per la emergenza ambientale è stato quello di supporre che si potesse facilmente gestire una rete fognaria lunga venti kilometri con la fogna sollevata 14 volte da potenti idrovore.
Chissà quale aberrante logica ha portato un tecnico a progettare una rete fognaria lunga 20 km in un territorio sostanzialmente orizzontale nel quale il trasporto avviene a caduta tra un impianto di sollevamento e l’altro, con consumi di energia abnormi che vengono trasferiti sulla inerme popolazione
Comprendiamo la accettazione del progetto da parte del comune di Belmonte Calabro felice di trasferire la propria fogna a sud e quindi in modo tale che il proprio mare sarebbe dovuto essere più pulito.
Ed ancora più comprendiamo la accettazione da parte del comune di Amantea che sciaguratamente aveva realizzato l’impianto di depurazione a nord del paese e quindi sopravento ed in modo che la puzza ( ed altro) si spargesse sugli abitanti , sulle case e sulle cose .
Non solo, ma l’impianto venne realizzato anche a fianco del fiume Catocastro che trasportava a mare quello che usciva dal depuratore , in particolare anche quando non funzionava e funzionava male .
E fu proprio per questo che fummo tutti felici di mandare la fogna Nocera Terinese
Tutti pensammo, così, di avere il mare pulito!
Solo dopo scoprimmo ch
e….
Ed oggi , proprio stamattina, ancora una pompa di sollevamento che va in tilt e manda la fogna sui terreni adiacenti.
La famosa fogna 13 che insieme alla 12 sono i due più seri problemi di questa rete.
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Longobardi. Il paese dei Santi e delle Venerabili
Sabato, 18 Luglio 2015 19:28 Pubblicato in LongobardiSuor Elisa Miceli nacque a Longobardi il 12 aprile del 1904; con la famiglia che ne aveva curato l'iniziale formazione umana e religiosa, si trasferì a Roma nel 1917, dove potè entrare in contatto con eminenti personalità del mondo cattolico-sociale. Nel maturare la decisione di consacrare la sua vita a Dio tra le Carmelitane, tornò in Calabria dove prese coscienza delle gravi condizioni di sfruttamento e degrado materiale, sociale e spirituale nelle quali versavano le popolazioni rurali. Si sentì profondamente chiamata ad annunciare il Vangelo ai più lontani, rimanendo carmelitana contemplativa nel cuore. Infatti la Madre Elisa aveva intuito che il Regno di Dio si rende presente tra gli uomini attraverso un'attenta opera di promozione umana e cristiana. Punti qualificanti della spiritualità di suor Elisa sono il riferimento al Sacro Cuore, significato in Gesù Eucaristia; frutto naturale ne è l'Ora Santa notturna assieme all'impegno apostolico, come senso di responsabilità che induce la Madre all'espiazione. L'agonia di Gesù nel Getsemani è l'icona che l'accompagnerà fin sul letto di morte. Dall'ansia apostolica, nella Festa dell'Immacolata del 1934, nascerà la Congregazione delle Suore catechiste rurali del Sacro Cuore, attraverso la quale partecipa il dono di Dio ad altre anime e rende più efficaci e solidi la vita di unione con Dio e l'apostolato catechistico. Fin dagli anni Venti, la Madre Elisa aveva dato vita agli oratori rurali, luoghi di accoglienza e di formazione integrale dell'uomo, del cittadino e del cristiano; essi sfociarono nella geniale originalità delle settimane campestri, praticate, poi, in varie regioni d'Italia.
Nella sua azione apre il cuore e tende le sue mani a ogni genere di bisogno; dà asilo alle ragazze madri, all'epoca cacciate di casa e rinnegate dalla famiglia, istituisce scuole materne e laboratori per ragazze, accoglie bambini orfani o esposti alla tubercolosi e alla miseria morale e materiale, rende consapevoli i poveri dei propri diritti e li sostiene nel loro esercizio. L'operosa giornata terrena della Serva di Dio venne stroncata da un male incurabile, che ella accolse in spirito di cristiana espiazione e di attiva conformazione alla volontà di Dio, in perfetta e lieta coerenza alla scelta fondamentale della sua esperienza di fede. Il 19 aprile del 1976, nella Casa della Congregazione di Frascati, la Serva di Dio spirava piamente, nel compianto generale e nell'unanime convincimento della sua santità di vita. Essendosi diffusa grandemente la fama di delle virtù umane e cristiane. I resti mortali della Serva di Dio, dopo la "Ricognizione Canonica", avvenuta il 2 marzo 2003, riposano nella Cappella della Madonna del Carmine, nella Chiesa dell'Assunta (detta di San Francesco di Paola) a Longobardi.
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