Redazione TirrenoNews
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Longobardi: Cambia democraticamente il gonfalone
Venerdì, 03 Febbraio 2017 19:09 Pubblicato in LongobardiScrive l’ amministrazione comunale:
“Con delibera n 7 del 02/02/2017 la Giunta Comunale di Longobardi ha fornito indirizzo per la Modifica dello Stemma e del Gonfalone Comunale, lo faremo nel modo più democratico possibile tramite l’indizione di una consultazione popolare.
Riteniamo sia il modo più bello per rendere onore al nostro Santo, Nicola Saggio.
Il nuovo gonfalone prevede che sia inserita, nello stemma ufficiale del comune, la figura di San Nicola Saggio, patrono di Longobardi, che si festeggia il 3 febbraio di ogni anno.
I bozzetti preparati dal grafico sono tre, e verranno, ora sottoposti a un sondaggio tra la popolazione su quale scegliere.
Dopo di che, sarà avviata la procedura prevista nel caso di modifica dello stemma ufficiale dei comuni.
Una importante iniziativa, che rende giustamente omaggio all’illustre longobardese, dichiarato Santo da Papa Francesco il 23 novembre 2014 in piazza San Pietro, e che si lega ad altre iniziative in corso atte a valorizzare e far conoscere la figura del neo Santo, tra cui vogliamo ricordare la prossima istituzione del Museo “Longobardi terra di Santi", visto che Longobardi, oltre ad avere San Nicola, ha altre figure importanti, quali Santa Innocenza, Arcangela Filippelli, Elisa Miceli, e altri.
L’unica nota stonata in questo prestigioso percorso avviato dall’amministrazione comunale, è l’assenza ai lavori della Consulta su San Nicola, per ben tre volte consecutive, della minoranza consiliare “Progetto Longobardi".
Minoranza che, invece di recitare il mea-culpa per non essersi presentata alle riunioni per tre volte di fila, riesce a polemizzare anche su una figura santa e illustre, che dovrebbe riempire d’orgoglio e riverenza tutti i longobardesi.
L’ultima riunione della Consulta, che si è tenuta sabato 28 gennaio scorso, era stata convocata dal sindaco, dopo aver sentito anche la minoranza, atto certamente non dovuto, ma fatto per una questione di delicatezza istituzionale, quello che purtroppo manca al gruppo consiliare “Progetto Longobardi”.
Ma, nonostante ciò, e, ripetiamo, per la terza volta consecutiva, la minoranza non si è presentata alla riunione, accampando scuse e polemizzando sul nulla, aggrappandosi a formalismi assurdi e che anch’essi giocano fortemente a suo sfavore, visto che: con tre assenze consecutive si decade da membro della consulta.
Ma siccome siamo persone di buon senso andiamo avanti.
Pertanto il processo di consultazione popolare si chiuderà tra 30gg.
Dopodiché faremo istanza all’Ufficio Onorificenze e Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché si inserisca nel Gonfalone Comunale, l’effige di San Nicola Saggio da Longobardi.
Con stima :
Il Sindaco dott. Giacinto Mannarino e L’amministrazione Comunale
Usanze e tradizioni: I giorni della merla, la Candelora e San Biagio
Venerdì, 03 Febbraio 2017 18:50 Pubblicato inAncora un pregevole contributo di Francesco Gagliardi, che ringraziamo, per la conoscenza di usanze e tradizioni locali ed anche perché non si dimentichi la nostra stessa storia . Questo il suo accorato contributo:
“Pochi giorni fa abbiamo celebrato i giorni della merla, ieri, 2 febbraio, la festa della Candelora, chiamata anche Presentazione di Gesù al Tempio, oggi la festa di San Biagio.
Le feste del 2 e 3 febbraio sono ricorrenze prettamente cristiane.
Perché Candelora?
Perché si benedicono e si accendono le candele all’inizio della Santa Messa che simboleggiano Gesù Cristo, la luce del mondo.
Negli Stati Uniti d’America la festa della Candelora, prettamente religiosa, è stata sostituita da una festa laica chiamata la Festa della marmotta.
Addirittura in Irpinia è stata sostituita con la “festa dei femminielli”.
La candelora fino al 1963 era anche chiamata festa della Purificazione di Maria.
Con il Concilio Vaticano II si decise, invece, chiamarla Presentazione di Gesù al Tempio.
Sono trascorsi 40 giorni esatti dal Santo Natale e secondo la tradizione ebraica una donna dopo il parto di un figlio maschio per purificarsi doveva recarsi al Tempio.
E così fece la Vergine Maria e lì incontrò, secondo il Vangelo di Luca, il vecchio Simeone. Mentre Simeone teneva in braccio il bambino disse:- Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele-.
Le candele benedette nelle chiese, secondo un antico uso e tradizione, vengono portate a casa e ben custodite.
Nei giorni tempestosi, piovosi, vengono accese e esposte dalle finestre e dai balconi per placare l’ira divina non solo dalle tempeste, ma anche dalle calamità e dalle epidemie.
In alcuni paesi calabresi i tizzoni che non si erano bruciati la notte di Natale nelle “focare” venivano conservati come oggetti sacri, e quando si sentiva nell’aria minaccioso il brontolio dei tuoni, precursori delle tempeste, si esponevano fuori dalle finestre o sui balconi, credendo vi fossero in essi la virtù di scagionarle.
Nella vicino Lago si espongono ancora oggi i biscotti fatti in occasione della festa di San Nicola di Bari.
La chiesa il 3 febbraio celebra San Biagio con la tradizionale benedizione della gola con due candele benedette incrociate.
Questa antica tradizione popolare resiste ancora malgrado la medicina abbia fatto passi da gigante.
Ora abbiamo l’aspirina, la penicillina, i vari colluttori e tanti altri medicinali e tanti altri rimedi, ma c’è chi ancora oggi continua ad affidarsi alla benedizione della gola con due candele benedette da parte del sacerdote per tenere lontano il mal di gola e la difterite.
San Biagio fu medico, vescovo e martire. Morì decapitato.
Dichiarato santo dalla chiesa cattolica e protettore della gola, perché salvò una giovane da una lisca che le si era conficcata in gola.
La festa della Candelora, secondo la tradizione popolare, abbonda di proverbi e che a detta di molti ci permette di prevedere come sarà il tempo nella seconda parte dell’inverno.
Io me ne ricordo uno che la nonna materna me lo ha fatto imparare a memoria:-
Per la Candelora de l’inverno siamo fora, ma se piove e tira vento de l’inverno siamo dentro.
Purtroppo, però, i proverbi variano da regione a regione e a volte si contraddicono pure.
Quello più conosciuto è quello riportato poc’anzi.
Ma c’è un’altra versione opposta che recita:- Per la santa Candelora se nevica e se piove dell’inverno siamo fora, ma se c’è il sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno-.
Un altro proverbio richiama il ricordo dell’Epifania.
Con l’Epifania tutte le feste vanno via:- Risponne a Candelora:No, ce stongo io ancora!-
E’ un classico proverbio napoletano che ci sta ad indicare l’estro, la genialità del popolino che ha saputo inventare altre feste da riempire un intero anno.
Secondo la tradizione popolare, infine, la Candelora è l’ultimo giorno utile per smontare il presepe costruito il giorno dell’Immacolata Concezione.
Ora noi che viviamo in Calabria possiamo essere contenti perché ieri è stata una bellissima giornata con una temperatura al di sopra dei 15 gradi e quindi le giornate fredde, gelate, con nevicate abbondanti dovrebbero essere solo un pallido ricordo.
Invece per quelli del Nord le giornate dovrebbero essere piovose, ventose, con abbondanti nevicate anche a quote basse perché il tempo era pessimo.
Finalmente al Nord dovrebbe arrivare la tanto attesa pioggia che manca da diversi mesi e spazzare via lo smog.
L’acqua dei fiumi era scesa a livelli bassissimi e incominciava a preoccupare la popolazione agricola.
In un mio libro “Viaggio nella Memoria” così scrissi nella prefazione:- I giovanissimi di oggi, i ventenni, che vivono di motociclette, discoteche, paninoteche, coca cola ( oggi aggiungerei di telefonini, di What’s up), fra scuola e primi amori, non hanno più ricordo di queste tradizioni, di questi riti, consumati in un altro mondo e provenienti da un’altra cultura.
Molti riti, consuetudini, usanze e tradizioni, hanno ceduto il passo al progresso della civiltà e della scienza-.
Mercoledi' lo Speciale di LaC sul Porto di Amantea: Ne parla Vincenzo Lazzaroli
Venerdì, 03 Febbraio 2017 18:31 Pubblicato inQuesta la nota:
“Sulla questione legata all’ insabbiamento del porto di Amantea, che abbiamo denunciato qualche giorno addietro con dovizia di particolari e fotografie, registriamo il prezioso intervento dei Commissari prefettizi che hanno accolto con sensibilità la gravità del problema.
Allo stesso tempo ci è parso interessante ma tardivo l’intervento fatto dal Consigliere Regionale del PD Aieta, che ha inteso cavalcare la vicenda, dichiarando di portare il problema all’attenzione del presidente della giunta regionale.
A questo punto invitiamo l’On Aieta a partecipare alla trasmissione televisiva “i fatti in diretta” dell’Emittente LaC, che si terrà il prossimo mercoledì proprio dal porto di Amantea e a dare il suo contributo per una escalation del problema a livello regionale.
Noi intanto abbiamo già programmato sulla vicenda, grazie l’On. Giuseppe Graziano, un’interrogazione a risposta immediata direttamente al presidente Oliverio lunedì prossimo.
L’evoluzione di questa battaglia dimostra che l’attenzione politica che mettiamo in campo ogni giorno per la Città di Amantea, continua a produrre i suoi effetti, laddove incontra poi una macchina amministrativa capace di cogliere gli stimoli e che proattivamente affronta i temi sul tavolo e tenta di risolverli.
Non possiamo, dunque, che rallegrarci di quanto stia avvenendo, attenderemo fiduciosi il corso degli eventi e rimarremo al servizio della Comunità, con la passione e l’impegno che ormai tutti i cittadini di Amantea hanno avuto modo di toccare con mano ed apprezzare nel corso di questi anni.
Infine, ci corre l’obbligo, di ringraziare la Dott.ssa Greco e il Sub Commissario Ghionna per il loro tempestivo intervento che, siamo sicuri, porterà finalmente alla soluzione definitiva del problema".
Vincenzo Lazzaroli