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Redazione TirrenoNews

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Sparatoria a Malmo in Svezia: due morti e quattro feriti

Martedì, 19 Giugno 2018 08:58 Pubblicato in Mondo

15, forse 20 colpi di pistola, esplosi in rapida sequenza: due persone restano a terra, senza vita; altre quattro, ferite, vengono soccorse.

 

 

 

 

 

 

 

È successo in pieno centro a Malmo, in Svezia: la sparatoria è avvenuta mentre i tifosi stavano celebrando la vittoria sulla Corea del Sud ai Mondiali.

Secondo le prime ricostruzioni, il killer è sceso da un'auto davanti a un internet caffè e ha aperto il fuoco su un gruppo di persone.

Poi si è dato alla fuga.

Secondo le autorità, "non si è trattato di terrorismo".

Le vittime avevano 18 e 29 anni.

Un uomo, italiano, è stato fermato durante la notte per l'omicidio del senegalese Assan Diallo ucciso sabato sera a colpi di pistola a Corsico, nell'hinterland milanese. Fabrizio Butà, 47 anni, di origini calabresi ha confessato davanti al pm Christian Barilli.

Si è presentato spontaneamente ai carabinieri nella tarda serata di ieri e avrebbe raccontato che, all'origine del delitto, vi sarebbero state ripetute molestie da parte del senegalese alla sua fidanzata. I due si sarebbero dati appuntamento sabato sera per risolvere la questione e, in un giardinetto di via delle Querce a Corsico, Butà ha sparato almeno dieci colpi, dei quali sei in faccia all'immigrato.

L'uomo ha precedenti anche per un omicidio del 1998. La sua compagna, di 36 anni, è stata arrestata per favoreggiamento personale, detenzione di arma illegale e possesso di stupefacenti. È nel suo garage che è stata trovata l'arma del delitto.

Ucciso da qualcuno che l'ha anche insultato con frasi razziste. La moglie di Assane Diallo, il senegalese di 54 anni ucciso a colpi di pistola in via delle Querce nella tarda serata di sabato a Corsico (Milano), ha riferito ai carabinieri che il marito aveva avuto un diverbio con una persona che gli avrebbe rivolto anche epiteti razzisti.

b)Milano, senegalese ucciso in strada a colpi di pistola. La moglie: «Agguato razzista»

È anche su questa circostanza che stanno lavorando gli investigatori, anche se la modalità spietata con cui l'uomo è stato ucciso potrebbe far pensare a un omicidio maturato in un contesto malavitoso. Diallo, però, aveva piccoli precedenti risalenti nel tempo: era stato denunciato alla fine degli anni '90 per spendita di denaro falso e per una patente contraffatta. Le indagini riguardano anche l'attività di buttafuori in alcuni locali del senegalese che era addetto alla sicurezza anche nei supermercati.

Il sindaco di Corsico Filippo Errante ha dato la «massima disponibilità» ai carabinieri che stanno lavorando per dare un nome a chi ieri sera ha ucciso a colpi di pistola il senegalese Assane Diallo e spiega che «se gli investigatori accerteranno che si tratta di crimine razziale, come afferma la moglie, la condanna mia e dell'intera Amministrazione sarà senza se e senza ma». «Ho sentito la Compagnia Carabinieri per essere costantemente informato sullo sviluppo delle indagini - scrive in una nota Errante -. Sono in corso una serie di verifiche anche con il magistrato incaricato. Ho confermato la massima disponibilità delle istituzioni. Forniremo tutto il supporto necessario e, sono sicuro, non mancherà, se si rendesse necessario per rafforzare il notevole lavoro svolto dagli uomini dell'Arma, anche l'intervento della Prefettura».

Nel frattempo, «con la Polizia locale abbiamo già deciso di rafforzare il presidio di alcune zone fino alle 22 e, due giorni la settimana, fino alle 24. Proseguiremo in modo serrato i controlli anche dei locali pubblici e dei loro avventori. Perché, questi interventi eseguiti negli ultimi anni, in cui abbiamo potenziato il comando con nuove assunzioni, sono stati utili affinché la Questura disponesse, in diverse occasioni, la chiusura di alcuni locali». «Se gli investigatori accerteranno che si tratta di crimine razziale, come afferma la moglie, la condanna mia e dell'intera Amministrazione sarà senza se e senza ma - conclude Errante -. Credo però che non sia corretto, nel rispetto della magistratura, giungere a conclusioni affrettate perché ritengo che i carabinieri debbano poter svolgere il proprio lavoro fino in fondo. Si è trattato di un'esecuzione. Su questo credo non ci siano dubbi.

L.F. è la 43enne che, dopo una continua lotta contro la burocrazia per avere un alloggio che da sola non può pagarsi, stasera, vinta dalla disperazione, si è incatenata alle scale del municipio

 

 

 

 

E’ la storia di una italiana che è stata dimenticata insieme al figlio 23enne da uno Stato che pensa che i problemi li abbiano solo i migranti ed i ROM ed i SINTI.

Un donna che vive in un garage prestatole dalla bontà amanteana e che con coraggio ha affrontato una guerra contro chi l’ha dimenticata.

Una allocazione assolutamente inidonea per chiunque ed ancor più per un invalida civile ed un giovane ragazzo

E stasera sembra che L.F.abbia vinto almeno la prima battaglia

Il sindaco Mario Pizzino pochi minuti fa ha firmato l’ ordinanza numero 50 per la sistemazione temporanea di L.F. e del figlio in un albergo locale.

Purtroppo L.F. non è l’unica ad Amantea ad avere bisogno di un alloggio popolare.

Altri ce ne sono, altri ce ne saranno.

Il problema è che da anni ad Amantea non si costruiscono più alloggi popolari per gli aventi bisogno.

Ed inoltre il problema è che l’amministrazione comunale da anni tenta di liberare gli alloggi popolari detenuti senza titolo.

Ora sembra si sia giunti all’epilogo, al punto che sono stati emessi i primi sgomberi.

La strada dello sgombero però può avere due soluzioni.

La prima è l’allontanamento bonario, così che l’alloggio ritorni nella disponibilità del comune che potrà provvedere alla sua assegnazione.

La seconda è che esiste anche la possibilità del ricorso amministrativo, ricorso che allungherebbe i termini entro i quali il comune potrebbe assegnare l’alloggio.

E così stasera il sindaco Pizzino ha rotto ogni indugio ed ha deciso che nelle more che si liberi qualche alloggio popolare la signora L.F. ed il figlio devono avere una risposta da parte dello Stato e della sue espressioni sul territorio

Ad assistere l’amministratore il ragioniere Gaetano Vigliatore ed il comandante della polizia Municipale Emilio Caruso

Hanno concorso inoltre alcune unità della P:M. ed Alcuni militi della locale caserma dei carabinieri guidati dal comandante Fabio Mandato.

Qualche dignitosa lacrima ha solcato il viso della amanteana al momento di essere accompagnata dagli stessi Vigili Urbani nell’albergo locale

Domani sarà un altro giorno, soprattutto per queste due persone

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