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Cleto: Al Consiglio Comunale va in scena il giallo “Chiesa SS Rosario”
Venerdì, 29 Luglio 2016 22:18 Pubblicato in Basso TirrenoNella scienza in special modo,ma anche nei rapporti tra le persone, normalmente si rispetta la logica, i fatti e il buon senso.
La politica, da Milano-Roma fino a Cleto e anche più giù, non ha oramai nessun rispetto della logica,dei fatti e del buon senso e si muove e agisce solo nell’interesse di singoli o di ristretti gruppi.
Cominciamo con i fatti.
In data 05/06/2014 la Giunta Longo(sindaco)-Bossio(vicesindaco) approva il progetto esecutivo che prevede la messa in sicurezza della Chiesa S.S. Rosario (di proprietà della Curia e dichiarata di interesse culturale-dec. n. 39 del 27/02/2014) e interventi per gli spazi fruibili del Castello di Cleto per un totale di 300000,00 euro (POR CALABRIA FESR 2007-2013)..
Il 22/05/2014 il Comune di Cleto chiede alla Curia l’autorizzazione per intervenire sulla Chiesa come da progetto e in data 17/06/2014 l’Arcivescovo di CS dà l’assenso con la precisazione “rimanendo intesi che le spese derivanti dall’operazione siano a carico dell’Amministrazione Comunale”.
Il 17/02/2015 viene redatto il verbale di consegna dei lavori all’Impresa Appaltatrice.
In data 01/04/2015 l’Amministrazione Longo-Bossio cade perché tre della maggioranza (tra i quali il vice-sindaco Bossio) si dimettono insieme alla minoranza.
Tra luglio 2015 e ottobre 2015 (a Cleto c’è già il Commissario prefettizio) tra la Curia di CS e il privato Roelof Gezienus Van HOOLwerff (olandese) viene perfezionato l’atto di vendita della chiesa del SS Rosario per euro 10000,00.
La legge prevede chiaramente che il Comune di Cleto, nel cui territorio è ubicato il complesso edilizio,in quanto dichiarato di interesse culturale,avrebbe dovuto essere informato e messo nelle condizioni di esercitare il diritto di prelazione del bene stesso.
Alle elezione del 05/06/2016 si confrontano due liste, “Insieme per Cleto”, con capolista Longo, e “A testa alta”, capolista Bossio. Longo vince le elezioni e Bossio,oggi, insieme ad altri due consiglieri formano la minoranza nel Consiglio Comunale.
In data 20/07/2016 la nuova Amministrazione Longo-Filice convoca un Consiglio Comunale straordinario con unico punto all’OdG “ attivazione procedure di esproprio Chiesa SS Rosario”.
La maggioranza Longo-Filice sostiene pubblicamente che il Comune di Cleto, nel cui territorio è ubicata la Chiesa del S.S. Rosario,non è stato messo nelle condizioni di esercitare il diritto di prelazione del bene stesso e che oggi, nell’interesse dell’Amministrazione e quindi dei cittadini di Cleto, ha come strada obbligata da percorrere quella dell’esproprio della Chiesa ai nuovi proprietari e poi procedere alla realizzazione del progetto.
Questa strada che l’Amministrazione è fermamente decisa di proseguire ha,secondo la maggioranza, due motivazioni forti,una economica l’altra ideale e culturale insieme.
Il danno economico sarebbe dato in primis dalla perdita del finanziamento perché ad oggi non è possibile nessuna variante,in quanto l’intervento sulla Chiesa prevede una somma superiore al 50% dell’intero importo e in secundis un danno diretto per le penali da pagare alla Ditta appaltatrice (calcolato tra i 50 e 60 mila euro).
L’altra motivazione di ordine ideale-culturale è quella di restituire ai Cletesi un bene che “rappresenta la memoria storica e l’identità del Comune di Cleto…”.
Se quanto affermato risponde a verità, la maggioranza si propone di seguire un percorso che è logico, è di buon senso e risponde in pieno agli interessi economici e culturali di Cleto.
La minoranza (Vairo-Santoro,il capogruppo Bossio è assente) sono contrari all’esproprio e motivano il loro NO attraverso tre affermazioni.
Il Sindaco era a conoscenza della compravendita,il Comune (evidentemente il Commissario) ha ricevuto l’invito ad esercitare il diritto di prelazione e non lo ha esercitato e oggi l’unica via utile è quella di fare una variante al progetto e lasciare la Chiesa ai privati per iniziative che potrebbero portare lavoro a Cleto.
Nella replica,in un clima molto acceso, il Sindaco parla di “regie occulte” e il vice sindaco di compravendita a dir poco “astuta”. Inoltre il Sindaco afferma che “gli olandesi hanno alzato una barriera probabilmente perché hanno seguito i suggerimenti di alcune persone del luogo” facendo chiaramente intendere che dietro la compravendita della chiesetta ci siano oltre che gli interessi degli olandesi anche di persone di Cleto. Inoltre il Sindaco invita la minoranza (accreditandola come rappresentante degli olandesi!) a portare la volontà del Consiglio agli olandesi “e cioè la necessità di acquisire questo bene nel patrimonio Comunale per poi metterlo in sicurezza e restituirlo garantendo la fruizione dello stesso,attraverso una convenzione/contratto che pone gli stessi in una posizione privilegiata…”. (secondo il mio giudizio una concessione eccessiva e poco logica!)
La Consigliera di minoranza Santoro,in un suo intervento,chiede espressamente al vice-sindaco “quale sarebbe stata la decisione dell’Amministrazione in presenza di un progetto presentato dagli olandesi”.
Il vice-sindaco risponde dicendo che non solo non c’è nessun progetto da parte degli olandesi ma che gli stessi stanno ostacolando l’unico progetto esistente.
Se si analizzano i fatti e la discussione in Consiglio, con un minimo di logica e buon senso, si può affermare senza ombra di dubbio che o la maggioranza o la minoranza,per sostenere l’orientamento di voto, dice coscientemente e vergognosamente il falso,sopratutto in riferimento al diritto di prelazione e alla possibilità della variante!
Se fosse vero quanto sostenuto dalla minoranza (sia in merito al fatto che il Sindaco Longo sapesse fin dall’ottobre 2014 della compravendita,sia che il Comune non ha esercitato il diritto di prelazione,sia che i privati potrebbero fare investimenti) saremmo difronte a un comportamento superficiale e irresponsabile dell’allora Amministrazione Longo-Bossio,un comportamento discutibile del Commissario e un comportamento per lo meno strano da parte di privati che hanno interesse serio di investire e che nel contempo,per quanto riferisce il Sindaco, non hanno mai presentato un progetto e ”hanno alzato barriere”.
Se il Sindaco e la vecchia Amministrazione Longo-Bossio sapeva della ipotesi compravendita e oggi c’è stato il ripensamento,ben venga il ravvedimento. Se il Commissario non ha esercitato il diritto di prelazione ha commesso un grave errore a danno dei cletesi. Se gli olandesi sono effettivamente intenzionati a investire perché “alzare barriere” con la maggioranza e avere più affinità-vicinanza con la minoranza?
In ogni caso, qualora fossero veri tutti i fatti che la minoranza ha portato come giustificazione del loro orientamento, non sarebbero delle buone ragioni,secondo il mio giudizio,per lasciare un bene pubblico a privati che, come dice il vice-sindaco, è stato acquisito per lo meno in modo “astuto” e che gli stessi oggi stanno ostacolando l’unico progetto esistente per la Chiesa.
Anzi sono buone ragioni perché una Amministrazione democraticamente eletta,rimediando agli errori e alle omissioni, si riappropri della Chiesa per almeno tre motivi,uno economico,l’altro culturale e infine per tutelare la dignità del popolo di Cleto che non può permettere di essere raggirato come se a Cleto abitassero solo dei gonzi!
In ogni caso sorgono spontanee domande inquietanti alle quali maggioranza e minoranza hanno il dovere di rispondere!
Perché si realizza una compravendita della Chiesetta quando sulla stessa c’è un finanziamento pubblico in corso di esecuzione? Perché il Commissario,se fosse vero quello che dice la minoranza,non ha esercitato il diritto di prelazione?
Perché il Sindaco assegna alla minoranza quasi il ruolo di portavoce degli olandesi?
Perché la minoranza si fa scudo di motivazioni,che, anche se vere, risulterebbero, per logica e buon senso,poco convincenti per giustificare il voto contrario e sollecitare l’Amministrazione a lasciare la Chiesa ai privati?
Quali sono i reali interessi in gioco?
I cittadini di Cleto hanno il diritto di sapere senza ombre di dubbio chi mente e chi dice il vero, chi difende gli interessi (economici e culturali) di Cleto e chi difende gli interessi di privati, siano essi solo olandesi o olandesi insieme a cletesi o altro ancora. Giuseppe Furano
ASP Cosenza: Franco Petramala condannato per danno erariale
Venerdì, 29 Luglio 2016 20:19 Pubblicato in CosenzaLa Corte dei Conti della Calabria ha condannato ieri l’ex direttore generale di Cosenza Franco Lucio Petramala, il dirigente Antonio Scalzo e il collega Antonio Mascaro.
I tre sono stati dichiarati responsabili di aver assunto scegliendoli senza concorso personale per gestire il Centro prenotazioni , un lavoro che poteva essere svolto dai dipendenti dell’ente.
In sostanza le mansioni potevano essere svolte direttamente dal personale già in forza all’Asp e regolarmente retribuito con denaro pubblico.
In più i lavoratori esterni ‘prescelti’, secondo i giudici, sarebbero stati selezionati senza alcun tipo di gara ad evidenza pubblica, ma semplicemente con la presentazione di un curriculum vitae.
Per questa ragione Petramala dovrà risarcire l’Asp versando nelle cassa dell’ente 180mila euro per il danno provocato, mentre i due dirigenti dovranno restituire 2.549 euro ciascuno.
La vicenda riguarda contratti di lavoro stipulati tra il 2008 e il 2009.
Ci sarebbe piaciuto sapere i nomi degli assunti per capire le vere ragioni della assunzione
Ed ancora ci sarebbe piaciuto sapere che fine hanno fatto questi assunti, se ancora sono nell’ASP, magari stabilizzati, o se sono stati licenziati e da chi.
Ma queste sono cose da grandi giornali.
Amanteano arrestato a Rende per aver rubato ventiquattro dvd
Venerdì, 29 Luglio 2016 10:14 Pubblicato in CronacaE’ una notizia che ci ha sconvolto.
Una di quelle che si inquadrano nel dramma sociale della indigenza di un italiano del quale non si cura nessuno.
Un giovane amanteano nel pomeriggio di ieri 28 luglio ha tentato di rubare nel punto vendita Mediaworld del centro commerciale Metropolis ventiquattro dvd del valore complessivo di 60 euro.
Si tratta di Silvano M. residente ad Amantea.
Dopo aver superato le barriere di controllo delle casse senza pagare, scoperto da due addetti alla sicurezza, che gli richiedevano documento identità, M. li avrebbe strattonati entrambi prima di essere bloccato.
Uno dei due addetti alla sicurezza, un quarantaquattrenne di Torano Castello, a seguito della colluttazione medicato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Cosenza ha riportato contusioni ed ecchimosi al braccio, ferite giudicate guaribili in tre giorni.
Arrestato con l’accusa di rapina impropria l’uomo è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della compagnia dei carabinieri di Rende in attesa di giudizio.