Redazione TirrenoNews
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“Non abbiamo i soldi per mangiare e tu ti fai la droga!”.
Domenica, 24 Luglio 2016 18:28 Pubblicato in Alto TirrenoE’ la terribile frase che una moglie addolorata ha rivolto al marito che aveva appena comprato una dose di droga.
La frase è tratta da una intercettazione relativa allo spaccio di cocaina nell’alto tirreno cosentino.
Ma poi la coca deve essere pagata ed allora si ascolta un'altra conversazione intesa a recuperare i soldi: “Ci dobbiamo vedere Francesco, non mi dire niente; da sabato che ci dovevamo vedere, dai, ti voglio bene.
Lo sai io ti vengo a trovare fino a casa, ti vengo a salutare, io sono serio, parto da Praia apposta...”
Quanto dolore , quanta tristezza, dietro queste gravi dipendenze, siano essere di fumo di alcool o di droghe!
Quanto amore nelle parole della moglie che richiama il marito tentando di farlo rinsavire e di responsabilizzarlo.
Santa Barbara di Belmonte Calabro, dove è facile arrivare a 100 anni!
Domenica, 24 Luglio 2016 18:08 Pubblicato inIl 23 luglio 1916 era domenica.
L’Italia era in guerra; il Consiglio dei Ministri si accingeva a chiedere un prestito internazionale di 20 miliardi per sostenere lo sforzo bellico. Era in corso la prima guerra mondiale.
Nelle campagne di Belmonte Calabro nasceva Osso Rosa.
Ieri 23 luglio 2016 Rosa ha compiuto e festeggiato insieme ai suoi cari i 100 anni.
36525 giorni vissuti come ha detto lei offrendo un sorriso a tutti.
Senza muoversi mai dalla sua terra, dal suo panorama sul Tirreno ,in vista del mare, delle lontane isole Eolie e della costa siciliana.
Un secolo vissuto nella sua casa anche lei datata e che ha come la signora Rosa intensamente vissuto.
Lo abbiamo saputo per sbaglio vedendo uno dei suoi cari che ritirare da un negozio di Amantea un grande 100 portato con gioia dentro l’auto per essere salito a Santa Barbara.
Una frazione di Belmonte Calabro lontana dallo stress, dai rumori, dai gas di scarico delle auto.
Una frazione dall’acqua buona ( forse anche dall’acqua la longevità dei suoi abitanti).
Un mistero le ragioni di questa serena longevità.
Certo ad essa non sono estranei la dolcezza di una vita semplice, la alimentazione quasi vegetariana, con prodotti quasi tutti coltivati direttamente e con la aggiunta di qualche uovo, magari di un po’ di bollito di gallinella vecchia, le alici un tempo portate nelle “lannie” dalla donne della marina, e poi il mitico maiale per lo più nero, con un po’ di sale ed un pò di pepe rosso.
Ed infine una vita attiva legata ai ritmi solari , con la sveglia all’alba ed il riposo al tramonto.
Nella famiglia di Rosa anche altre centenarie come Ianni Maria.
A lei ed ai suoi cari i nostri auguri.
Foto Sergio Zanardi.
Abbiamo chiesto con forza , ad Amantea, almeno la casa della salute, cioè una struttura capace di dare significato al termine SALUTE, ed ecco la risposta della politica.
NIENTE. È stato emanato l’Atto aziendale che sul Tirreno prevede la Casa della salute solo a Praia a Mare. Ad Amantea NO! Ormai è certo! Anzi certissimo.
Amantea, quindi, non sarà mai sede di un ospedale, non avrà mai un pronto soccorso, non sarà sede nemmeno di un distretto, né avrà la struttura MINIMA denominata Casa della Salute.
Questo proprio per rispetto alla Perla del Tirreno, alla sua storia, alla sua nobiltà, alla sua cultura, alla sua politica.
Non disperiamo, però! Tra poco, dopo l’articolo, parleranno, ci inviteranno a non essere allarmistici, ad avere fiducia, ad aspettare il tempo giusto .
Arriveranno ad imbrogliare le carte tentando di farci credere che la NOSTRA la Casa della salute non avrà questo nome ma, comunque, quella di Amantea avrà una forma ed una dimensione speciali, cioè capaci, tuttavia, di offrire alla popolazione del suo hinterland ogni utile servizio sanitario.
E’ molto probabile.
Ad avvalorare questa ultima nostra ipotesi i risultati della approfondita ricerca che abbiamo condotto.
Nella prima foto in basso, ecco, il progetto di massima del modello di sanità dell’hinterland di Amantea.
Non un palazzo, non una casa, per ora solo una capanna, da ristrutturare.
A confermare la nostra visione ricordiamo quanto abbiamo già avuto.
Il laboratorio di analisi diventerà un semplice punto di prelievo.
I macchinari saranno trasferiti altrove, il personale sarà trasferito altrove, e noi tutti come pecore andremo a fare la fila, per pagare il ticket, poi faremo la fila per farci tirare il sangue.
Solo che il nostro sangue sarà portato altrove per essere esaminato. E così aumenterà la spesa sanitaria. Eh si, perché dovranno essere comprate auto per trasferire il sangue ed assunti autisti per portarlo e ritirarlo.
Poi con comodo ( quando?) arriveranno i risultati e rifaremo la fila per ritirarli.
Poi faremo la fila dal nostro medico di famiglia per farglieli leggere.
E lui ci dirà che c’è qualcosa che non va e che occorrerà fare altre analisi integrative e così ricominceremo.
Alla fine capiremo che è meglio, molto meglio andare dal laboratorista privato.
Ma questo vale solo per i primi mesi dell’anno, perché poi finiranno gli esami autorizzati al medesimo e così tutti saremo col c…. per terra.
Salvo pagare!
Se le nostre donne vorranno sapere il loro grado di osteopenia( ricordiamo che è uno stato fisico che non dà sintomi e la cui diagnosi avviene solo con apposita apparecchiatura) dovranno aspettare in piazza il camper del Rotary od andare in ospedale.
Che fine per Amantea che era famosa per aver eseguito decine di migliaia di Mineralometrie Ossee Computerizzate (MOC) !.
Anche il laboratorio radiologico che fino ad ora era, insieme al laboratorio di analisi, tra i servizi più efficienti e prestigiosi, finirà male.
Fino a pochi giorni fa rendeva tutti gli esami necessari al massimo il giorno dopo la richiesta, ma ora sono stati ridotti i servizi e sono nate le file.
Così gli amanteani e quelli del distretto amanteano sono costretti ad andare in ospedale.
Le uniche eccezioni, ci hanno raccontato, sono state fatte per un giovane profugo che si è rotto il braccio ed al quale, giustamente, senza prenotazione, è stata eseguita una radiografia che ha permesso di constatare la frattura. Si è trattato di un sempre auspicabile comportamento umanitario, quello, in verità, che si impone anche per i nostri anziani.
In queste condizioni attendere il mammografo digitale significa illudersi.
…continua…….