La squadra mobile di Cosenza pone fine ad uno scandaloso business dei profughi;quello di Aprigliano mettendo i sigilli alla struttura di contrada Spineto.
Un storia sofferta quella del CARA di Aprigliano dove erano ospitate circa 60 persone con alcune donne somale rinchiuse in uno scantinato senza finestre ed altri migranti costretti a dormire tra i vani delle scale.
Quest’inverno poi sembra che siano state lasciate senza nè riscaldamenti nè elettricità.
La struttura di contrada Spineto, condotta dalla cooperativa "Sant'Anna" gestita dal trentatreenne Presidente della Cooperativa di Pedace nonchè assessore del PD nella giunta apriglianese, Carmelo Rota,
Il centro ospitante richiedenti asilo è di proprietà di M.S. di anni 65.
Ambedue sono stati indagati per i reati di concorso in abuso edilizio ed altro.
Nel cda della cooperativa pare vi sia anche Marco Morrone imprenditore famoso per le sue cliniche private, fratello del presidente del consiglio comunale di Cosenza Luca e figlio dell’onorevole leader di Forza Italia in Calabria Ennio Morrone.
Dalle indagini condotte dal personale della Polizia di Stato sono emersi una serie di abusi edilizi e false documentazioni. Inoltre, i locali della struttura sono risultati essere privi di Certificati di Agibilità e gravati da problemi igienico-sanitari derivanti da precari allacci alle reti fognarie.
Bonaventura Ferri, segretario della Uil vigili del fuoco di Cosenza in una nota afferma:
"Il 20 settembre chiuderà il distaccamento dei vigili del fuoco di San Giovanni in Fiore. Il comprensorio silano non avrà più una squadra di soccorso dei 'pompieri' ed i cittadini dovranno nuovamente attendere l'arrivo dei soccorsi dalla città di Cosenza o di Crotone".
Poi prosegue "Dopo tante difficoltà si è riusciti ad ottenere, per questa stagione estiva, l'attivazione di questo importantissimo presidio di soccorso, situato al centro di un comprensorio di primaria importanza ed attraversato da una delle più trafficate arterie stradali della regione: la statale 107. L'attivazione della squadra di soccorso ha confermato la necessità del potenziamento del servizio dei vigili del fuoco, ma ora, nuovamente, la caserma chiuderà i battenti in assenza di un intervento decisivo della classe politica locale per ottenere l'apertura permanente del servizio di soccorso ai cittadini.
Non è migliore la situazione sul versante dello Ionio cosentino.
La catastrofe atmosferica che si è abbattuta ad agosto ha certificato che in casi simili, sul territorio, deve essere presente il numero massimo di soccorritori, vigili del fuoco, soprattutto nell'immediatezza dell'evento, poiché proprio le prime ore sono le più importanti ai fini del soccorso.
L'alluvione di agosto non è un caso isolato, infatti, a causa delle mutazioni del clima e della conformazione del territorio del basso Ionio cosentino, più volte all'anno, si verificano fenomeni alluvionali.
Al porto di Corigliano vi è un immobile idoneo ad ospitare una squadra di vigili del fuoco, già destinato ad una caserma dei pompieri e da poco ristrutturato e consegnato al Comando provinciale di Cosenza.
A tale proposito sollecitiamo l'attivazione di un distaccamento di vigili del fuoco a Corigliano.
In questo modo, in caso di necessità, i cittadini potranno contare su una squadra aggiuntiva di soccorritori".
Infine conclude "Dal territorio da tempo un gran numero di giovani si sono dichiarati disponibili per attivare anche una squadra di vigili del fuoco volontari al porto di Schiavonea.
Dopo l'ennesima e grave alluvione che ha interessato il territorio, questa disponibilità riveste un carattere di maggiore importanza per mettere in uso, da subito, un edificio pubblico ancora inutilizzato e, contemporaneamente, dare ai cittadini un servizio di soccorso migliore".
“Da mesi oramai le organizzazio ni sindacali e le RSU del sito Rai di Cosenza hanno avvia to una verten za per richie dere trasparenza nel mondo degli appalti e per ridurre gli sprechi, ma i vertici della sede calabrese della Rai hanno puntualmente disatteso ogni confronto sul tema.
Diversi sono stati i tentativi di ricercare un confronto ed individuare soluzioni comuni sul tema ma, l’atteggiamento assunto dalla Rai calabrese, ha reso vano ogni tentativo di conciliazione della controversia, tanto da portare le RSU, con pieno mandato dei lavoratori, alla proclamazione dello sciopero delle prestazioni aggiuntive. Nella fattispecie a partire dalle 24.00 del 27 Settembre 2015 alle 24.00 del 2 Ottobre 2015 sarà previsto il blocco di tutte le prestazioni aggiuntive: reperibilità, straordinari, sesta giornata lavorativa in regime di straordinario, mansioni accessorie, dei lavoratori del Settore Produzione della Sede RAI della Calabria e dei lavoratori in questo Settore distaccati.
Le reiterate denunce che la nostra organizzazione sindacale ha presentato in questi mesi ha riscontrato l’indifferenza dei vertici della Rai calabrese ed il silenzio delle istituzioni. La Rai Calabria continua senza ritegno ad utilizzare l’appalto come regola, commissionando lavoro all’esterno, spesso tenendo ferme e rendendo improduttive le risorse proprie interne. L’assenza di risposte alle nostre richieste legittime di visionare il fenomeno degli appalti ci fa riflettere oltremodo. A chi giova tutto questo? Perché si tengono nascosti i dati sulle attività appaltate? Si è davvero certi che queste operazioni portano efficienza all’azienda?
Queste domande pretendono delle risposte. Magari sarà la Corte dei Conti a fornirle, visto che di recente, alla luce della riduzione delle entrate in Rai, ha sottolineato l’esigenza di una riduzione dei costi, invitando ad attivare misure organizzative che mirino a ridurre le inefficienze. E visto che non sembra questa la via che ha intrapreso la direzione regionale della Rai Calabria, forse è il caso che anche la commissione di vigilanza Rai si esprima in maniera chiara nel merito.
Come Slc Cgil Calabria sosterremo la protesta dei lavoratori proclamata a giusta ragione dall’insieme delle RSU del sito Rai di Cosenza, perché considerata una lotta di dignità e civiltà nel pretendere chiarezza e trasparenza nella gestione degli appalti della Rai, trattandosi di cospicui fondi pubblici. Una battaglia che la Slc Cgil Calabria ha intrapreso e lanciato già lo scorso anno in occasione della visita in Calabria di Massimo Cestaro, quando il Segretario Generale nazionale della Slc Cgil incontrò i lavoratori delle sede Rai di Cosenza il 27 Maggio dello scorso anno alla vigilia di un riuscitissimo sciopero, che in Calabria superò il 90% di adesione.
Auspichiamo che la rappresentanza parlamentare della Calabria voglia sposare questa battaglia, sollecitando in sede parlamentare ed alla commissione di vigilanza Rai l’interessamento a questa annosa questione. Lo devono ai tanti cittadini che pagano il canone sostenendo la televisione pubblica, i quali meritano di sapere come vengono utilizzate i loro soldi.
SLC CGIL CALABRIA”
I calabresi sono preoccupatissimi. Come potrà fare la Calabria senza il TG3?