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Redazione TirrenoNews

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Bruno Giordano lascia Paola per Vibo Valentia giorno 7 marzo

Giovedì, 23 Febbraio 2017 19:25 Pubblicato in Paola

Era una notizia già vecchia, atteso che questo trasferimento era stato votato all’unanimità dalla V commissione del Consiglio superiore della Magistratura.

 

Ed a giorni Bruno Giordano succederà a Mario Spagnuolo recentemente trasferito a Cosenza Ora l’ultimo passaggio costituito dalla votazione del Plenum del Csm.

Giordano ha prevalso su tutti gli altri candidati superando altri magistrati tra cui Vincenzo Capomolla, Michele Sirgiovanni ed altre figure del panorama regionale e non solo.

Giordano prima di diventare nel 2008 procuratore capo a Paola, era stato procuratore aggiunto di Palmi ed in precedenza pm alla Dda di Reggio Calabria.

Il neo procuratore si è presentato nel capoluogo per una sua prima visita, ancora informale, per conoscere da vicino quanti lo affiancheranno nell'attività che si appresta a condurre nella delicata Procura calabrese.

 

Sul suo tavolo, il magistrato troverà infatti diversi fascicoli d'inchiesta molto delicati.

Tra cui quello sulla presunta lupara bianca a Spadola dove nei giorni scorsi è svanito nel nulla il 52enne Bruno Lacaria, commercialista con studio a Chiaravalle. Come anche l'inchiesta sulle morti sull'A2 e diversi casi irrisolti nel Vibonese.

Dalla sua il procuratore si porta dietro la lunga esperienza maturata nel settore ambientale a Paola ma soprattutto nel contrasto alla 'ndrangheta quando è stato procuratore aggiunto a Palmi e pm alla Dda di Reggio Calabria.

Giordano ha tenuto a dichiarare che “ Anche a Vibo sarò un procuratore con la porta aperta “.

Giordano lascia Paola senza rimpianti. «Qui a Paola abbiamo fatto tanto specie sul piano della tutela dell'ambiente. So che a Vibo Valentia si soffre per problemi analoghi».

«Ovviamente poniamo la legalità, il rispetto delle regole, al primo posto, ma dobbiamo farlo con buonsenso e, soprattutto, dimostrando nei fatti che siamo disposti ad ascoltare, accorciando le distanze tra cittadini e istituzioni».

 

Alla domanda su quale sia il suo rapporto con Nicola Gratteri, ebbe a rispondere « Un rapporto splendido. È un caro ragazzo. Dico ragazzo perché è più giovane di me. Lo seguo da sempre. Ha una energia e delle capacità straordinarie, quello che serve per una Direzione distrettuale antimafia che assorbe gran parte dell'impegno investigativo necessario su certi territori».

Ora aspettiamo il nuovo Procuratore di Paola.

Parliamo di quel buco dove si infilavano i debiti che non si voleva fossero scoperti e contabilizzati.

 

Quel buco denunciato anche dall’ex assessore Sergio Tempo prima di far cadere la giunta Sabatino.

Quel buco che la commissaria Greco aveva individuato e che stava tentando di quantizzare prima che venisse esautorata.

Quel buco che, molto probabilmente, è all’origine della scelta da parte del Prefetto Tomao della nomina a sub commissario del dr Domenico Giordano dirigente del Servizio Contabilità e Gestione Finanziaria della Prefettura di Cosenza.

 

Al dr Giordano, anche per la sua qualificazione professionale, non sfuggirà la gravità della situazione del comune di Amantea.

Gravità che, sicuramente, la commissaria Greco avrà descritto nella sua relazione al Prefetto.

Ieri, infatti, ad aspettare di essere ricevuto dalla commissaria Orsomarso c’era il progettista dei lavori della scogliera di Coreca.

Egli ha dichiarato di avere un credito verso il comune di Amantea di circa 110.000 euro.

Ci ha anche riferito di aver inoltrato la relativa fattura.

Sembra, però, che il richiamato debito non sia stato contabilizzato forse perché i lavori della scogliera di Coreca ed aventi una previsione di spesa di 1.100.000 euro siano stati definanziati dall’ente regione.

 

Il progetto a suo tempo venne contestato dagli ambientalisti, dal M5s e da altri.

Da quel tempo, era fine gennaio 2015, quasi nulla se si esclude che il 20 febbraio 2015( esattamente 2 anni fa) venne svolta una riunione alla regione Calabria in occasione della quale si decise di affidare alle Università calabresi di Cosenza e Reggio la redazione di un nuovo progetto meno impattante dal punto di vista ambientale.

Secondo Rosario Cupelli, cittadino attivista Movimento 5 Stelle, in quella riunione l’assessore Nino De Gaetano ( prima delle grane giudiziari nelle quali imbattè) si impegnò:

-A trovare le disponibilità economiche per coprire il costo di un nuovo progetto da affidarsi al sistema universitario calabrese, un nuovo impegno progettale per garantire il rispetto dell’ambiente e nel contempo la sicurezza della zona;

-A trovare ove necessario maggiori risorse finanziarie per coprire eventuali maggiori costi;

-A garantire la conservazione del finanziamento anche oltre il 31 dicembre 2015, data che in precedenza era stata indicata come ultima e non modificabile.

E comunque sempre il medesimo dichiarante affermò che: “Come M5S restiamo sempre attenti e vigili, affinchè:

-non venga usata la sabbia prelevata dal Fiume Oliva, altamente inquinata;

-l'intervento non sia sproporzionato rispetto all'entità del problema e persegua finalità esclusivamente pubbliche;

-controlleremo che i SOLDI PUBBLICI vengano spesi in maniera oculata;

-che i soldi pubblici non vengano utilizzati per favorire finalità di privati

Poi il silenzio.

Ed ora le richieste del primo progettista.

La parola ora alla commissaria Colosimo e nel caso di silenzio alla compente magistratura.

 

Il mondo della informazione da forte risalto alla indagine condotta dalla procura di Paola che indaga sui fondi UE del progetto Piar che interessa “dieci Comuni del Basso Tirreno”.

 

I carabinieri della Compagnia di Paola, su disposizione della procura della Repubblica, si sono recati in alcuni Comuni al fine di acquisire la documentazione riguardante l’iter tecnico amministrativo del Piano integrato delle risorse rurali (Piar).

 

L’acquisizione é stata disposta dal pm Anna Chiara Fasano nell’ambito di un’indagine che mira a verificare le correttezza delle procedure amministrative del Piano, che é un progetto nell’ambito del piano sviluppo rurale finanziato con risorse comunitarie, costituito da un pacchetto di misure che promuove e realizza interventi pubblici coordinati, destinati ad adeguare le dotazioni infrastrutturali e a migliorare la dotazione dei servizi essenziali a favore delle popolazioni locali.

 

I beneficiari sono le Province, i Comuni, le associazioni di Comuni, le comunità montane e gli enti pubblici.

In particolare, dieci comuni del Basso Tirreno cosentino hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la costituzione del partenariato Piar denominato per l’appunto “Basso Tirreno cosentino”.

 

Lo scopo era quello di partecipare al bando per la concessione di finanziamenti relativi all’erogazione degli aiuti riguardanti il Piar.

L’informazione reca un errore evidente .

I comuni interessati non sono 10 e non comprendono Amantea.

Amantea è rimasta fuori.

Il Piar in questione era dotato di un finanziamento di 1.170.000.,00 euro.

 

Questa è la nota pubblicata dal comune di Longobardi:

“Gli aderenti al PIAR Basso Tirreno Cosentino entrano a far parte della lista di Comuni che hanno scelto di digitalizzare i propri contenuti e promuovere le proprie peculiarità con il meglio che la tecnologia possa offrire attualmente.

Nella mattinata di sabato 12 novembre i responsabili della Sevotec e gli Amministratori hanno presentato alla stampa e alla cittadinanza BassoTirrenoCosentino, l’app ufficiale dei Comuni aderenti al Piar (Aiello Calabro, Belmonte Calabro, Cleto, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio, Lago, Longobardi, San Pietro in Amantea, Serra d’Aiello).

Un momento di alto valore sociale e amministrativo per un sistema di gestione delle risorse, quello rappresentato dal circuito di App dedicate agli enti locali chiamato iCity, che rappresenta un modello unico in Italia ed è frutto del lavoro di Sevotec, realtà aziendale rossanese leader nel campo dell’evoluzione informatica.

Dunque alle 60 app già in circolazione, scaricabili gratuitamente dagli store Android e Apple, si aggiunge ufficialmente iBassoTirrenoCosentino che porta il territorio del litorale tirrenico in un circuito che vede in atto una vera e propria trasformazione in grado di triangolare enti locali, cittadini e tessuto produttivo in un’ottica di miglioramento e di crescita del territorio”.

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