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Redazione TirrenoNews

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La gente quando piove a conclusione dell’estate in qualche modo è felice.

L’aria si rinfresca, i campi ed i giardini di bagnano, le strade si lavano e l’acqua porta a mare un po’ della sporcizia che le invade,

comprese le cicche di sigarette e quel che le auto hanno scaricato per mesi, ed i canaloni delle acque bianche alla fine risultano più puliti.

Qualche problema lo incontrano, invece, i topi e gli scarafaggi che allignano nelle reti di raccolta delle acque bianche e che sono costretti ad uscire fuori.

Altri problemi i poveri automobilisti che percorrono il vialone del poliambulatorio.

Ancora stamattina dopo la pioggia della nottata un’auto che sbanda e subisce gravi danni.

Nella foto il gard rail danneggiato.

Di questo fatto ne abbiamo parlato ripetutamente ed abbiamo ricordato che in questo punto ci sono state decine e decine di incidenti.

L’ultimo oggi, stamattina poco dopo le 08.00

Chiudevamo due anni fa il nostro articolo suggerendo che il comune almeno avvertisse la gente che su questa strada si scivola e che ci si può anche fare male.

Nemmeno un cartello di strada scivolosa.

Eh già. Siamo ad Amantea , in Italia , dove prima si costruisce senza il rispetto della normativa antisismica e poi ci si lamenta che i terremoti distruggono ed uccidono.

Un Nuovo Giorno. Di Gigi El Tarik

Giovedì, 01 Settembre 2016 14:53 Pubblicato in

Una profonda analisi su Amantea di Gigino Pellegrini.

Muri per non vedere, rumore per non sentirsi, sagre per ridurre il senso di fame.

 

Ecco la scenografia della politica. E’ questa la amara sintesi della fantastica analisi di El Tarik.

“La scenografia, che gli amministratori di Amantea mettono in piedi ogni anno per accogliere i fantasmagorici “turisti”, ha come fine lo scopo di celare la realtà, come ogni scenografia che si rispetti.

Una delle cose che più mi indigna in tutta questa tragicommedia, è che tutto questa manovra serve solo a occultare i mali cronici della nostra cittadina: l’immondizia, le strade rattoppate alla meno peggio per nascondere le voragini, le fogne che finiscono in mare.

Questi pessimi capocomici camuffano la miseria, costruendo “muri” fittizi affinché non si possa vedere la povertà e le assurdità della città di Amantea.

Quartieri depressi con decine di persone in balia dell’indigenza e senza una via di scampo ai loro problemi. Alcune di loro sopravvivevano cibandosi alla meno peggio.

Si è arrivati persino a vivere prima nella capanna di zio Tom sulla spiaggia e poi in un ex chiosco da giornalaio.

Gli amministratori pensano prevalentemente a costruire muri di varia natura nella speranza che le persone non li smantellino.

Non sanno, però che la necessità e la creatività della resistenza, a tutta questa disgustante situazione, non avranno limiti.

Per dare un tono “universale” a queste poche righe, chiamo a testimoniare il “muro”, che tutto il mondo vide in TV, costruito dalla Repubblica Dominicana, affinché il Papa non vedesse la miseria della gente durante la sua visita.

Questi signori del potere occultano la sofferenza dei popoli, però non fanno nulla per combatterla. Altri muri furono costruiti in diversi angoli del mondo, come quello di Berlino, durante la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti, che finirono per separare un popolo sottomettendolo ai propri fini politici ed economici.

Migliaia di famiglie rimasero divise per diversi decenni, vivendo l’orrore ed il dolore di questa lacerazione.

Molti tentarono di oltrepassare il muro, pochi ci riuscirono, altri persero la vita sotto i proiettili delle guardie o sui campi minati della Germania Est.

Alla fine lo fecero crollare o “crollò”.

Senza dimenticare il muro che divide le due Coree e che corrisponde alla stessa politica di potere e supremazia delle grandi potenze, come la Cina ed i suoi interessi.

Il popolo coreano è diviso e contrapposto. A

d intere famiglie è stata preclusa la possibilità di vedersi o di avere notizie l’una dell’altra per decenni e non gli resta altro che preservare i ricordi ed aspettare il giorno fatidico.

Non un giorno qualsiasi, bensì proprio quello, il giorno in cui cada il muro della divisione e possano ricongiungersi negli sguardi e nel cuore.

“La comunità internazionale vive, sconvolta”, si fa per dire, nell’attesa che la questione mediorientale trovi una soluzione politica e che cessi la violenza che sta dissanguando i popoli di Palestina ed Israele.

Israele, invece di risolvere il conflitto, ha costruito un muro per separare i palestinesi, confidando che questo limite significherà sicurezza.

L’odio non può essere fermato con i muri. La resistenza di un popolo che vuole esser libero non si fa piegare da un muro.

La sofferenza non ha limiti e spinge molti palestinesi ad immolarsi sugli altari della libertà.

Si potrebbero riempire centinaia di pagine disumanizzanti sulle atrocità degli umani al potere.

Ciò che comunque prevale nella mente di chiunque detiene potere, sono gli interessi di pochi rispetto all’interesse generale.

A questa vomitevole regola, nel loro piccolo e miserevole mondo, non sfuggono gli amministratori di Amantea.

L’intolleranza e la tracotanza del potere non conosce, e non vuole riconoscere, il diritto ad una vita migliore dei propri cittadini-sudditi.

I “rifugiati” che in questi ultimi anni sono apparsi in città vengono ignorati e maltrattati e se si azzardano a rivendicare i più elementari diritti della loro esistenza, vengono immediatamente repressi.

Quanti sono i muri di insensibilità e disprezzo verso la vita umana di questo paese “civilizzato”? Che muri hanno costruito per non vedere, né sentire il grido di protesta ed il dolore di questa povera gente che, pur di fuggire dalla fame e dalla guerra, finisce per morire annegata nel mare di Ulisse? Forse un po' di quel “muro” è anche dentro ognuno di noi.

Se non si riesce ad abbatterlo e non ci si sforza di capire e rispettare il diritto degli altri, non si riuscirà mai a cambiare qualcosa in questo mondo balordo e folle.

I potenti, comunque coerentemente alla loro nauseabonda esistenza, continueranno a costruire i muri della stupidità e della crudeltà umana.

A costruire le barriere tra gli uomini.

Bisogna anche dire che le “barriere”, queste costruzioni, rappresentano la ferocia e bruttura degli uomini nella storia dell’umanità essendo state costruite espressamente per separare e dividere.

Nei casi più estremi, esse hanno a volte confinato intere aree abitate per essere poi abbattute.

I “ruderi” sono ancora qui fra la gente e richiamano l’attenzione su tutto ciò che non ha funzionato.

All’alba, da dietro le colline che cingono Amantea, il sole sorgerà e splenderà come sempre sulle acque calme dell’Ulisse di settembre e il paese si sveglierà “tranquillo” e sereno e questo scritto, per molti, sarà semplicemente un brutto sogno, conseguenza dell’abbondante cena della sera prima.

Calgary 31 agosto 2016 Gigino A. Pellegrini & G el Tarik

Ecco la nota del Dr. Giancarlo Pellegrino Capogruppo di “Insieme…si può” e minoranza presso il Belmonte Calabro:

“Al Sig. Sindaco del Comune di Belmonte C. Oggetto: Prevenzione Sismica

Il terremoto che il 24 Agosto 2016 ha percosso il Centro Italia causando morte e devastazione, per il quale il Gruppo Consiliare di Minoranza esprime solidarietà e cordoglio al dolore di tutti coloro che in questo tragico evento hanno subito la perdita di affetti, beni e serenità, ha tuttavia inevitabilmente scatenato discussioni e polemiche su ciò che si poteva fare e non è stato fatto negli anni per cercare di contenere questi pericoli.

Nonostante in Europa il nostro Paese sia il più colpito dai terremoti, si continua a investire poco in prevenzione e la conseguenza è che il patrimonio edilizio nazionale è vecchio e non è in grado di sostenere scosse di intensità similari a quella degli eventi tragici di cui sopra.

Nello specifico della nostra piccola comunità di Belmonte Calabro, dove gran parte dei fabbricati è stata costruita prima del 1974, prima quindi dell’entrata in vigore della normativa antisismica (Belmonte Calabro, secondo la classificazione sismica dell’Italia operata con l’Ordinanza PCM 3274/2003 è inserito in zona 1 con accelerazione del suolo attesa compresa tra 0,2 ÷ 0,225g (g=9,81 m/s2) e probabilità di superamento del 10% in 50 anni, e a seguito della delibera di Giunta Regionale 47 del 10 Febbraio 2004 ne è stato confermato il passaggio da Cat.2 a Zona 1), riteniamo imprescindibile che le istituzioni operino in un contesto di grande prontezza, responsabilità e di generale collaborazione.

Nelle more della definizione dei pacchetti straordinari che le Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici della Camera pensano di varare nei prossimi mesi per far fronte all’improcrastinabile necessità di avviare una efficace azione di prevenzione antisismica, ritenuti a nostro avviso non indispensabili per l’avvio di una sana azione di prevenzione sostenibile in prima analisi della struttura Comunale, come già telefonicamente comunicatovi consideriamo doverosa da parte dell’ente una ricognizione delle strutture pubbliche del nostro territorio, prime fra tutte quelle adibite ad uso scolastico, al fine di determinare/valutare la necessità, o meno, di un efficace adeguamento sismico.

La forza di una comunità, la sua resilienza, quella che gli consente di resistere alle catastrofi, si basa sostanzialmente sulla presa di coscienza che l’imprevisto non si limita ad una impossibile eventualità ma che occorre prevenire, lavorando insieme e costantemente sul proprio territorio. Questo è ciò che noi riteniamo essere un comportamento proattivo e quanto mai opportuno, operando con la capacità di prevenire gli eventi in modo consapevole, responsabile e collaborativo, attraverso una presa di coscienza contrapposta alla delega in bianco nei confronti di qualcuno o qualcosa o, in tal caso, del fato.

Nel dichiarare la nostra più completa disponibilità a supportarvi in qualsiasi atto di approfondimento/chiarimento da voi giudicato necessario per pervenire ad una definizione delle azioni da intraprendere e in attesa di un pronto riscontro Vi salutiamo cordialmente.

Belmonte Calabro li 30/08/2016 “Insieme…si può”Il Capogruppo Dr. Giancarlo Pellegrino”

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