Redazione TirrenoNews
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Alfonso Lorelli come Piero Calamandrei ed i “Ludi elettorali”
Domenica, 15 Ottobre 2017 21:39 Pubblicato in CronacaPiero Calamandrei nel suo “Il fascismo come regime della menzogna” scriveva “ La dottrina fascista, si è già visto, si dichiarò fin da principio fieramente ostile al suffragio popolare e alle “
fu uno dei luoghi comuni con cui i polemisti del regime, di solito così duri ed accigliati, amavano riposare, in un sorriso di compiacimento, la tensione del loro stile.
Ma nonostante questa proclamata avversione teorica il fascismo si guardò bene, quando salì al potere, dallo smontare subito la macchina elettorale: e per ben 17 anni, cioè fino alla legge 10 gennaio 1939, continuò a servirsene anch’esso, cercandovi, proprio come facevano i deprecati regimi democratici, la prova del consenso popolare”.
Alfonso Lorelli ( chi altri, se no?) richiama i “ Ludi elettorali” e scrive un articolo al titolo :
LUDI ELETTORALI, NON ELEZIONI nel quale dice
“finalmente sono arrivati anche loro là dove era arrivato il moribondo fascismo: la sostituzione del Parlmento elettivo con una camera di cavalier serventi.
La Camera eletta con il Rosatellum sarà peggiore della Camera dei fasci e delle corporazioni istituita nel 1939.
Quest'ultima era composta:
a) dai membri del gran consiglio del fascismo,
b) dal Consiglio nazionale del partito fascista.
c) dal Consiglio nazionale delle corporazioni.
Quei "membri" erano a loro volta già stati eletti dal "popolo fascista"
Anche col rosatellum gli elettori, il popolo sovrano, sopravvivono solo formalmente per partecipare ai ludi elettorali non ad elezioni dei propri rappresentanti.
Perchè?
a) nei collegi uninominali i candidati unici sono scelti dalle segreterie dei partiti,
b) i candidati del listino per il proporzionale sono scelti anche loro dalle segreterie dei partiti: l'elettore li vota in blocco non potendo esprimere preferenze.
Vi sarà una sola scheda perciò chi vota il candidato uninominale deve votare lo stesso partito nel proporzionale, non è ammesso voto disgiunto.
L'elettore non sceglie i propri rappresentanti ma può scegliere soltanto il partito che ha già deciso chi andrà in Parlamento.
Dov'è la sovranità che "appartiene al popolo?
La camera è eletta " a suffragio universale diretto" dice l'art. 56 Cost.
Il rosatellum introduce invece il suffragio universale INDIRETTO.
Il nuovo sistema elettorale risulta talmente complicato e truffaldino, fatto apposta per non far capire niente al popolo sovrano, tant'è che saranno stampate sulla scheda le "istruzioni per l'uso", un'ulteriore presa in giro perchè comprendere il nuovo sistema richiede un corso mensile non una istruzione di poche righe.
Il rosatellum è un peggioramento rispetto al porcellum e si avvicina molto alla riforma del 1939.
Almeno Mussolini ebbe il coraggio di dire che le elezioni erano "inutili ludi elettorali".
Tragedia e farsa insieme.
Purtroppo questi becchini della democrazia ancora continuano a chiamarsi "sinistra" e vi sono ancora cittadini e "compagni" che ci credono?”
NdR: Quando nascerà la nuova Resistenza? ...
“Amantea, il gesto nobile di Aloisio e Policicchio”
Domenica, 15 Ottobre 2017 21:08 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaIacchitè pubblica la seguente lettera firmata pervenutale da Amantea:
“Gentile direttore, alla luce dell’ultimo consiglio comunale di Amantea, si è visto un barlume di luce in fondo al tunnel. ( ?)
Il consigliere comunale Aloisio e l’assessore Policicchio hanno letto un comunicato, dicendo in pratica che rinunciano il primo al gettone di presenza e la seconda all’indennità di assessore alle politiche sociali.
Resisi conto che il Comune reca(?) in uno stato profondo di dissesto, lasciano i loro emolumenti per donarli alle famiglie disagiate e bisognose di Amantea.
A mio avviso è un gesto nobile da non sottovalutare ed è giusto dargli il richiamo(?) che merita.
Dall’altro lato, nei giorni seguenti il comunicato, pare che tale atto non sia stato gradito ai più della maggioranza.(?)
Le motivazioni possono essere le più disparate, ma da parecchi che fanno capo al Pd cosentino, un minimo di coscienza me lo sarei aspettato(?).
La invito ad una riflessione, conoscendo la sua moralità e serietà, per poter meglio approfondire la situazione, visto che lei più volte ha dedicato alla giunta Pizzino/La Rupa articoli in merito”.
Lettera firmata
NdR.Sarebbe interessante sapere il nome dell’autore/autrice per chiedere quantomeno:
- A quale tunnel si riferisca.
- Cosa intenda quando dice che il “ comune reca”.
- Cosa intenda quando parla di richiamo,” intende l’accezione di “Sollecitazione d'intervento o d'aiuto” o forse quella di “Ordine di rientro o ritorno?
- Chi sono i componenti della maggioranza ( i più, peraltro) a cui tale atto non è stato gradito?
- Quali sarebbero state “Le motivazioni più disparate”?
- Chi sono i “ parecchi che fanno capo al Pd cosentino” dai quali l’autore/autrice si sarebbe aspettato “ un minimo di coscienza”
- Quale riflessione avrebbe suggerito a Iacchitè per “meglio approfondire la situazione”
Secondo Graziano di Natale il Pd sta favorendo gli altri partiti
Domenica, 15 Ottobre 2017 17:29 Pubblicato inGraziano di Natale si arrabbia e le “canta” a tutti.
Insomma, Di Natale non ci sta e contesta i comportamenti del PD provinciale e la finta unità che è stata imposta da due parti ma non dal territorio.e che favorirà gli altri partiti.
Dice l’esponente paolano «La politica dell’unità, sbandierata da una parte del PD cosentino, deve essere consequenziale.
Come si può parlare di unità se la stessa viene raggiunta solo da una parte?
L’unità deve raggiungersi sui presupposti dello stare insieme, sul confronto e sul metodo per prendere le decisioni.
Noi la chiamiamo collegialità.
Probabilmente qualcuno ha dimenticato che il PD, in provincia di Cosenza, sta perdendo terreno a favore di altre forze politiche».
E poi continua chiarendo il suo pensiero «Probabilmente ci si dimentica che trincerarsi in stanze di partito e non coinvolgere sindaci, assessori, consiglieri comunali, associazioni, movimenti politici e gente comune in generale è sintomo di autoreferenzialità»
E lamenta ancora Di Natale che . «i territori non stanno ricevendo l’ascolto che meritano» perché «esiste un PD che non si tessera e non si schiera in prima persona per paura di essere divorato da logiche di apparato che distruggerebbero qualsiasi tipo di iniziativa spontanea “non autorizzata”».
Inoltre precisa:«Non vogliamo stare insieme a tutti i costi.
La nostra è una riflessione sul metodo che dovrebbe portare all’unità del partito.
Non può passare il messaggio di un partito unito perché ci si è messi d’accordo tra capi corrente.
La nostra non è una lotta alla poltrona bensì una discussione che miri a cambiare copione e attori, che dia la possibilità di una ampia partecipazione popolare alle decisioni del partito più importante d’Italia.
Non prendiamo decisioni in una stanza ma cerchiamo di dare voce alla gente e di incentivare la partecipazione.
Questo è il PD che vogliamo, questo è il PD di Matteo Renzi».
Ed appare logica la decisione finale: «Da lunedì chiediamo la convocazione della Commissione di garanzia per il calendario dei congressi di circolo e la nomina dei garanti che dovrà assicurare la pari dignità. Noi ci siamo».
Insomma parlarsi in pochi negli orecchi non significa essere un partito!
Tantomeno significa essere partito rinchiudersi nelle sedi e scambiare le scrivanie per veri e propri posti di comando, come tolde di una nave , ancor più quando il mare è in tempesta!