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Redazione TirrenoNews

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Il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, meglio conosciuto come Faccia di Plastica, ha ricevuto un avviso di garanzia dalla procura della Repubblica di Paola per la mancata ottemperanza alle prescrizioni dei Nas a riguardo della struttura ospedaliera di Paola ed in particolare delle sale operatorie che – come è noto – non sono certamente a norma di legge per problemi strutturali e tecnici.

Ricordiamo che solo alcuni giorni addietro la sterilizzatrice sita nella sala operatoria è andata a fuoco.

A chiedere la chiusura delle sale operatorie sono stati sia lo Spisal di Catanzaro, sia lo Spisal della stessa Asp di Cosenza ed i Nas di Cosenza.

Le proposte sono state notificate regolarmente all’autorità giudiziaria competenze che, stranamente, ad oggi non ha ritenuto di adottare alcun provvedimento.

E’ doveroso chiedersi a che servirebbe ristrutturare le sale operatorie, spendendo ingenti somme, quando l’intera struttura ospedaliera è priva dei necessari certificati di staticità ed agibilità…

Le sale operatorie dell’ospedale di Cosenza vennero chiuse dall’autorità giudiziaria pur presentando problemi notevolmente inferiori.

Ci sono due modi di procedere e di interpretare la normativa vigente da parte delle procure?

Pare che da esposti circostanziati a riguardo della struttura di Paola sia emerso finanche che le sale operatorie possano essere fonte di infezioni.

E’ certo che oltre queste problematiche gli organi ispettivi hanno rilevato numerose violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, non ultimo l’ingresso al pronto soccorso che non consente l’accesso contemporaneo in senso alternato di due autoambulanze e/o mezzi di soccorso.

Chi fa più danni alla Calabria. Le zanzara tigre od i politici?

Giovedì, 06 Settembre 2018 21:49 Pubblicato in

È la domanda che ci siamo posti dopo aver letto la interrogazione del consigliere regionale Orlandino Greco.

Greco si è chiesto «Qual è il lavoro svolto dalle Asp della Calabria per arginare o limitare il fenomeno della presenza di zanzare tigri?».

 

E per saperlo ha nientemeno ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente della giunta regionale.

Eccola «Secondo i dati del bollettino meteo di Vape Foundation, resi noti – scrive Greco nell’interrogazione – da Anticimex, azienda internazionale specializzata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, sono Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia le province con l’indice potenziale di infestazione di zanzara tigre più alto, ossia 4 in una scala di intensità da 0 a 4.

A Cosenza si registra, invece, un livello medio-basso (2).

In tutte le province la tendenza futura è in crescita, mentre l’indice di calore è compreso tra i 32 e i 40 gradi a Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia e tra i 41 e i 54 gradi a Reggio Calabria». Secondo Greco «i rischi delle punture da zanzare tigre sono pericolosamente dannosi per la salute degli esseri umani, essendo portatori di numerosi virus.

Occorre pianificare – aggiunge il consigliere regionale – gli interventi su diversi livelli, sia nella gestione delle disinfestazioni che nel supporto del servizio sanitario, sia nella comunicazione verso il cittadino riguardo ai rischi e alle conseguenze».

Una domanda a Greco.

Perché non ha rivolto la domanda direttamente alle AASSPP e si è invece rivolto a Mario Oliverio?

Non sa il consigliere Greco che il governatore non si è mai occupato della zanzara tigre

Non ci risulta che la regione abbia disposto tramite le AASSPP un sistema di monitoraggio e controllo della Zanzara Tigre con ovitrappole sul territorio regionale.

Non ci risulta che la regione abbia disposto tramite le AASSPP la stampa di un opuscolo per la educazione ed informazione dei cittadini sui comportamenti corretti e su quelli da evitare. Un opuscolo che sarebbe utile magari da inviare alle scuole della regione.

Non ci risulta che la regione abbia disposto la creazione di un gruppo di Lavoro Regionale multidisciplinare composto da igienisti, epidemiologi, entomologi, biologi, medici, veterinari, esperti di salute pubblica e altri professionisti coinvolti a vario titolo nelle attività di sorveglianza ai vettori e del quale i sindaci potessero servirsi

La verità ignorata da Greco è che solo i sindaci( non tutti) si sono interessati della lotta alla zanzara tigre disponendo disinfestazioni ma senza che nessuno dell’ASP abbia accertato la utilità delle medesime!

Cosa difendere ? Il diritto al riposo o quello al divertimento?

Giovedì, 06 Settembre 2018 21:16 Pubblicato in

Il problema del rispetto della quiete pubblica è un problema rilevante e serio.

Dappertutto.

E quando la corda si tira troppo spesso si spezza.

E quando si spezza la corda qualcuno potrebbe farsi male.

È successo a Cosenza dove il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cosenza ha disposto il sequestro di uno dei locali più frequentato a Cosenza: il “Vintage Zone”.

Al proprietario del locale gli agenti della polizia giudiziaria hanno posto i sigilli eseguendo l’ordinanza disposta dal togato.

Il perché, adesso sul “Vintage” sia aperto un fascicolo, lo spiega lo stesso togato: «Giancamillo Mosciaro è indagato del reato prescritto all’art. 659 perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, abusava di strumenti sonori».

Sono questi i motivi che il giudice Greco ritiene utili per indagare il proprietario del locale per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone.

Il “Vintage Zone” che si trova in via Adige, una delle traverse di Corso Mazzini, è tra i locali più frequentati della città, dall’ora dell’aperitivo fino alle ore notturne che sono disposte nell’ordinanza comunale emessa proprio per far fronte alle lamentele dei cittadini.

Non è la prima volta che gli agenti intervengono a seguito delle denunce.

Qualche mese fa, accadde la stessa cosa al Rox, bar che si trova a qualche chilometro dal Vintage.

Al locale però non sono stati posti i sigilli all’attività ma alla strumentazione musicale che veniva usata nelle ore serali.

Pronta la reazione del proprietario che dichiara:«Cari tutti, il mondo è pieno di stranezze, ma qualche volta si colorano di assurdo: hanno messo i sigilli al Vintage! Sigilli apposti a causa degli schiamazzi notturni. Con questo aggiungiamo che siamo sempre dalla parte dei cosentini e del Comune.

In questi ultimi anni la nostra città è cresciuta molto e i motivi sono tanti: siamo convinti che il merito sia anche di chi, come noi del Vintage e tanti nostri colleghi, ha deciso di investire su Cosenza organizzando eventi di qualità sempre in sinergia con le autorità cittadine e mai in contrapposizione.

Lavoriamo e operiamo per una città in cui la socialità sia sostenibile e occasione di crescita per tutti e penalizzante per nessuno.

Anche per questo, vigiliamo affinché fuori dal nostro locale i nostri clienti siano rispettosi del decoro urbano e delle norme relative all’inquinamento acustico.

Vogliamo continuare a fare impresa nella nostra città, provando a crescere sempre di più: è questo il motivo per cui abbiamo deciso di restare.

Il fatto di essere apprezzati e premiati dal gradimento di tante persone ci riempie di orgoglio: proprio perché amiamo la nostra città abbiamo sempre rispettato le regole della convivenza civile in accordo con il Comune.

Per questo, auspichiamo che, al più presto, questa vicenda – che ci danneggia – possa al più presto risolversi»

Non sarebbe male se il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cosenza operasse anche sul Tirreno cosentino.

Soprattutto ad Amantea dove è vero che il sindaco emette una ordinanza “antirumore” ma senza disporre poi i conseguenti controlli.

Come si fa, infatti, ad accertarne il rispetto all’una di notte se i vigili smettono il loro servizio alle 23 del giorno prima?

Mistero !

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