Redazione TirrenoNews
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Riceviamo e pubblichiamo:
Continuano a fiorire le eccellenze nella Asp n°1 di Paola (?) presso il reparto di Cardiologia-UTIC , brillantemente diretto dalla Dirigente f.f. Dott.ssa Marilena Matta.
Finalmente è attivo l’Ambulatorio specifico per “Embolia Polmonare ed Ipertensione Polmonare, una patologia gravata da alta mortalità intra ed extra ospedaliera .
Appare evidente la necessità di identificare precocemente tale tipologia di pazienti al fine di una adeguato trattamento terapeutico.
Per meglio identificare i soggetti a rischio è attivo un pool ,specificamente dedicato ,di specialisti cardiologi , dirigenti del reparto di Cardiologia-UTIC , per la raccolta di dati personali ,registri ad hoc, dati laboratoristici e strumentali nella ricerca dell’individuazione dei pazienti a forte rischio, nonché la personalizzazione della terapia da eseguire.
Saranno organizzati dei percorsi per i pazienti con pregressa Embolia Polmonare che prevedono dei controlli seriati con Elettrocardiogramma ed Eco color Doppler E.C.G. da effettuarsi presso il neo istituendo Poliambulatorio nel nosocomio di Paola del reparto Cardiologia-UTIC.
Tutti i pazienti con Ipertensione Polmonare saranno sottoposti a valutazione strumentale di 2° livello presso il Centro di riferimento Regionale.
Due colleghi ,scrupolosi e di alta professionalità e preparazione, si occuperanno dell’Ambulatorio di Embolia Polmonare ed Ipertensione Polmonare e sono il Dott. B. Manduca ed il Dott. L. Ibello ai quali professionisti va il mio plauso ed il più affettuoso in bocca al lupo.
Una ultima specificazione: l’Ambulatorio di Embolia Polmonare ed Ipertensione Polmonare, essendo divisionale, non presenta costi aggiuntivi per l’azienda ma è una ulteriore eccellenza per la nostra sanità nell’interesse supremo del paziente.
Uno squarcio di buona sanità nel nostro territorio non guasta mai e ci da la forza di lavorare con più serenità e professionalità,
Belmonte Cal. 22/09/2018 Dott. Giancarlo Pellegrino
Tutta Amantea ( e non solo viste le implicazioni elettorali ) ha come tema principale delle discussioni al bar o sulle panchine senili quello della Giunta e del suo rimpasto.
Per chi sta lontano dalla città od è semplicemente disinformato o distratto diciamo che i veri problemi sono altri ma che ormai in Italia e ad Amantea si parla solo di quello di quelle cose di cui ci fanno parlare.
Ripetitivamente, aggiungendo alle prime le seconde, le terze e le quarte fesserie.
Non di altro. Solo fesserie
Non si parla di una città che non decolla, con grande sorpresa degli stessi amministratori
Non si parla della gravissima situazione finanziaria del nostro ente in dissesto per milioni e milioni di euro
Non si parla delle mazzate che stanno arrivando da parte della OSL che non cura di accertare se i tributi pretesi siano realmente dovuti .
Non si parla della giunta che non affronta come sarebbe dovuto i problemi della città.
No!
Si parla solo di rimpasto , come se dalla sostituzione degli assessori e delle loro deleghe potesse derivare un buon futuro per la città e la stessa vera efficienza della giunta
Quasi come se qualche amministratore fosse il nuovo San Francesco di Paola capace di fare miracoli.
Proprio per questo richiamiamo la attenzione della città e delle tante brave persone che la amano e che in parte la abitano sulla speranza
Ancora pochi giorni e sapremo se il competente Ministero approverà il Bilancio riequilibrato
Se non sarà approvato andremo a nuove elezioni e nel caso ne riparleremo…
Se invece sarà approvato la giunta non potrà più dire la mitica e celebre frase” Non ci sono soldi”, quella frase che sentiamo da quasi un decennio
Ed in questo caso probabilmente ci sarà invece della attuale “pace della vespe”, una vera e propria “guerra dai lunghi coltelli” per un posto in giunta o per un posto di potere
Se il bilancio sarà approvato ci sarà un vero rimpasto ed ogni consigliere di maggioranza potrà attingere al pentolone e comunque almenopotrà avere un ministero con portafogli.
Vero, cioè, non virtuale.
Un po’ di pazienza, allora, e tutto si risolverà.
A giorni.
Monsignor Nunzio Galantino, parroco di Cassano all’Ionio, è il prototipo del vescovo più papista del Papa.
Se Francesco sostiene che bisogna accogliere i migranti, lui afferma che occorre spalancare le porte.
Se Bergoglio predica la retorica dell’integrazione, lui subito prende iniziativa e fa in modo che quei profughi, da noi, ci arrivino davvero e ci restino pure.
Naturalmente questa sua attenzione terzomondista si è acuita in occasione di appuntamenti speciali, come la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, tenutasi il 14 gennaio 2018, all’insegna di quattro imperativi “Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare”.
Nel presentare le iniziative della Chiesa previste per quel giorno, l’ex segretario della Cei (ormai acronimo di Comunità degli Emigrati in Italia), non si è lasciato sfuggire l’opportunità di pronunciare un sermone a favore del Buon Profugo, e contro coloro che vorrebbero sfruttarlo, cacciarlo o screditarlo.
Ed ha tuonato«L’immigrazione rischia di essere ridotta a merce elettorale e affrontata in un clima da stadio».
Ora monsignor Galantino promosso a presidente dell'Aspa, l'ente preposto all'amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, in occasione dell'uscita del suo volume 'Vivere le parole - Per un vocabolario dell'esistenza' (Piemme edizioni) con la prefazione firmata dal Papa, si sofferma anche sul decreto migranti che lunedì arriverà al Cdm e svela la SUA verità sui migranti.
E dice"Gli Sprar dove sono tenuti bene, e sono la stragrande maggioranza, sono istituzioni straordinarie perché il modo in cui sono stati concepiti dà garanzie".
Galantino bolla come 'bufala' la "storia dei 35 euro dati agli immigrati: "E' una balla grossa perché tutti sanno che lo Sprar non si fa all'aria aperta ma in un locale che deve avere sua consistenza per legge, una sua cura, deve avere operatori e tutte queste realtà non possono essere fatte in nero.
Se ciò accade, è bene che il governo intervenga e punisca ma dovere poi leggere tutte queste realtà che hanno capacità belle di promozione, è come minimo fuori posto perché gli operatori che sono lì sono italiani e vengono pagati con quei soldi.
Le utenze sono pagate all'Italia, il cibo è comprato in Italia quindi sono soldi che di fatto restano qui eccetto quei 2.50 euro che vengono dati a queste persone".
Una scelta precisa che parte dal presupposto che tanto chi gestisce gli Sprar sono Italiani, che chi lavora negli Sprar sono Italiani, che chi vende il cibo è Italiano, e che, in sostanza, grazie ai migranti si è determinato lavoro.
Monsignor Galantino deve aver studiato la teoria del grande economista John Maynard Keynes quello che diceva che, in periodo di crisi, lo stato dovrebbe pagare i lavoratori disoccupati per scavare una gigantesca buca e poi riempirla. In questo modo i lavoratori avrebbero un salario e potrebbero spendere, attorno alla buca si creerebbero negozi ed osterie ed infine l’economia potrebbe risollevarsi.
In conclusione monsignor Galantino svolge una posizione politica decisa a favore di chi ha fatto della immigrazione il proprio business politico, del tipo “se gli italiani non vi votano più cercate i voti tra gli immigrati”
A lui chiediamo perché mai il resto dell’Europa non fa quello che lui predica e perché mai il resto della chiesa europea sta zitta sul tema dei migranti o perlomeno non dice le sue stesse cose