Redazione TirrenoNews
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La Sorical dal 22 settembre 2016 riduce l’acqua fornita ad Amantea.
Giovedì, 22 Settembre 2016 14:39 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaSiamo sempre alle solite.
Dove ti giri, giri trovi guai e debiti.
Non abbiamo nemmeno finito di digerire la notizia che il comune di Amantea ha circa 3 milioni e mezzo di debiti
con il comune di Nocera Terinese per la rete fognaria ed il depuratore, che ecco l’acqua.
La Sorical, con nota protocollo 335 del 7 settembre 2016, ha intimato il pagamento dei debiti pregressi al comune di Amantea e ad altre decine di comuni calabresi ( quasi che mal comune fosse mezzo gaudio!) con espresso avviso che diversamente con effetto da oggi 22 settembre avrebbe proceduto alla riduzione della portata della fornitura giornaliera.
Questo, ovviamente, sia per il capoluogo che per la frazione Campora San Giovanni.
Dal 4 ottobre toccherà a Paola ed a Fiumefreddo Bruzio.
Dal 20 ottobre a San Lucido.
Nessuna informativa è stata pubblicata dal comune di Amantea sul proprio sito.
Si tratta di una nuova offensiva lanciata dalla Sorical .
Oltre 40 le diffide che nelle ultime ore sono partite dagli uffici di Catanzaro e tra i destinatari ci sono anche Enti locali importanti.
Questo l’elenco pubblicato di tutti i comuni intimati : Amantea, Bianco, Botricello, Briatico, Cerzeto, Falerna , Grotteria, Montepaone, Motta San Giovanni, Palizzi, Rota Greca, Capistrano, Placanica, Portigliola, Sant’Onofrio, Stalettì, Malvito, Marano Principato, Paola, Fiumefreddo Bruzio, San Sostene, Cropani, Curinga, Soveria Mannelli, Roccabernarda, Cotronei, Condofuri, Benestare, Riace, Cessaniti, San Lucido, Mesoraca, Petilia Policastro, San Mauro Marchesato, San Nicola dell’Alto, Strongoli e Verzino.
Provincia Cosenza: La “Lista per Cosenza e' pronta a denunciare per abuso il segretario generale
Mercoledì, 21 Settembre 2016 20:10 Pubblicato inKafkiana abbiamo detto essere la vicenda della provincia di Cosenza.
Ed oggi si aggiungono alla tragicommedia due nuovi atti.
Come noto il TAR Calabria si è recentemente pronunciato per la decadenza di Mario Occhiuto da presidente dell’ente provincia.
Lui ha accettato la decisione ma si è riservato di proporre ricorso al Consiglio di Stato.
Intanto il PD, in una nota del segretario regionale del Pd Ernesto Magorno e di quello provinciale di Cosenza Luigi Guglielmelli, ha espresso la propria soddisfazione.
“Auguriamo buon lavoro a Graziano Di Natale, che oggi si è insediato alla guida della Provincia di Cosenza, dopo la pronuncia del Tar che ha annullato il decreto con cui Mario Occhiuto in maniera illegittima aveva indetto i comizi elettorali per le elezioni di secondo grado del consiglio provinciale di Cosenza e non per l’elezione del presidente”.
“Inizia per l’amministrazione provinciale di Cosenza una pagina di trasparenza e legalità, che da tempo il Pd ha invocato in tutte le sedi politiche e anche in quelle giurisdizionali.
Grazie al pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale e all’insediamento odierno di Di Natale l’ente può finalmente rientrare nei canoni della correttezza amministrativa e della legittimità amministrativa, ponendo fine alle strumentalizzazioni politiche e agli atti abusivi che sono stati perpetrati fin qui da Mario Occhiuto.
D’altro canto, la linea del Pd sulla vicenda è sempre stata chiara, a sostegno di un immediato ripristino delle regole e di ritorno alla normalità in un’amministrazione pubblica a servizio dei cittadini e non di una parte politica”.
Forti proteste, invece, da parte del centrodestra.
In una nota diffusa dal movimento “Lista per Cosenza” si legge: “Questa mattina con un blitz susseguente a un incontro svoltosi in Prefettura a Catanzaro, il nuovo segretario generale della Provincia di Cosenza ha consentito al consigliere Graziano Di Natale, genero di Mario Pirillo, di insediarsi come presidente facente funzioni”.
“Un atto gravissimo che viola il comma 78 dell’art 1 della legge 56 del 2014 e il principio che regola la vita democratica degli organismi.
(Comma 78. I seggi che rimangono vacanti per qualunque causa, ivi compresa la cessazione dalla carica di sindaco o di consigliere di un comune della provincia, sono attribuiti ai candidati che, nella medesima lista, hanno ottenuto la maggiore cifra individuale ponderata. Non si considera cessato dalla carica il consigliere eletto o rieletto sindaco o consigliere in un comune della provincia).
Quel posto spetta al consigliere Di Nardo.
Presenteremo domani alla Procura della Repubblica di Cosenza denuncia per abuso di ufficio nei confronti del segretario generale e di tutti i responsabili di questo scempio”.
Cosenza: Vice presidente del Consiglio Pino Gentile a giudizio per abuso in atti d’ufficio.
Mercoledì, 21 Settembre 2016 19:40 Pubblicato inL’attuale vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Gentile (Ncd), è stato rinviato a giudizio nell’ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sulle presunte irregolarità nel bando della Regione per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale.
Gentile è imputato in qualità di assessore regionale ai Lavori pubblici nella precedente giunta di centrodestra guidata da Giuseppe Scopelliti.
Insieme a lui il gup Pietro Carè, ha mandato a processo anche i dirigenti regionali Giovanni Laganà, Domenico Pallaria, Filippo Arillotta e Antonio Capristo (quest’ultimo prosciolto per quattro capi di imputazione).
Il gup ha invece deciso per il non luogo a procedere nei confronti William Grimoli, Giovanni Pianini, Fiore Cava, Antonio Tallarico, Bina Sprovieri e Giuseppe Chimenti.
I sostituti procuratori Domenico Guarascio e Fabiana Rapino avevano contestato varie ipotesi di abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico con riguardo all’annullamento del bando per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà effettuato nel periodo in cui Gentile era assessore ai Lavori pubblici.
Per il bando annullato, emanato dalla precedente giunta regionale, era stata già pubblicata una graduatoria dei beneficiari.
La successiva integrazione, che modificò l’esito del primo bando, procurò, secondo l’accusa, “un ingiusto vantaggio patrimoniale a talune imprese cooperative concorrenti”.