Redazione TirrenoNews
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Stamattina 14 febbraio un grande camion era parcheggiato sul piazzale del Palazzo di Vetro della Statale 18.
Strano perché le operazioni di carico e scarico per i negozi avvengono su aree diverse e con modalità diverse.
È bastato avvicinarsi all’ingresso per capire .
Alcuni ragazzi stavano scendendo con l’ascensore prima e con carrelli a mano dopo decine e decine di slot machine.
Poi si avvicinavano al Tir e li caricavano a bordo.
10, 20, 30 circa.
Erano le slot machine che sono state scassinate due notti fa nel Palazzo di Vetro.
E quel che è peggio è che esistevano segnali di allarme .
Se non abbiamo semplicemente funzionato o se siano stati disattivati non è dato sapere.
I Carabinieri stanno effettuando le indagini di rito ma non hanno emanato in merito alcuna nota stampa.
Ci è stato anche riferito dagli addetti che per entrare nella sala giochi sono state divelte diverse vetrine
Sembra infatti, che i ladri siano entrati dalla sala da ballo.
Non è la prima volta che i ladri si interessano alle slot.
E probabilmente non sarà l’ultima
Per questo insistiamo che Amantea ha bisogno di maggiori presidi di Forze dell’Ordine
Parliamo di almeno un tenenza dei CC e/o di un presidio di Polizia.
Amici miei carissimi, chissà quante volte avete letto di truffe, di raggiri ai danni di persone anziane, ma mai fino ad oggi avete letto di una truffa d’amore.
Mi spiego meglio.
Con i soldi che mensilmente gli versava l’amante italiana un uomo finto straniero manteneva la vera moglie e il figlio che le aveva fatto credere abitassero all’estero, ma abitavano a Rimini.
La storia è andata avanti per lunghi sei anni perché l’amante italiana non sapeva che l’uomo fosse sposato ed essendo innamorata pazza di questo uomo dolce e gentile continuava a fargli prestiti.
Siamo a Rimini e un uomo all’apparenza dolce e gentile incontra una donna italiana molto facoltosa, sola, bisognosa di amore e di affetto.
Si innamorano e incominciano a frequentarsi e si vedono spesso.
L’uomo, però, è riuscito a raccontarle un sacco di bugie.
Ti amo, ma mi servono i soldi.
Ti voglio bene, ma ho bisogno di soldi perché ho avuto la casa distrutta.
Ti desidero, però i soldi che guadagno non mi bastano perché dovrò pagare alcuni debiti.
E raccontandole ad ogni incontro una montagna di bugie quest’uomo è riuscito a scucirle oltre 180 mila euro.
Le racconta che lavora fuori provincia, prima a Bologna, poi a Piacenza e infine nella Repubblica Cecoslovacchia.
La donna è pazzamente innamorata e crede a tutte le fandonie che le vengono raccontate.
L’amore è cieco e la donna non riesce a capire un bel niente.
Ama quell’uomo, lo desidera e con generosità cerca sempre di accontentare il suo gentile amante.
Un giorno le chiede dei soldi perché ci sono delle scadenze da pagare e lei senza fiatare sborsa migliaia di euro.
Un altro giorno le chiede un prestito per comprare una macchina nuova per andare e venire dalla Cecoslovacchia.
E poi altri soldi per poter trascorrere i week end con lei.
E poi e poi, di 2 mila euro in 2 mila euro, nell’arco di sei anni, i prestiti sono arrivati ad oltre 180 mila euro.
Ma arrivati a questo punto la corda tirando tirando si spezza e gli imbrogli e gli inganni vengono a galla.
Nell’ottobre scorso si scoprono gli altarini.
L’uomo viene scoperto in un supermercato di Rimini in compagnia della moglie e del figlio mentre facevano la spesa con i soldi che l’amante versava a quell’imbroglione.
Ma l’uomo non si doveva trovare all’estero in Cecoslovacchia?
Viveva invece a Rimini con moglie e figlio.
Da Rimini non si era mai mosso.
Alla povera donna innamorata pazza cade tutto il mondo addosso, ma non riesce a fare nessuna scenata, meglio aspettare.
Fa finta di niente.
Ha capito, però, che l’amante l’ ha tradita e che i soldi che chiedeva in prestito servivano per mantenere la vera famiglia.
Quando l’amante si è fatto vivo con una telefonata insieme alla richiesta di altri soldi, questa volta l’amante tradita gli risponde di no.
Come no, dice l’uomo.
Ma niente da fare.
La donna per la prima volta dice all’amante che non avrà più neppure un euro, anzi gli chiede il rimborso dei soldi prestati perché è stata tradita.
A questo punto l’uomo perde le staffe e incomincia a minacciarla:- O mi dai i soldi che ti ho chiesto oppure farò la festa a te e a tutti i tuoi parenti -.
La donna ha incominciato a registrare le telefonate che si facevano sempre più minacciose e pesanti e così si è rivolta ai Carabinieri denunciando l’amante truffatore.
Fine della storia d’amore.
Paola. Ci risiamo. La GdF sequestra 246 mila articoli cinesi non regolari
Mercoledì, 14 Febbraio 2018 13:03 Pubblicato inEra già successo il 13 aprile 2017 quando sempre le Fiamme Gialle di Paola, nel cosentino, hanno trovato durante un controllo effettuato in un grosso esercizio commerciale della città, gli articoli vari tra cui anche numerosi articoli elettrici ed elettronici e giocattoli non a norma e senza marcatura di Conformità europea.
Questa la nota diramata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza
“Sequestrati dalla Guardia di Finanza di Paola oltre 246 mila prodotti privi di ogni etichetta, senza ogni avvertenza sulla pericolosità di alcuni materiali, con mancata precisazione della provenienza e delle indicazioni in lingua italiana, senza apposizione della marcatura CE o con marcatura non conforme.
Questo è quello che le Fiamme Gialle di Paola hanno trovato durante un controllo effettuato in un grosso esercizio commerciale della città, gestito da persone di origine cinese, finalizzato a prevenire la commercializzazione di prodotti nocivi o pericolosi per la salute.
Tra i prodotti sequestrati vi sono anche numerosi articoli di carnevale, elettrici ed elettronici non a norma, giocattoli privi di marcatura CE ovvero non conforme, senza istruzioni ed informazioni sulla sicurezza e correlate avvertenze in lingua italiana, sull’uso e sull’età minima degli utilizzatori, sulla eventuale nocività del prodotto e sui materiali utilizzati per il loro confezionamento, nonché articoli destinati all’uso scolastico e cosmetici privi delle normali informazioni sul contenuto e sulla sicurezza.
Il mancato rispetto degli obblighi imposti dalle leggi avrebbe potuto essere causa di effetti nocivi per i potenziali acquirenti, ignari delle informazioni minime che l’etichettatura di qualsiasi bene di consumo dovrebbe contenere.
In tutto i Finanzieri hanno proceduto al sequestro amministrativo di oltre 246.000 prodotti, in virtù del mancato rispetto delle norme contemplate dagli articoli 6, 7 e 9 del D.Lgs. n. 206/2005 (Codice del consumo), dal D.Lgs. n. 86/2016 e dalle Direttive comunitarie.
Il titolare del negozio in cui erano in vendita rischia ora una sanzione amministrativa fino a euro 60.000,00.
Continua l’azione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cosenza, a tutela della salute dei consumatori e contro coloro che commercializzano prodotti violando la legge ed in sleale concorrenza, spuntando così un prezzo ridotto, a scapito di chi invece rispetta le regole.