Saltano Servizi Cimiteriali, trasporto scolastico e pulizia degli edifici comunali.
Terremoto al Comune dove per la Prefettura torna a farsi strada il rischio della possibile infiltrazione della criminalità organizzata anche se, in questo caso, in modo indiretto.
L'Ufficio territoriale del Governo, infatti, ha trasmesso una informativa antimafia in relazione a due cooperative sociali titolari della gestione di importanti servizi comunali.
Di conseguenza, con tre determine del responsabile dell’Area Tecnica e Amministrativa, il Comune ha provveduto a revocare l’assegnazione degli appalti per il Servizio di pulizia degli immobili comunali, per i Servizi cimiteriali e per il Trasporto scolastico.
Parliamo del comune di Mileto dove secondo le informative trasmesse dalla Prefettura di Vibo Valentia, «sussiste la presenza di situazioni relative a tentativi di infiltrazioni mafiose di cui all’articolo 84 del Decreto legislativo 159/2011» ossia “tendenti – recita la norma – a condizionare le scelte e gli indirizzi delle società o imprese interessate».
I tre appalti sono stati assegnati a due cooperative sociali del posto la Atena Servizi (aggiudicataria della Pulizia degli immobili comunali e del Servizio di trasporto scolastico) e la Honos Servizi (che si occupava fino a ieri dei Servizi Cimiteriali).
Naturalmente, gli organi dirigenti delle due cooperative potrebbero eventualmente ricorrere alla giustizia amministrativa contro i provvedimenti nel corso delle prossime settimane.
Ma che succede alla magistratura Italiana?
Le procure di Catania e di Siracusa hanno una visione completamente diversa su presunti legami tra Ong e trafficanti di esseri umani.
La procura di Terni ora pone l’attenzione sugli affidamenti di servizi alle cooperative sociali.
Parliamo del comune di Terni dove ieri sono stati arrestati il sindaco Leopoldo di Girolamo e l'assessore ai Lavori pubblici, Stefano Bucari, entrambi del Pd.
Di una vicenda che vede indagate sedici persone tra cui l'assessore ai Lavori pubblici, Stefano Bucari, l'assessore al Bilancio Vittorio Piacenti d'Ubaldi, la vicesindaco Francesca Malafoglia , dirigenti e funzionari comunali, oltre a rappresentanti di cooperative (considerati «suggeritori e fruitori finali» delle presunte procedure irregolari).
E sono 27 gli indagati complessivi, tre giunte consecutive, funzionari e dipendenti comunali, presidenti di cooperative a aziende private. Indagata anche la vicesindaco Francesca Malafoglia sempre per turbativa d'asta.
Per due componenti delle cooperative sociali, Sandro Corsi, Actl, e Carlo Andreucci, Alis, è stato invece disposto il divieto temporaneo di esercizio dell'attività d'impresa.
Una vicenda che contesta un «sodalizio criminoso» che avrebbe emanato bandi di gara e lettere di invito a contrarre «cuciti addosso alle cooperative sociali», che hanno «garantito un monopolio perfetto nel settore degli appalti di servizi» sempre allo stesso raggruppamento di imprese quello con «protagonisti» la componente politica e tecnica del Comune di Terni.
Una «illecita gestione della cosa pubblica» tra il 2011 e il 2016, con un sistema «finalizzato a favorire le medesime cooperative sociali».
Essere portavoce del M5s significa rappresentare non se stessi e gli interessi di amici e compari.
Significa piuttosto dare voce ai cittadini, a tutti i cittadini, soprattutto a quelli più deboli, più inascoltati e quasi invisibili per i potenti. Per cui oggi io questo farò: le parole che leggerete non sono le mie ma sono quelle dei cittadini che a noi hanno rivolto una richiesta facendo una denuncia precisa.
Uno di questi ci ha detto:“ Lavoro per le cooperative del Comune, mi pagano poco e con diversi mesi di ritardo, non ce la faccio più!”
Ha impiegato quasi un’ora di tempo un cittadino di cui non farò il nome per raccontarmi tutto il suo sdegno, tutta la sua sofferenza per un sistema che sfrutta i lavoratori, tenendoli in un clima di incertezza e di precarietà senza tutela per i loro diritti, a partire da quello fondamentale che è il diritto alla retribuzione. Sembrava un fiume in piena come chi non ha parlato per anni e ha bisogno di dire tutto quello che si è tenuto dentro e che ha dovuto ingoiare.
Mentre ascolto mi vengono in mente tante cose: il meccanico licenziato qualche mese fa, pare per una ritorsione, lo stipendio che per molti è di 600- 700 euro al mese, e dall’altro lato il milione circa di euro che il comune spende per la manutenzione ad Amantea.
E poi mi vengono in mente i tre milioni e mezzo di euro che la ragioneria ha richiesto alla Banca Carime il 30 giugno come anticipazione di liquidità, mentre quasi contemporaneamente prorogava la convenzione di tesoreria ad un tasso 5 volte superiore a quello precedente di 0, 80 punti percentuali.
Oggi mi dicono però che non ci sono più soldi e che pare che anche gli stipendi degli impiegati siano a rischio. Il cittadino mi chiede “ma dove sono finiti i soldi?”. Mentre continua senza freno ad aumentare l’indebitamento.
Si dice che i soldi non ci sono, ma nello stesso tempo si spendono 150.000 euro circa per il programma estivo, non riscuotono i soldi delle occupazioni di suolo pubblico della notte bianca, si tengono e si alimentano una ventina di fotocopiatori con continue riparazioni e forniture di cartucce e di toner a beneficio di un solo fornitore, si spende senza controllo per continui contenziosi legali, si riparano spesso mezzi, pompe di sollevamento dell’impianto di depurazione malfunzionante, si spendono 25.000 euro all’anno fissi per un canile mentre soprattutto Campora è piena di cani randagi. Insomma una vera e propria incontrollabile emorragia di soldi pubblici.
A tutti gli operai diciamo di non avere paura e di denunciare se hanno qualcosa da denunciare.
Noi saremo accanto a loro se ci saranno da fare battaglie di legalità e di giustizia.
Dopo ciò che abbiamo scritto mi auguro che nessuno e dico nessuno si metterà ad indagare su chi sia stato a parlare, o a minacciare o maltrattare nessun lavoratore.
E ci auguriamo con le parole di questo lavoratore che questo stato di cose cambi: “in un modo o nell’altro deve cambiare”!
Noi, con l’aiuto dei cittadini faremo la nostra parte.
Comunicato stampa visibile su: http://www.amantea5stelle.it/
Cosenza. Un centinaio di lavoratori delle 13 cooperative di tipo B che avevano un contratto di collaborazione con il Comune di Cosenza e che ora sono disoccupati per il mancato rinnovo contrattuale hanno occupato piazza XI settembre e presidiano la prefettura.
Dal mese di maggio sono senza lavoro sembra solo per la mancanza di rilascio del certificato antimafia .
Avevano già manifestato il 27 giugno scorso mobilitandosi sin dalle prime ore del mattino ed aspettando il Prefetto Cannizzaro il quale aveva evidenziato che il rilascio del certificato dipendeva dal fatto che. nonostante fossero cambiati sia presidenti sia consigli d’amministrazione delle cooperative sui quali vertevano gli scetticismi dell’antimafia, il Comune di Cosenza non aveva ancora provveduto a recapitare la documentazione necessaria. Purtuttavia il Prefetto Cannizzaro aveva assicurato un pronta soluzione al problema.
Ed allora stamattina 10 luglio i100 disoccupati ed arrabbiati si sono riuniti sotto la Prefettura per far sentire tutto il loro disagio. “Siamo qui per chiedere che ci venga ridato il nostro posto di lavoro, – afferma l’ex presidente della coop. Centro Città – vogliamo avere l’opportunità di poter ritornare alla nostra occupazione. La situazione per le nostre famiglie è estremamente critica, non abbiamo il TFR, ma solo l’indennità di disoccupazione che non stanno erogando. E’ una vera e propria emergenza sociale, andremo avanti con le proteste finchè non ci daranno risposte”.
E’ intervenuto il sindaco Mario Occhiuto il quale ha spiegato che il certificato antimafia è assolutamente necessario e che il suo rilascio “ non dipende né dall’amministrazione né dal prefetto, ma dalle indagini di carabinieri e polizia. Noi come Comune siamo obbligati dalla legge a richiedere il certificato antimafia in Prefettura. Ovviamente come è successo con le altre coop. quando saranno in ordine con la documentazione e non vi sarà l’interdizione potranno tornare a lavorare”.