Redazione TirrenoNews
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Riceviamo e pubblichiamo:
Quando si pensa alla pubblica Amministrazione si è soliti pensare a una macchina organizzativa molto complessa e con svariate articolazioni.
Questo disincentiva molte volte dall’intraprendere iniziative per segnalare situazioni di illegittimità o di arbitrarietà in quanto, semplicemente, non si sa concretamente come denunciare la pubblica amministrazione.
A tal fine, il cittadino dovrebbe avere il diritto di rivolgersi a diversi soggetti, quali per esempio il “difensore civico”,(?) che dovrebbe essere una figura di garanzia, istituita presso la maggior parte delle pubbliche amministrazioni, con il compito di accogliere i reclami non accolti in prima istanza dall’ufficio reclami del soggetto che eroga un servizio.
Ogni amministrazione, per gestire al meglio la città e renderla più abitabile, dovrebbe tenere in seria considerazione gli esposti dei cittadini.
Tali esposti certamente darebbero agli amministratori la possibilità di porre rimedio alle carenze gestionali in vari settori, siano essi quelli della viabilità, dei servizi di prima necessità, ricreativi, ecc. .
L'esposto è uno strumento che la legge mette a disposizione del cittadino per dargli la possibilità di chiedere l'intervento degli organi di Polizia Giudiziaria come la Polizia Municipale, i Carabinieri, la Polizia di Stato e il Corpo Forestale.
Il cittadino può avvalersi dell'esposto per segnalare la violazione di diritti o quando ritiene necessario l'intervento dell'autorità.
L'esposizione dei fatti avviene in forma scritta da parte di uno o entrambi i soggetti coinvolti.
L'esposto si presenta quando c'è la necessità di un intervento immediato, o quando si ritiene che l'autorità debba indagare su fatti in cui si riscontrano elementi d'illiceità.
Negli ultimi 3 anni ho scritto tanto sulla demanialità dello Stato e sul diritto di ogni cittadino a usufruirne.
Penso che, la procedura di segnalazione sia stata corretta, nel rispettare alcuni parametri.
Il primo è stato senza dubbio quello della forma: è importante utilizzare un linguaggio sobrio ma comprensibile, articolando al meglio le proprie considerazioni in virtù delle problematiche in oggetto relative ad un area sita nel Comune di Amantea ed antistante l'albergo "La Scogliera".
Per chiarezza, appare opportuno rammentare che l'area in esame “insiste sulla particella catastale n.44 del foglio 24 del Comune di Amantea, che risulta in testa al Demanio Pubblico dello Stato sin dall'origine e che è individuata come area Demaniale Marittima dal SID”.
Così si legge in un Testo divulgato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 26 di Aprile 2018. Protocollo 8522.
A questo punto, credo sia necessario avere delle risposte chiare e definitive da parte della Giunta Amanteana capitanata dal Sindaco Pizzino, sul perché non si è proceduto a togliere dalle mani private un bene pubblico che da anni viene sfruttato impedendo ai cittadini di Amantea di poterlo utilizzare.
Come al solito, questa Amministrazione, come quelle che l’hanno preceduta, proverà ad assumere l'atteggiamento di chi, per proprio comodo, finge di non sentire o di non capire quello che gli viene detto.
Dunque, ci vedremo costretti a rivolgerci all’ Ispettorato per la funzione pubblica, che ha il compito di vigilare sul buon andamento della pubblica amministrazione, in concreto: assicurando che nell’ambito dei rapporti tra cittadini, imprese e le amministrazioni pubbliche, siano osservati i termini e le modalità di conclusione dei procedimenti; monitorando il corretto sviluppo dei procedimenti disciplinari; programmando e svolgendo verifiche, in collaborazione con i servizi ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato, sulle Amministrazioni.
Dev’essere peraltro segnalato che è di imminente entrata in vigore anche in Italia la legge sul cosiddetto whistleblowing (fischiettare) vale a dire la disciplina volta a tutelare i cittadini che segnalano irregolarità ed abusi di cui siano venuti a conoscenza.
Beaumont sur Mer 9 Agosto, 18 Gigino A Pellegrini & G el Tarik
2 albanesi bevono in un locale e picchiano il barista per non pagare il conto
Giovedì, 09 Agosto 2018 15:58 Pubblicato inAvevano bevuto delle birre in un locale nel centro di Terlizzi, in una delle giornate della Festa in onore della Madonna di Sovereto, ma al momento di pagare il conto, avrebbero picchiato con schiaffi e pugni il titolare che presentava loro il conto, minacciandolo di morte e brandendo un coltello davanti ai clienti.
Due cittadini albanesi, dimoranti nella cittadina barese, sono stati così arrestati dai Carabinieri: dovranno rispondere di estorsione aggravata, danneggiamento aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Il titolare, sotto minaccia, era stato costretto a servire, ai due aggressori, altre bevande: al suo rifiuto, i due hanno danneggiato il locale distruggendo diverse bottiglie presenti sul bancone.
All'arrivo dei carabinieri è cominciata una breve colluttazione nella quale è stata danneggiata anche un'auto dell'Arma.
I due cittadini albanesi sono stati quindi bloccati: per uno è scattato l'arresto in carcere.
Per l'altro, incensurato, è stato disposto l'obbligo di dimora.
Catanzaro. Inchiesta Calabria Verde, chiesto il processo per Oliverio
Giovedì, 09 Agosto 2018 12:36 Pubblicato inLa Procura di Catanzaro, nell’ambito di un fascicolo-stralcio dell’inchiesta su “Calabria Verde”, società in house della Regione Calabria, ha chiesto il rinvio a giudizio del governatore calabrese Mario Oliverio. Lo scrive il Quotidiano della Calabria.
L’udienza preliminare davanti al gup è fissata per il prossimo 12 dicembre.
Oltre a Oliverio, nel procedimento sono indagati il suo ex capo struttura Franco Iacucci, attuale presidente della Provincia di Cosenza, il sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro, l’ex assessore della giunta regionale di centrodestra Michele Trematerra, l’ex manager di Calabria Verde Paolo Furgiuele e l’ex dirigente dell’azienda Franca Arlia.
Le accuse riguardano la nomina di Barilaro in un distretto di Calabria Verde del Vibonese «per fare ottenere ai politici coinvolti un ritorno elettorale».
Forza Italia giovani Cosenza afferma «Apprendiamo che la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore Gerardo Mario Oliverio nell’ambito dell’inchiesta su Calabria Verde, società in-house della Regione Calabria. Le accuse riguardano la nomina di Barilaro in un distretto dell’azienda nel Vibonese, che secondo l’accusa potrebbe essere viziata nel modo e nella ratio, ovvero per ritorni elettorali».
«Noi – continua la nota – non siamo giustizialisti come lo è stato qualcuno finora, non con i suoi ma con gli altri. Né apparteniamo alla categoria dei cacciatori di notizie da cavalcare e su cui lucrare, per le stesse motivazioni contenute nel capo di accusa del procedimento, ovvero il ritorno elettorale, cosa che appartiene a partiti “stellati” da cui ci sentiamo in antitesi per culture, azione, modus e pensiero.
La giustizia farà il suo corso, nel pieno rispetto dei ruoli di accusati e accusatori.
È però mortificante, per una Terra intera, sentir parlare del governo regionale solo quando si tratta di pessime gestioni, di incapacità di spesa, di paralisi consiliare o, come successo tante volte dal 2014 ad oggi, per inchieste e condanne.
Farebbe bene Oliverio, per tutto ciò che non é stato in grado di garantire ai suoi elettori ed a tutti i calabresi, insieme a tutta la squadra, a dimettersi, liberando la Calabria dalle catene del non-governo».
La senatrice Silvia Vono del M5s dichiara, in una nota stampa,.
«Mentre ieri a Roma abbiamo approvato il “decreto dignità” per ridare speranza a lavoratori, imprenditori e famiglie, in Calabria la magistratura ipotizza l’ennesimo caso di malapolitica. Nell’ambito dell’inchiesta Calabria Verde, oggi i pm di Catanzaro chiedono di mandare a giudizio alcuni politici e manager regionali, tra i quali anche il governatore Oliverio, per un presunto abuso di ufficio legato – secondo l’impianto accusatorio – a un eventuale ritorno elettorale in provincia di Vibo Valentia».
«L’esistenza o meno dei reati contestati dalla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, sarà chiarita nelle competenti sedi giudiziarie.
Ma – spiega – rispetto a questo vecchio modo di fare politica, rispetto a questa sorta di schiavitù dei favori da chiedere e da elargire, i calabresi ora possono voltare pagina una volta per tutte.
E possono farlo continuando sulla strada della dignità che hanno già intrapreso con il voto del 4 marzo tributato al Movimento 5 Stelle. Movimento che oggi in Calabria conta su ben 18 parlamentari impegnati a lavorare sui territori e disponibili ad ascoltare tutti i cittadini».
«È questo – conclude Vono – l’unico modo per chiudere definitivamente la lunga era del clientelismo e degli scambi di favori e aprire le porte a un nuovo modo di concepire la rappresentanza e l’azione politica, sia a livello nazionale che a livello regionale e locale».