Redazione TirrenoNews
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Sospesa una dipendente dell’ASP. Avrebbe sottratto 300 mila euro
Venerdì, 30 Novembre 2018 18:15 Pubblicato in CosenzaCosenza. Dieci giorni di lavoro per sequestrare beni e conti correnti bancari della 61enne, dipendente dell’Asp per avere sottratto indebitamente soldi pubblici all’azienda sanitaria provinciale.
A darne notizia è il procuratore capo della Procura di Cosenza, Mario Spagnuolo.
Alla predetta C.F. viene contestato, il reato di cui all’art. 81 cpv., 61 n.7, 314 c.p., in quanto ritenuta responsabile, quale pubblico ufficiale, dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza (qualifica ricoperta Assistente Amministrativo Cat. C1), svolgente funzioni amministrative presso la Commissione Medica Locale per patenti di guida di Cosenza, avendone per ragione del suo ufficio il possesso, o comunque la disponibilità, di essersi appropriata della somma complessiva di euro 294.820,00, sottraendola da conti correnti postali intestati alla suddetta Commissione Medica Locale.
Dal 19 novembre scorso e fino alla mattinata odierna, personale della Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Polizia di Stato – della Procura della Repubblica di Cosenza, ha dato esecuzione agli adempimenti relativi all’Ordinanza di Applicazione di Misura Cautelare Interdittiva e di Sequestro Preventivo, emessa il 12.11.2018 dal GIP presso il Tribunale di Cosenza, nell’ambito del procedimento penale n.652/17 RGNR mod.21, a carico di C.F., di anni 61, dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.
In particolare, con l’Ordinanza sopra specificata, il GIP ha disposto la sospensione della predetta C.F. per la durata di mesi dodici, dall’esercizio del pubblico ufficio, nonché il sequestro preventivo, per equivalente, delle somme depositate su conti correnti bancari o postali, di titoli di stato, di titoli azionari ed obbligazionari, certificati di deposito, buoni postali, libretti di risparmio e/o deposito, quote di fondi di investimento, polizze assicurative sulla vita, o comunque di altri strumenti finanziari e/o assicurativi, beni immobili, beni mobili registrati, intestati, o comunque nella disponibilità dell’indagata, fino alla concorrenza della somma di euro 294.820,00.
Nel corso dell’esecuzione del provvedimento, sono stati sottoposti a sequestro preventivo:
- immobile censito nel Catasto dei Fabbricati del Comune di Cosenza, intestato all’indagata;
- immobile censito nel Catasto dei Fabbricati del Comune di Cosenza, pertinenza del primo;
- autovettura Smart Forfour intestata e di proprietà dell’indagata;
- rapporto di conto corrente e deposito titoli, accesi presso un Istituto di Credito di Cosenza, intestati all’indagata.
L’indagine ha preso il via all’indomani della denuncia sporta agli inizi del 2017 dal Presidente della Commissione Medica Locale di Cosenza, il quale si era visto recapitare una verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, con contestuale contestazione per violazione di norme in materia fiscale, in particolare per quanto attiene il mancato versamento della ritenuta d’acconto per l’anno 2013.
Le successive verifiche svolte in autonomia dal Presidente della Commissione, permettevano di avanzare sospetti sulla dipendente dell’A.S.P. in quell’epoca in servizio presso la Commissione con compiti amministrativi, in particolari quelli relativi alla gestione della documentazione contabile.
Le indagini, durate complessivamente oltre un anno, consistite nell’acquisizione di una mole notevole di documentazione bancaria e conseguenti riscontri in termini di analisi di conti correnti, consentivano di raccogliere concreti ed oggettivi elementi a carico dell’indagata, la quale, approfittando delle sue mansioni in seno alla citata Commissione, per assicurarsi un ingiusto profitto, a partire del 2013, aveva apposto la firma falsa del presidente della commissione su svariati assegni (quasi 200) che successivamente si era intestata quale beneficiaria, per poi versarli su un conto corrente nella sua disponibilità, distraendo così tali somme da due conti correnti postali intestati proprio alla Commissione Medica Locale per patenti speciali, il tutto per un importo complessivo superiore a 100.000,00 euro.
Ulteriori e successivi approfondimenti investigativi, permettevano di accertare che il comportamento illecito dell’indagata era risalente anche agli anni antecedenti il 2013, per cui dalle verifiche effettuate in tal senso si accertava l’indebita appropriazione di notevoli somme di denaro a partire dal 2009, in questo caso per un importo complessivo prossimo ai 200.00,00 euro.
La richiesta avanzata dal P.M. titolare delle indagini, è stata pienamente accolta dal GIP nell’Ordinanza Applicativa di Misura Cautelare Interdittiva e di sequestro preventivo emessa il 12.11.2018.
Pizzo. 7 operatori ecologici bruciano rifiuti
Venerdì, 30 Novembre 2018 17:49 Pubblicato in Vibo ValentiaIl fenomeno dei rifiuti bruciati è il chiaro sintomo che il sistema di raccolta dei rifiuti deve essere rivisto.
La terra dei fuochi, infatti, non è più la sola Campania.
Ormai si bruciano rifiuti dappertutto , anche in Lombardia dove la Camorra non c’è!.
E nel piccolo anche in Calabria come a Pizzo dove sette operatori ecologici sono stati denunciati, perché sorpresi a dar fuoco a materiale di scarto all'interno di un sito di stoccaggio per la raccolta differenziata.
Il fatto è stato accertato grazie ad un'attività mirata nel settore ambientale condotta dai carabinieri della locale Stazione.
A loro i carabinieri sono arrivati seguendo le tracce di fumo sprigionate dal grosso rogo composto da materiale di vario genere: una vera e propria colonna di fumo nero che ha sprigionato un forte odore acre nelle vicinanze del centro abitatocon probabile concentrazione di diossina.
Notevoli anche i disagi per residenti del limitrofo centro abitato.
Il terreno in questione, dell'estensione di circa 800 metri quadrati,è stato sottoposto a sequestro.
E non è certo un caso che si tratti di dipendenti di ditte private impiegate nella raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade dell'area napitina.
Ci sembra evidente che la RSU gestita dai privati non garantisce la totale correttezza dei servizi ambientali
La RSU è quindi un servizio che deve essere pubblico!
Era in corso il consiglio comunale di oggi quando un impiegato dell’ente attraversava il salone , apriva il cancello che accede allo spazio retrostante la stessa sala e giustificava questa anomala azione evidenziando che dal muro posto a ridosso della collina del castello colava acqua.
E’ stato gioco forza andare a vedere e notare che da più parti , poste a diverse altezze, del muro usciva acqua.
Nella parte più bassa, addirittura, si notava uno zampillo.
La presente è l’unica foto tratta della vicenda.
Obbligatorio interrogarsi su quanto stava accadendo.
Tutti a opinare che si trattasse di acqua piovana anche se non piove da due giorni.
Intanto arrivavano tecnici ed esperti.
Dopo 10 minuti circa lo zampillo smetteva di correre.
Misteriosamente come era apparso.
Questa evoluzione ha orientato gli astanti a supporre che potesse trattarsi, invece che di acqua piovana, di una perdita di qualche condotta.
L’Amministrazione ora resta impegnata a far controllare il fenomeno al fine di valutarne la origine e la eventuale gravità