Redazione TirrenoNews
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Una idea per aiutare chi vive nel disagio
Domenica, 10 Febbraio 2019 13:34 Pubblicato in Amantea FuturaAbbiamo sempre parlato degli amanteani abbandonati a se stessi o che hanno sofferto ed alcuni soffrono forti condizioni di disagio
Ricordiamo che per tempo qualcuno ha vissuto a mare in una tenda salvo poi ad avere un alloggio popolare temporaneo poco prima di morire
Ricordiamo chi ha vissuto in un’ auto e che ancora oggi vive in uno scantinato
Ricordiamo chi spesso dorme su un muretto o sotto un pontino della ciclopedonale.
Ma tra i tanti vogliamo inserire anche chi vive solo/a ed ha grande difficoltà a pagare la luce od i tributi comunali
E poi viene cacciata fuori perché non riesce a pagare il fitto di casa
La risposta unica finora è stata ed è la assegnazione di un alloggio popolare che spesso sarebbe potuto essere usato per una famiglia.
Da qui la seguente idea.
Un piccolo albergo sociale fatto di stanze per una o due persone con un idoneo bagno.
E poi una stanza sociale dove socializzare giocando a carte, parlando, cucendo o ricamando o vedendo la TV.
Ed una stanza da pranzo sociale con una cucina, un mini frigo, un mobiletto, un tavolo con due sedie per ogni stanzetta soprastante.
E soprattutto un orto sociale dove gli ospiti dell’albergo possano coltivare le verdure, l’insalata, i pomodori, il prezzemolo per la pastina, il basilico per il sugo e quant’altro utile per avere una vita attiva
Una idea che suggeriamo all’amministrazione è di usare il vecchio ufficio del Giudice di Pace che si vede nella foto all’uopo chiedendo ad un ingegnere edile o ad un architetto/a un progetto a basso costo per adeguare a stanze lì immobile del giudice di pace
Commercianti e cittadini ad alta sensibilità sociale potrebbero preoccuparsi delle dotazioni minime, quali un letto, un mini armadio, una cucina, un frigo,un tavolo, due sedie e quant’altro utile a chi ne ha bisogno.
Giuseppe Marchese Amanteafutura1M
Appena arrivati al mercato a km zero degli agricoltori amanteani ricco di verdure( colte al massimo ieri pomeriggio se non stamattina all’alba) e senza anticrittogamici ed antiparassitari (#comenaturacreanoivendiamo#) siamo stati fermati da un amico che ci ha chiesto” Ma davvero i bagni sono aperti?”
“Non credo” rispondo istintivamente “non ho visto lavori che si erano impegnati a fare”.
“Eppure mi ha detto ( mi dice il soprannome di un operaio del comune) che lo hanno aperto”
E così vado con lui e scopro la bella novità: la porta del bagno è aperta.
Curioso come sono entro e vedo che è stato lavato ma versa ancora in condizioni inaccettabili.
Giudicate voi dalle foto scattate.
Nota: Ad onor del vero devo dire che appena pubblicato l’articolo un amministratore ci ha detto che domani (lunedì) pomeriggio si recherà personalmente e darà le disposizioni minime, quali una buona e ripetuta pitturazione dei muri in attesa della sostituzione dei bagni.
A lui ed agli altri suggeriamo di affidare i bagni ad una persona che ha bisogno e che li pulirà a fronte del pagamento di pochi centesimi.
E magari li chiuda quando il mercato è chiuso.
Amantea e gli amanteani non meritano questi bagni!
Reggio C. Finisce di scontare la pena e il Questore lo espelle
Domenica, 10 Febbraio 2019 10:00 Pubblicato inL’Ufficio immigrazione della Questura di Reggio Calabria ha emesso un provvedimento di espulsione nei confronti di un nigeriano di 30 anni irregolare sul territorio nazionale.
Il provvedimento è stato notificato una volta che l’uomo ha espiato la propria pena in carcere per essersi reso responsabile, a Monasterace, nell’aprile del 2018, insieme ad altri connazionali dei reati di violenza privata aggravata, lesioni personali aggravate e danneggiamento aggravato.
Nell’occasione, l’uomo, insieme a dei complici, aveva sfondato a calci la porta in vetro dell’abitazione di un connazionale ed armati di bottiglie di vetro, mazze in legno e uno sgabello, lo avevano aggredito procurandogli varie contusioni e lesioni alla testa.
Oggi l’uomo è stato accompagnato nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Bari Palese in attesa del nulla osta dell’autorità giudiziaria per l’espulsione e il conseguente rimpatrio in Nigeria.