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Alloggi popolari. Che strana la politica calabro-oliveriana

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Il nostro governatore muove nella direzione di una unica azienda sanitaria regionale.

Un cosa mai vista da nessuna parte.

Ma non ci saremmo certamente sorpresi purché una volta tanto la Calabria fosse guida per le altre regioni italiane.

Quello che ci sorprende invece è come mai il vulcanico governatore non abbia inteso rendere effettiva la legge regionale (24/2013) con cui le Aterp sono state accorpate in un'unica azienda regionale.

Ed ancor più sorprende il fatto che a distanza di due mesi dalla delibera di giunta ( su proposta dell'assessore ai Lavori Pubblici Antonino De Gaetano) ed “«in attesa della riorganizzazione dell'Azienda unica regionale” il dirigente generale del Dipartimento Mimmo Pallaria non abbia provveduto all'individuazione dei referenti, per ogni provincia, tra i dirigenti interni al Dipartimento.

Perché questo ritardo?

Che cosa aspettano e cosa hanno in mente Oliverio, De Gaetano, Pallaria ed Antonio Capristo, che è stato delegato proprio dal dirigente del dipartimento Lavori pubblici a ricoprire la funzione di commissario unico dell'Aterp regionale ?

Si stanno magari adottando atti in sanatoria di posizioni precarie? Magari assumendo precariamente altri dipendenti che poi nella confusione del passaggio politico-amministrativo si stabilizzeranno?

Non è impossibile visto che è lo stesso Pallaria che ha definito illegittimi alcuni degli atti adottati nelle more.

Ed ancor più ci sorprende il fatto che l’ Aterp non sia chiusa ed il patrimonio residenziale pubblico affidato ai comuni sui cui territori insistono gli alloggi.

Chi altri, infatti, se non i comuni che possono esercitare con immediatezza i necessari controlli ed operare nella direzione di una oculata gestione degli alloggi popolari, controllando i redditi reali degli occupanti, controllando la reale occupazione da parte degli assegnatari, eccetera, ed al più lasciare alla regione l’esercizio dei dovuti e necessari controlli.

Qual è la situazione economica delle Aterp? Quanti debiti hanno? E chi sarà a chiamato a pagarli se non i calabresi?

Possibile che nessuno capisca che c’è gente che dorme sotto i ponti, in stanze inagibili, mentre negli alloggi Aterp abita, in taluni casi, gente che potrebbe pagarsi un fitto?

E perché non viene dismessa quella parte di patrimonio residenziale che ha bisogno di manutenzione i cui costi non vengono manco coperti dai canoni di fitto?

Non è che l’Aterp, invece di dare un tetto a chi non ce l’ha, ormai ,serve solo per dare uno stipendio a chi ci lavora.?

Mario , coraggio!

Redazione TirrenoNews

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