
La sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio ha ordinato la confisca dei beni di Crea per più di 600 mila euro.
Domenico Crea fu accusato dalla procura reggina di aver avuto rapporti con le cosche di 'ndrangheta della zona ionica del Reggino
La confisca è stata eseguita a seguito della condanna per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell’inchiesta chiamata Onorata Sanità.
Tra i beni confiscati vi sono anche due terreni già sequestrati nel novembre 2009 insieme ad altri beni tra cui la clinica privata 'Villa Anya'.
L'ex consigliere regionale Domenico Crea fu arrestato nel 2008 nell'ambito dell'inchiesta condotta dai carabinieri e chiamata, come detto, 'Onorata Sanità'.
Nel corso delle indagini erano state individuate le attività gestite dalle cosche della 'ndrangheta della zona jonica di Reggio Calabria, in cui operava la cosca Morabito-Zavettieri, gruppo criminale che secondo l'accusa si era impegnato per sostenere, nell'ambito delle elezioni regionali del 2005, la candidatura di Domenico Crea, poi nominato assessore e già in precedenza investito di altre cariche istituzionali.
Domenico Crea è colui al quale Franco Morelli di fronte alle telecamere di Anno Zero disse: “ U cumpari du cumpari, è tu cumpari”.
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Reggio Calabria
Una serie di condanne e di conferme della sentenza di primo grado sono state chieste dai sostituti procuratori generali di Catanzaro Massimo Lia ed Eugenio Facciolla nel processo d'appello ai 12 imputati del processo Why Not sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici.
Il dibattimento di primo grado, che vedeva imputate 26 persone, si è concluso il 31 luglio 2012 con nove condanne a pene variabili dai 3 anni e 6 mesi ad otto mesi di reclusione, nove assoluzioni e con il non luogo a procedere per altri otto imputati per la prescrizione dei reati contestati.
Il Pg Massimo Lia ha chiesto la condanna di Ennio Morrone, attuale consigliere regionale, assolto in primo grado, così come era stato chiesto nel processo davanti al Tribunale.
La conferma delle condanne della sentenza di primo grado è stata chiesta per
Dionisio Gallo (8 mesi),
Rosario Calvano (8 mesi) e
Domenico Basile (8 mesi).
Per Gianfranco Franzè la prescrizione per alcuni capi d'imputazione e la rideterminazione della pena in due anni di reclusione (3 anni e 6 mesi in primo grado).
Il Pg Eugenio Facciolla, da parte sua, ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per
Antonio Gargano (1 anno e 6 mesi),
Michele Montagnese (1 anno),
Filomeno Pometti (1 anno) e
Michelangelo Spataro (1 anno).
Per Franco Morelli e
Nicola Adamo,
ex vice presidente della Giunta regionale di centrosinistra ed attuale consigliere regionale, Facciolla ha chiesto la condanna ad un anno e 8 mesi di reclusione.
Il processo d'appello, dopo le richieste della pubblica accusa, è stato rinviato al 26 novembre prossimo. (ANSA)
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Catanzaro
Franco Morelli già consigliere regionale del PDL venne arrestato il 30 novembre 2011.
Franco Morelli, è stato condannato in primo grado, nel febbraio scorso, dal Tribunale di Milano, a 8 anni e 4 mesi di reclusione nell’ambito del processo sui presunti rapporti con la cosca di ndrangheta Valle Lampada e che ha coinvolto il giudice Giglio e il giudice Giusti.
Da quel momento è stato rinchiuso nel carcere di Opera
Ma Franco Morelli è stato così male da dover essere più volte ricoverato in ospedale.
Ora dopo diverse istanze di scarcerazione per incompatibilità tra il regime carcerario e le condizioni di salute dell’ex consigliere regionale della Calabria, presentate dall’avvocato Franco Sammarco, difensore di Morelli, il Tribunale di Milano ha concesso gli arresti domiciliari a Franco Morelli.
Un atto di giustizia giusta e umana” ha dichiarato il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che dal momento dell’arresto si era battuto quasi da solo a favore di Morelli e che il 27 novembre dello scorso anno ha testimoniato a Milano nel processo insieme al vescovo di San Marco-Scalea, a preti, associazioni di volontariato, avversari politici di Morelli.
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Calabria
Tanto tuonò che piovve. Sembravano lontani i tuoni ed i fulmini sulla nomina di Alessandra Sarlo a commissario regionale dell’Asp di Vibo Valentia, nomina della quale si era parlato nel processo “Infinito 3”, incluso in una più vasta inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano, nella quale risultano indagati, tra gli altri, l’ex consigliere Franco Morelli ed il magistrato Vincenzo Giglio. Sotto esame la sua nomina all'Asp di Vibo. Dopo la chiusura delle indagini, arrivata a metà febbraio scorso, a distanza di un mese esatto, i sostituti procuratori Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio hanno chiesto il rinvio a giudizio per la dirigente. Ora, sulla richiesta dovrà pronunciarsi il giudice dell'udienza preliminare, al termine del confronto in aula. Come si ricorda sono due i filoni giudiziari che interessano la Sarlo.
Il primo riguarda la nomina a direttore generale di un dipartimento regionale si è già concluso con la richiesta di rinvio a giudizio per il governatore Giuseppe Scopelliti, per la vicepresidente Antonella Stasi e per l'assessore Domenico Tallini
Il secondo è quello relativo all’incarico di commissario regionale dell’Asp di Vibo Valentia e che sarebbe stata frutto di accordi tra il marito della donna, il magistrato Giglio, e l'ex consigliere regionale Morelli. Ed a provarlo sarebbero una serie di sms che parlano dell'evento.
Il 10 aprile 2010, poco dopo l'elezione in consiglio regionale di Morelli, un sms del giudice Giglio mette i magistrati sulle piste delle nomine regionali: «Ti confesso un piccolo segreto: mia moglie fa parte della piccola cerchia di persone a cui piace lavorare molto. Perciò, quale che sia la destinazione, per favore, che sia un posto fortemente operativo e non di mera rappresentanza. Questo per la sua serenità e per il mio equilibrio interiore per cui invoco la solidarietà maschile. Grazie».
Alessandra Sarlo venne poi nominata dalla giunta regionale, su proposta del governatore Scopelliti, commissario straordinario dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia. Ed è proprio il marito magistrato ad annunciarlo all'amico consigliere Morelli sempre attraverso un sms: «Per il resto grande novità: pare che Ale sarà nominata commissario dell'Asp di Vibo Valentia. È un impegno preso direttamente e inaspettatamente dal governatore».
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Vibo Valentia
I giudici dell’ottava sezione penale del Tribunale di Milano (presidente del collegio Luisa Ponti) hanno emanato la sentenza del processo Lampada.
L’ex consigliere regionale del PDL Franco Morelli, arrestato nel novembre 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio, è stato condannato ad 8 anni e 4 mesi ed i giudici disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il giudice Vincenzo Giuseppe Giglio, ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, poi sospeso dalle funzioni dal CSM, anche lui, come Morelli, arrestato nel novembre 2011, con le accuse di corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento aggravato per avere agevolato l’attività del clan Valle-Lampada, la condanna alla pena di 4 anni e 7 mesi di carcere ed i giudici hanno disposto anche l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici.
La pena più alta è toccata al boss Giulio Lampada (16).
A nove anni e sei mesi è stato condannato Leonardo Valle, a tre anni e tre mesi Maria Valle, a otto il medico Vincenzo Giglio, a quattro anni e sei mesi Francesco Lampada.
Assolti tre dei 4 militari della Gdf coinvolti nell’inchiesta.
L'inchiesta contro la cosca Valle-Lampada infiltrata in Lombardia anche grazie ad appoggi nella cosiddetta “zona grigia” è stata condotta dalla Dda di Milano coordinata dal PM Ilda Boccassini.
Il comune di Milano si era costituito parte civile per i danni patrimoniali e non patrimoniali e riceverà da alcuni dei condannati un milione e 400 mila euro.
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Reggio Calabria
Il consigliere regionale del Pdl Franco Morelli deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa.Il giudice Vincenzo Giuseppe Giglio, invece, è accusato di corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio e favoreggiamento.
Il pm di Milano, Paolo Storari, ha chiesto:
Giulio Lampada 15 anni
Leonardo Valle 10 anni
Francesco Morelli 9 anni
Vincenzo Giglio (medico) 8 anni
Francesco Lampada 7 anni
Raffaele Ferminio 7 anni
Vincenzo Giuseppe Giglio (giudice) 6 anni
Luigi Mongelli (unico ad avere riconosciute le attenuanti) 4 anni
Maria Valle 5 anni
Michele Di Dio (finanziere) 4 anni e 6 mesi
Luciano Russo (finanziere) 4 anni e 6 mesi
Michele Noto (finanziere) 4 anni e 6 mesi
Per Morelli, come per altri imputati, il pm ha anche chiesto 3 anni di libertà vigilata, oltre a una richiesta di confisca degli immobili sequestrati e riconducibili ai presunti esponenti della 'ndrangheta. Il processo è stato, infatti, rinviato al prossimo 14 gennaio quando dovrebbe intervenire il legale del Comune di Milano (parte civile), l'avvocato Maria Rosa Sala.
Nella stessa data inizieranno a parlare anche le difese.
L'ultima udienza per i difensori è fissata per il 25 gennaio e poi entro fine mese dovrebbe essere messa in calendario un'ulteriore udienza per camera di consiglio e sentenza.
Nella foto Morelli parla con Crea (di spalle) durante la celebre puntata di "Annozero"
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Calabria