
19 gennaio 2021, enormi massi si sono staccati dalla parete rocciosa che limita il centro storico della nostra cittadina. I massi caduti hanno ostruito l’unica via principale determinando anche lo sgombero in via precauzionale di una cinquantina di abitanti che abitano a valle. Un grande boato ha fatto sobbalzare i cittadini di questa storica e importante cittadina. Le case sono state sfiorate e non hanno subito danni. E non ci sono stati morti e feriti. A distanza di un mese altri crolli si sono verificati sfiorando, pure stavolta, le case circostanti. Anche questa volta, meno male, non ci sono stati danni alle case e alle persone. La strada, però, è ancora impraticabile e restano le transenne perché i massi non sono stati ancora rimossi. Anche questa volta per via precauzionale una famiglia è stata fatta evacuare. Ha trascorso la notte in una struttura messa a disposizione dal Comune. Potrà ritornare nella propria abitazione al più presto. I cittadini protestano e chiedono incavolati interventi urgenti da parte delle istituzioni. E’ trascorso un mese dal primo crollo e i massi e i detriti sono sempre lì. Quando saranno rimossi? Quante pastoie burocratiche bisogna superare? Rimarranno in mezzo alla strada per sempre per farle vedere ai nostri nipoti negli anni che verranno? E il costone roccioso sarà messo in sicurezza? Bisogna fare presto. I politici si son fatti vedere e sentire, hanno fatto finanche interrogazioni regionali, ma cosa hanno fatto di concreto? Nulla. Fatti, fatti chiedono a gran voce i cittadini specialmente quelli che vivono nel rione Catocastro e alla Chiazza. Con le parole non si risolve nulla e nuovi massi continuano a crollare dal costone roccioso.
COSENZA 13 FEBBRAIO 2021 - Un uomo di San Benedetto Ullano è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza per combustione illecita di rifiuti e per aver provocato con le emissioni dei fumi derivanti dai roghi, molestie olfattive alla popolazione residente. Nei giorni scorsi militari della Stazione Carabinieri Forestale di Montalto Uffugo, allertati da alcuni cittadini residenti, si sono diretti verso un’ex azienda di produzione di divani e poltrone in località “Piano dei Rossi” di San Benedetto Ullano, dove il soggetto, oltre ad esercitare abusivamente la professione di tappezziere, veniva colto a bruciare un cumulo di scarti di lavorazione quali fibre grezze, materiale legnoso intriso di vernice, solventi, metalli ed altri residui di lavorazione.
Spente le fiamme, i militari, attraverso le tracce evidenti rimaste impresse sul terreno, hanno potuto constatare la presenza di diversi roghi ad attestare come la combustione dei rifiuti era ormai prassi consolidata. Nell’ambito dello stesso servizio, hanno inoltre potuto accertare, sia all’interno dei locali, sia ben occultati nel cassone telonato di un autocarro dell’impresa, il deposito incontrollato di svariate tonnellate di rifiuti dello stesso genere, che l’uomo da tempo continuava a produrre nel mentre svolgeva l’attività abusivamente, nonostante l’azienda risultasse inattiva dal 2008.
Scoperta raccapricciante nella bella cittadina di Tropea, non lasciavano in pace neppure i defunti. I loculi del cimitero venivano svuotati e i cadaveri distrutti, finivano finanche nella spazzatura. Ci sono voluti giorni e giorni di indagini per interrompere il macabro bussiness della violazione dei sepolcri. E’ quanto accaduto a Tropea, la perla del mare Tirreno in Calabria. Illegalmente venivano estumulate le salme dai loculi cimiteriali per renderli disponibili in cambio di denaro per altri defunti. Dalla Guardia di Finanza sono state arrestate tre persone con l’accusa di: Associazione per delinquere, violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti, peculato. Le tre persone arrestate svolgevano la loro attività lavorativa all’interno del cimitero di Tropea, uno addirittura percepiva la disoccupazione, un altro il reddito di cittadinanza. Tutto questo si è potuto verificare perché nel cimitero di Tropea, rinomata località turistica conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, da diversi anni mancano posti liberi per una degna sepoltura. E cosa escogitavano le tre persone ora arrestate? Eliminavano le persone morte da diversi anni e che le tombe raramente venivano visitate dai congiunti. Poi i loculi vuoti li rendevano disponibili, in cambio di denaro ovviamente, ai congiunti di persone defunte in attesa di degna sepoltura. Amici, se nei vostri cimiteri ci sono vostri congiunti morti da diversi decenni, controllate i loculi. Solo così possiamo evitare amare, raccapriccianti e macabre sorprese.