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Redazione TirrenoNews

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La commissione d’accesso si era insediata in via Perugini lo scorso 9 giugno proprio all’indomani dell’operazione “Crisalide” contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri scattata il 23 maggio 2017.

 

 

La proroga di altri 3 mesi è stata infine richiesta nei primi giorni di settembre ma il lavoro della Commissione si è concluso prima.

Ora la Commissione d’accesso ha proposto lo scioglimento dell’Ente per infiltrazioni mafiose.

L’accesso nel Comune di Lamezia era stato disposto dal prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, su delega del Ministro dell’Interno, a seguito dell’operazione “Crisalide”, condotta dai carabinieri su direttive della Dda di Catanzaro contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri e che aveva portato a decine di arresti.

Nell’inchiesta sono indagati il vicepresidente del Consiglio comunale lametino, Giuseppe Paladino, poi dimessosi, e Pasqualino Ruberto, candidato a sindaco nel 2015 e sospeso dalla carica di consigliere comunale dal Prefetto di Catanzaro dopo essere stato arrestato nel febbraio scorso nell’operazione “Robin Hood”, condotta sempre dalla Dda di Catanzaro, sul presunto utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati alle famiglie bisognose distratti, secondo l’accusa, anche col concorso di presunti affiliati a cosche lametine. (Ansa)

La relazione conclusiva è stata inviata al Prefetto che a sua volta redigerà un’altra relazione, entro 45 giorni, da inviare al Ministro dell'Interno.

Il compito di avanzare la proposta di scioglimento al Presidente della Repubblica, se lo ritiene doveroso, sarà del Ministero dell’Interno.

Il massimo esponente della Repubblica, invece, emetterà il decreto di scioglimento, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri entro 3 mesi a decorrere dalla presentazione della relazione del Prefetto.

La terza mannaia, se venisse confermato il responso nei prossimi mesi, calerebbe sul Comune di Lamezia proprio dopo i due precedenti scioglimenti arrivati nel 1991 e nel 2002

Lamezia Terme Lunedì, 23 Ottobre 2017

La piccola Grazia e' morta sulla SS106

Lunedì, 23 Ottobre 2017 21:39 Pubblicato in

Una tragedia avvenuta in un tratto dove non c’è guardrail per evitare un cane randagio.

 

L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” con dolore e sconforto rende noto l’ennesimo incidente mortale avvenuto nella serata di ieri sulla S.S.106 nel Comune di Cirò in provincia di Crotone.

 

 

Questa volta l’Associazione è particolarmente addolorata:

A perdere la vita tragicamente è stata unabambina di 6 anni, Grazia Cittadino, che viaggiava nell’auto con la sorella dodicenne Emily (ferita ma fuori pericolo), la mamma Paola Bianco (ferita gravemente), ed il papà Giuseppe (ferito e fuori pericolo).

L’incidente sembra sia avvenuto a causa di un cane randagio – secondo quando riferito da un testimone – in un tratto di strada statale 106 dove sono stati addirittura investiti milioni di euro per la realizzazione di inutili rotatorie ma continuano a mancare i più elementari standard di sicurezza dal momento che non sono presenti addirittura i guardrail.

Inutili rotatorie poiché realizzate dove non c’è un fenomeno di incidentalità che ne avrebbe dovuto determinare la realizzazione.

Un autentico e colossale sperpero di denaro pubblico che solo e soltanto la nostra Associazione da sempre ha denunciato: questi soldi, in provincia di Crotone, fatte alcune eccezioni per alcune rotatorie più o meno utili, sarebbe stato più opportuno investirli per installare dei guardrail nei diversi, troppo chilometri in cui mancano, per raccogliere l’acqua ed il fango che sempre vergognosamente allagano e rendono pericoloso il manto stradale nel tratto Torre Melissa – Strongoli oppure per illuminare svincoli e tratti stradali con dei semplicissimi lampioni poiché di notte e con la pioggia sono pericolosissimi.

L’Associazione, evidenzia inoltre, le continue e costanti segnalazioni che settimanalmente arrivano da parte dei cittadini automobilisti circa la presenza di animali randagi, cinghiali ed ostacoli di tutti i tipi presenti sulla S.S.106 in Calabria.

L’Associazione provvede a segnalare tutto ciò alle forze dell’ordine ma è evidente che non è possibile restare indifferenti rispetto all’inciviltà di chi non riesce a comprendere la pericolosità che animali liberi o oggetti ingombranti sulla S.S.106 possono provocare all’incolumità degli autisti.

Grazia, 6 anni, migliaia di messaggi ricevuti dalla nostra Associazione in poche ore: amici della Famiglia Cittadino straziati dal dolore per questa tragedia che ha rubato la vita ad “una bimba bellissima, bionda e con due occhi stupendi azzurri come il mare”.

Non si da pace la comunità di Cariati per la perdita di una bambina così piccola.

Intanto sale a 13 il bilancio delle vittime sulla S.S.106 nel 2017.

Un dato fin qui molto, molto positivo se consideriamo che nel 2016 sono state in tutto 32 le vittime. Un dato però che dovrebbe far riflettere quelle Istituzioni ed Enti che non hanno operato bene, che dovrebbero fare un esame di coscienza, che oggi dovrebbero assumersi delle responsabilità chiare e precise.

L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” si stringe attorno alla Famiglia Cittadino, ai parenti ed agli amici tutti, a cui esprimiamo sentimenti di vicinanza e cordoglio.

Noi non dimenticheremo questa giovane vita spezzata sull’asfalto della “strada più pericolosa d’Italia”.

Noi non resteremo indifferenti ed in silenzio davanti all’ennesima tragedia di una strada sempre più serial killer in Calabria ed in Italia. La “strada della morte”, non ci stancheremo mai di ripeterlo, rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana.

Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”- 23 Ottobre 2017

Sei persone sono state denunciate per reati contro la fede pubblica e per lo smaltimento illecito.

Posti sotto sequestro 600 metri cubi di rifiuti edili.

 

E’ il risultato di un accurato controllo svolto dalla Stazione Carabinieri Forestale di Cosenza a tutela dell’ambiente.

L’attività, svolta nell’area urbana del comune di Cosenza ha accertato che sei persone, cinque di Cosenza e uno di Marano Marchesato, al fine di non consentire la tracciabilità di rifiuti provenienti da attività di demolizione onde consentire un illecita gestione e smaltimento degli stessi, con dichiarazioni ideologicamente mendaci in atti pubblici, dichiaravano quantitativi palesemente falsi e di molto inferiori a reali quantitativi di rifiuti prodotti.

I militari, dopo aver acquisito i titoli abilitativi presentati presso i competenti uffici comunali hanno proceduto alla verifica in un cantiere tra Viale Parco e Via Cesare Curcio.

Dopo aver effettuato i dovuti riscontri hanno contestato agli indagati i reati di falso e di illecita attività di gestione di rifiuti a carico del committente dei lavori, della ditta esecutrice e dei progettisti e direttori dei lavori.

Si è pertanto posto sotto sequestro il materiale rinvenuto proveniente dall’attività di demolizione di alcuni vecchi fabbricati e dei muri perimetrali dell’area in cui tali fabbricati insistevano, dei quali una parte era ancora depositata in un grosso cumulo e altra era stata illecitamente smaltita in violazioni di legge.

I sei sono stati deferiti alla competente Procura della Repubblica di Cosenza per reati contro la Fede Pubblica e per reati ambientali.

Tale attività rientra nei compiti istituzionali di controllo diretti alla regolare gestione dei rifiuti prodotti dalle attività imprenditoriali al fine della corretta tracciabilità e corretta gestione degli stessi secondo le previsioni normative vigenti, essendo questa attività di pubblico interesse, che ha, quale obiettivo primario, la promozione di alti livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la corretta salvaguardia dell'ambiente secondo i principi di prevenzione e precauzione.

COSENZA 23 ottobre 2017

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