
Redazione TirrenoNews
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Ormai non si scherza con gli alloggi popolari. Ecco i primi 10 indagati.
Giovedì, 21 Dicembre 2017 21:25 Pubblicato in Vibo ValentiaNessun timore, per Amantea, per carità.
Almeno per ora.
Anche se continuano le indagini da parte della Guardia di Finanza sulla gestione del patrimonio degli alloggi popolari del comune di Amantea.
Per ora è successo solo in provincia di Vibo Valentia.
Nel comune di Sorianello.
Qui i Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno notificato 10 avvisi di conclusione delle indagini ad alcuni amministratori.
L'attività investigativa è nata al fine di documentare reati commessi da alcuni amministratori nella gestione di immobili di proprietà dell'ente adibiti ad alloggi di edilizia residenziale pubblica e da altre persone.
Risultano indagati per il reato di abuso d'ufficio il sindaco ed il vice sindaco del Comune di Sorianello, Sergio Cannatelli e Carmine Mangiardi, con assessori, consiglieri ed ex consiglieri: Valeria Battaglia, Barbara Carta, Bruno Ciconte, Pinuccia Cosmano, Iolanda Putrino.
Risulta, inoltre, indagato il responsabile dell'Ufficio tecnico comunale Pasquale Scalamogna.
Gli indagati, secondo l'accusa, avrebbero adottato alcuni provvedimenti in violazione della normativa regionale che disciplina l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, procurando ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, con relativo danno iniquo per gli aventi diritto.
Sono inoltre indagati per il reato di concorso in concussione Sergio Cannatelli e Carmine Mangiardi unitamente ai consiglieri Domenico Ciconte e Antonio Arena che avrebbero agito in qualita' di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, nell'esercizio delle loro funzioni, abusando delle loro qualità al fine di ottenere un ingiusto guadagno di 1000 euro in relazione alla liberazione di un altro stabile sempre di proprietà del Comune di Sorianello.
L'inchiesta, coordinata dalla procura vibonese, sviluppata in particolar modo dall'analisi documentale delle delibere e degli atti emanati dall'amministrazione comunale, si e' protratta per più di un anno.
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Alto Tirreno, lettera aperta al procuratore di Paola Pierpaolo Bruni
Giovedì, 21 Dicembre 2017 16:51 Pubblicato in Alto TirrenoCaro Dr. Bruni, da magistrato di pregevole carriera, è certamente a conoscenza che per sconfiggere la corruzione che si rintana nella pubblica amministrazione è importante il contributo di tutti i cittadini.
Lei pensi che una buona parte degli abitanti dell’Alto Tirreno cosentino, si
sentirebbero disposti a collaborare con le autorità di governo, solo quando, però, la Procura di Paola da Lei diretta iniziasse a dare dei segnali di contrasto in tale direzione.
Consideri però che, per anni, il livello di impunità è rimasto granitico ed elevato.
In questo quadro allarmante, quanti sarebbero disposti a denunciare?
Forse pochi, anzi quasi nessuno, constatato che da molti anni sull’Alto Tirreno cosentino le probabilità che un evento corruttivo trovi la giusta punizione sono pari allo zero.
Allora capirà perché nel nostro territorio ci sono così poche denunce
Probabilmente perché tutti temono le conseguenze del proprio gesto oppure lo ritengono inutile
E non hanno tutti i torti.
Una soluzione ci sarebbe e dovrebbero cercarla insieme, magistrati e cittadini: la soluzione sta anche in quei pochissimi articoli scritti da quei pochissimi giornalisti coraggiosi che denunciano gli eventi di corruttela che si nidificano nella pubblica amministrazione.
Lei, dr. Bruni, magistrato con la M maiuscola, dovrebbe lanciare un segnale forte, affinché quella parte di cittadinanza onesta trovi il coraggio, anche attraverso la forma dell’anonimato, cosi come riconosciuto dalle ultime norme dall’autorità anticorruzione, di denunciare quei disegni criminali architettati dalle menti perverse riconducibili a quei pochi stolti amministratori locali, coadiuvati da tecnici astuti e senza scrupoli, che danneggiano sistematicamente il tessuto economico di una parte della Calabria che potrebbe vivere delle proprie risorse e delle proprie bellezze paesaggistiche, solo se si ristabilisse il principio della onestà amministrativa.
Lei, dr. Bruni è stato nominato da pochi mesi alla guida della Procura di Paola, ma quello che legge adesso non è certo il primo lamento che Le giunge da questo lembo di terra e devo riconoscere che oggi i traffichini che legiferano buona parte dei nostri comuni, la temono e questo è un buon segno.
Le confesso, dr. Bruni, che spesso mi capita di leggere, come capiterà anche a Lei, articoli che richiamano le condotte degli amministratori comunali che: agiscono indisturbati, sfidando la legge nell’affidarsi appalti milionari, riconducono con le solite trame di Penelope gli incarichi a familiari e affini, favoriscono gli affidamenti alle cooperative di amici e amministratori dello stesso ente
Una vergogna senza fine, uno stillicidio di reati amministrativi perpetrati senza nessun diniego giudiziario e con un’arroganza e una presunzione senza eguali.
Ad oggi, l’unica opposizione al sistema dei malandrini, è rappresentata da qualche giornale – tra i quali “Iacchitè” – che non lesina pagine e pubblicazioni di articoli ingombranti, che potrebbero suscitare l’orticaria a qualche amministratore che indossa un colletto bianco, sporco di malaffare e corruzione.
Di recente, ho letto un articolo riguardante l’affidamento di un incarico di natura tecnica in favore di una dottoressa in chimica farmaceutica, la quale risulterebbe, secondo l’articolo, amministratore unico della società unipersonale senza che nella stessa compagine societaria figurassero soci con qualifiche tecniche e professionali.
Come dire: un medico, con tutto il rispetto per la categoria, istituisce una società e si aggiudica gli incarichi per la costruzione di un ponte
Certamente non mi sentirei sicuro di attraversarlo, considerato che il progetto o la relazione potrebbero essere firmate da un qualsiasi professionista o tecnico dietro il pagamento di una ingente somma di denaro, visto e considerato che oggi tutti sono disposti a vendersi per un pugno di euro.
Lei, dr. Bruni, è a conoscenza dei fatti, non voglio assolutamente pensare che un magistrato del suo Rango non si sia fatto un’idea sui quei pochi amministratori imbroglioni e traffichini che amministrano con fare spregevole e irrispettoso della giustizia.
Indossi per un solo istante i panni di un cittadino che non riesce ad arrivare a fine mese, suda sette camicie per garantire i pasti giornalieri ai propri figli ed è costretto ad osservare questo scempio: cooperative legate ad amministratori locali e rappresentate da membri della stessa famiglia aggiudicarsi appalti per svariate migliaia di euro; imprese edili legate a sindaci ed amministratori locali aggiudicarsi appalti per centinaia di migliaia di euro ricadenti nella stazione unica appaltante della stessa area amministrativa; professionisti che gravitano nell’utero della fertilità costante che si pongono sempre sull’ ovocito che feconda migliaia di euro in favore degli stessi tecnici legati dal cordone ombelicale ai soliti amministratori truffaldini e privi di scrupoli; amministratori comunali che, nel corso degli anni, si sono succeduti alla guida dei comuni e li hanno manovrati al fine di frodare soldi pubblici per costruire edifici commerciali in contemporanea con i lavori pubblici che si realizzavano nel comune dove amministravano
E poi, caro dr. Bruni, c’è la cupola delle imprese edili, brave a creare un cartello simile a quello colombiano per la droga. Sono stati bravi a creare un apparato di imprese edili legate ai soliti amministratori locali, basta che Lei dia un’occhiata alle gare di appalto degli ultimi 8 anni gestite sull’Alto Tirreno cosentino e riscontrerà che il 90% dei lavori sono stati indirizzati, con il metodo dell’appalto pilotato dai tecnici compiacenti, verso le stesse imprese.
Esempio: l’impresa “X” prende il lavoro “a” nel comune di Grisolia, l’impresa “Y” nel comune di aieta, l’impresa “Z” in quello di Santa Domenica Talao, l’impresa “W” a Maierà e cosi via, senza dilungarci più altrimenti la la nausea aumenterebbe a dismisura.
Come potrà verificare, sono, per la maggior parte, tutte riconducibili alla stessa associazione di prenditori legati ad amministratori locali e affini familiari, creata con lo scopo di far ruotare i lavori alle ditte che avallano il patto criminoso.
Nell’augurarLe Buone Feste, La invito a riflettere e di conseguenza adottare misure per ripulire tutto il marciume che si annida nella pubblica amministrazione così da spazzare le sacche putrefatte zeppe di malaffare e corruzione.
Lettera firmata (il nome lo faremo solo al dr. Bruni ovviamente)
Da Iacchitè 20 dicembre 2017
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Rifiuti: conclusa la bonifica dell'ex discarica di Santa Caterina di Belmonte Calabro
Giovedì, 21 Dicembre 2017 16:35 Pubblicato in Belmonte CalabroIn località Santa Caterina nel comune di Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza, i terreni che negli anni Novanta ospitavano una discarica di rifiuti sono stati ufficialmente bonificati.
Si è concluso, infatti, la scorsa settimana il procedimento tecnico-amministrativo curato dal Servizio tematico Suolo e rifiuti del Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) che, come prevede la normativa di settore (agli artt. 242 e successivi della Parte Quarta, Titolo V, del D.Lvo 152/2006) sulla base della relazione tecnica predisposta dai tecnici del Servizio, geol. Gaetano Osso e ing. Giuseppina Lepera , ha permesso al Dirigente del Settore Ambiente e Demanio della Provincia di Cosenza, con determinazione N. 17002339 del 30/11/2017, di rilasciare la Certificazione di Avvenuta Bonifica.
Il sito di Santa Caterina nel territorio di Belmonte Calabro fa parte dei 696 siti di discarica censiti nei 409 comuni calabresi, e già compreso nell'elenco dei siti potenzialmente inquinati oggetto di Procedura di infrazione comunitaria n. 2003/2077; è il primo in provincia di Cosenza, tra quelli classificati come non ad “alto rischio”, in cui è stato completato l’intervento di bonifica-messa in sicurezza permanente.
L'iter è stato lungo e complicato.
Le attività di caratterizzazione ambientale sono state approvate dal comune di Belmonte nel 2009, a seguito degli esiti della conferenza dei servizi a cui è seguita l'approvazione dell'Analisi di Rischio sito-specifica nel 2012, sempre a seguito della relativa conferenza dei servizi.
L'Arpacal è intervenuta a più riprese.
In particolare, oltre alle funzioni di controllo e al supporto tecnico, alle ispezioni e alla collaborazione con gli altri Enti di competenza, il servizio Suolo e rifiuti, diretto dall’ing. Eugenio Filice, ha riscontrato, a seguito di campionamenti di verifica, superamenti nel terreno superficiale per i parametri Arsenico, Cobalto ed Idrocarburi Pesanti (C > 12), nel perimetro della ex discarica.
Sono seguite le attività di bonifica tramite l'asportazione del volume di terreno e, quindi, le attività di verifica e collaudo delle pareti e del fondo scavo i cui risultati analitici, validati dal Servizio mediante prelievo ed analisi in doppio di una aliquota di campioni di terreno, hanno dato esito negativo, con conclusione del procedimento.
“L'efficacia delle scelte realizzative ai fini ambientali – fanno sapere dal Servizio Suolo e rifiuti - sarà comunque oggetto di monitoraggio attraverso i sistemi di controllo approntati (pozzi attrezzati a piezometro e per controllo esalazioni gas) nonché dal sistema di monitoraggio e controllo”.
Il report delle attività svolte è consultabile sul sito web dell’Arpacal (www.arpacal.it) nella sezione Suolo e Rifiuti.
La discarica prima
La discarica dopo la bonifica ( guardate che bei muretti!)
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