
Redazione TirrenoNews
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Amantea ed il porto disperatamente chiuso! Vergognoso!
Venerdì, 05 Maggio 2017 18:46 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiCi scrive l’amico Cupelli, diportista,
“Sono 4 mesi che il porticciolo di Amantea è chiuso e ancora, dicono, ci vorranno almeno 10 giorni per completare i lavori di rimozione della sabbia.
Tutto ciò è VERGOGNOSO oltre che NON PIU’ ACCETTABILE.
Il comune, proprietario dell’impianto, incassa circa 300.000 euro all’anno, da una massa di poveri “fessi” , colpevoli solo di essere appassionati del mare, che non avendo altre alternative, sono stati costretti da tutte le amministrazioni politiche precedenti ad accettare un contratto di fitto, oneroso, privo di garanzie e scarso di servizi.
Un esempio per tutto è la pericolosità dovuta alla scarsa illuminazione dell’imboccatura del porto.
Ho letto nei mesi scorsi diversi interventi su questa situazione, interventi anche entusiastici sull’inizio dei lavori di riattivazione a “fine marzo” ovvero 3 mesi dopo la chiusura!!!
Cosi come ho letto dell’ottima iniziativa che prevede la richiesta di un finanziamento con fondi europei per il completamento del porticciolo e l’allungamento dei bracci in mare.
Ma questa iniziativa lodevole, conoscendo i tempi della burocrazia, non vedrà frutti prima di 3 anni, calcolando l’approvazione del finanziamento, completamento e verifica progetto, autorizzazioni varie, affidamento lavori, ecc. ecc. , senza contare l’inchiesta ancora aperta della magistratura e i problemi con il demanio ancora non risolti.
Per cui è necessario, attivare interventi per garantire la COSTANTE manutenzione della struttura per i prossimi anni.
Secondo il mio modesto parere, come già scritto e pubblicato su questa testata in passato, bisogna uscire da questa gestione ibrida, ed auspico a tal proposito un intervento risolutivo del Commissario prefettizio.
Due le soluzioni sempre secondo il mio modesto parere:
1)Si affida la gestione totale del porticciolo, compreso la riscossione dei canoni, alla cooperativa che oggi garantisce la sorveglianza della struttura, dietro pagamento di un canone al Comune ( per es. 150.000 euro annui) e garanzie sulla costante ed appropriata manutenzione.
Questo allo scopo di garantire la pulizia costante dell’imboccatura , il controllo degli ormeggi , la creazione di servizi oggi insufficienti, interventi celeri per ogni esigenza, ecc. ecc..
2)Il Comune assume la totale gestione del porticciolo, crea un conto corrente dedicato per l’incasso dei canoni ed un capitolo di bilancio vincolato esclusivamente al governo del porto, al contrario di quello che è avvenuto fino ad oggi ovvero le somme incassate dai diportisti usati per le spese correnti dell’Amministrazione Comunale.
Al fine di garantire idonee disponibilità economiche per far fronte a tutti gli interventi necessari e principalmente IMMEDIATI, per la conduzione ottimale della struttura portuale.
L’unica cosa che non vorrei e che come in passato, viste le imminenti elezioni, qualche politicante usi il porto per facile pubblicità e poi, spenti i riflettori, fregarsene altamente.
Ricordo ad esempio due donne rivali, una candidata sindaca (che punta a ricandidarsi, sic!) e l’altra poi eletta sindaca e da poco decaduta (per fortuna), fare a gara due anni fa a chi si interessava di più del porticciolo, incontri vari e foto con i pescatori, progetti mirabolanti, promesse, ricchi premi e cotillon e poi……. NIENTE, nada, nichts, rien, anything..... o meglio il porto inutilizzabile l’anno scorso per 3 mesi e ora per 4 mesi che forse diventano 5. Fantastico.
Rosario Cupelli (diportista)
Il business dello sfruttamento dei migranti in agricoltura.In arrivo i controlli
Venerdì, 05 Maggio 2017 18:27 Pubblicato in ItaliaIn agricoltura solo 3 lavoratori su 157 sono italiani
E’ il business dello sfruttamento
Gli ispettori del lavoro insieme ai carabinieri hanno fermato 20 automezzi tra pulmini e monovolume.
Sono state verificate 157 posizioni lavorative inerenti lavoratori utilizzati da 7 diverse aziende risultate essere in situazioni di irregolarità.
L'appartenenza di genere dei lavoratori riscontrata si è suddivisa in 90 uomini e 67 donne
3 italiani e 154 stranieri
142 lavoratori neo comunitari in maggioranza rumeni.
Tra gli extracomunitari sono stati identificati 11 lavoratori di nazionalità Pakistana e 1 Ucraino.
Si sono anche censite le posizioni di lavoratori italiani, ma soltanto in numero di 3 unità su un totale di 157.
Ben 32 lavoratori aventi posizioni irregolari, 27 dei quali risultati essere completamente sconosciuti agli enti e quindi definibili al nero.
Una condizione di evidente sfruttamento
Nuovi schiavi
Una condizione purtroppo diffusa e che non viene combattuta con sufficienza e decisione
Voci consistenti indicano l'avvio di contorlli diffusi su tutto il territorio italiano non solo relativamente alla agricoltura ma ad ogni altra attività manifatturiera ad iniziare dal commercio e finire all'edilizia
Come a dire :azienda avvisata mezza salvata .
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Seguono i rifiuti da ristrutturazione di fabbricati e trovano una discarica
Venerdì, 05 Maggio 2017 17:34 Pubblicato in CosenzaCampana I carabinieri Forestale Calabria sequestrano una discarica abusiva
Riceviamo e pubblichiamo: “I militari della stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro una superficie di 6000 metri quadri adibita a discarica in località “Scarcella” nel comune di Campana.
Il sequestro è stato effettuato a seguito di controlli sulla tracciabilità di alcuni rifiuti provenienti da attività di demolizione e ristrutturazione ed in particolare dei rifiuti, raccolti e smaltiti dalla demolizione e dal recupero di alcuni fabbricati esistenti nel centro storico di Campana oggetto di interventi da parte dell’Amministrazione Comunale al fine di realizzare nuovi alloggi da destinare ad edilizia sociale.
A seguito di questa attività sono stati prodotti rifiuti da demolizione, circa 100 metri cubi, che sono stati rinvenuti nell’area oggetto del sequestro.
Nell’area posta sotto sequestro si è accertata anche la presenza di tipologie di rifiuti provenienti dalla scarificazione del manto stradale, calcinacci vari, ferrosi ed altri.
Il reiterarsi dello smaltimento ha fatto si che l’area diventasse una discarica subendo un degrado sul piano urbanistico e ambientale.
Il controllo, oltre al sequestro, ha portato al deferimento del direttore tecnico dell’impresa che ha effettuato i lavori senza le autorizzazioni previste per la gestione dei rifiuti”.
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