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Redazione TirrenoNews

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Leonard Mucllari, 28enne albanese, è ricercato da ottobre del 2011 quando evase dal regime di detenzione domiciliare cui era sottoposto presso l’abitazione di residenza dei genitori, a Palizzi Marina (Reggio Calabria).

Si tratta di una persona considerata elemento dalla elevata caratura criminale

Leonard Mucllari è stato condannato in contumacia nel 2014 dal Tribunale di Locri a 7 anni di reclusione per produzione, traffico e detenzione di stupefacenti, rapina a mano armata, ricettazione ed evasione, oltre che per svariati reati minori.

Dopo soli 5 giorni modificava i propri dati anagrafici da Leonard Mucllari a Hasan Mucollari, convinto di garantirsi così l’impunità per i numerosi reati commessi in Italia e riorganizzare la propria vita in Albania da uomo libero.

Ad agosto 2012, poi, il latitante si è sposato con una connazionale in Albania fissando la propria residenza a Pogradec, cittadina di circa 30mila abitanti nel sud-ovest del Paese, che affaccia sul lago di Ocrida ai confini con la Macedonia, dove svolgeva saltuariamente l’attività di autotrasportatore.

Poiché la giustizia , come la verità, non ha confini i Carabinieri continuarono a cercarlo per arrestarlo

Poi la svolta.

E’ bastata una intercettazione telefonica, a settembre 2016.

Una telefonata tra lui ed il padre

Infine a dicembre 2016 i genitori di Mucllari partono diretti in Albania per incontrare la propria nipote permettendo così di localizzare il latitante

In questi giorni dopo l’avvio delle procedure idonee ad internazionalizzare il provvedimento esecutivo del Tribunale di Locri, in forza del quale gli uomini dell’Arma hanno potuto catturare il latitante direttamente in Albania.

Leonard Mucllari dovrà scontare la pena di 7 anni e 3 mesi di reclusione

Il Giudice Monocratico del Tribunale di Cosenza dott. Enrico Di Dedda ieri ha condannato Gabriele Carchidi, sei mesi di reclusione , e Michele Santagata, a quattro mesi di reclusione

I due giornalisti sono stati ritenuti responsabili del delitto di diffamazione aggravata in danno del Sindaco di Cosenza Arch. Mario Occhiuto, per aver pubblicato, su profilo Facebook, espressioni ingiuriose nei confronti del predetto

Tra le frasi ingiuriose : “autore di un perverso giro di affari sporchi; sindaco corrotto ed il più squallido e viscido sindaco della storia; mandante di malavitosi ed autore di un sistema Occhiuto di Cosenza criminale”.

L’avvocato Mario Occhiuto Nicola Carratelli fa sapere “Carchidi e Santagata sono stati condannati anche al risarcimento del danno, da liquidare in separato giudizio civile, concedendo una provvisionale, in favore del Sindaco Occhiuto, costituitosi parte civile col patrocinio dell’Avv. Nicola Carratelli, liquidata in euro 2.000,00, oltre le spese legali del giudizio.

Già nello scorso mese di Marzo, Carchidi stato condannato alla pena di sette mesi di reclusione per aver diffamato, in altre occasioni, il sindaco Occhiuto”.

Poi conclude la nota dell’avvocato Carratelli “Si è così chiuso il secondo procedimento di I grado conseguente ad una delle tante querele proposte dall’arch. Mario Occhiuto nei confronti del Carchidi e del Santagata, autori di una martellante attività di pura denigrazione nei confronti del Sindaco, mentre altri procedimenti, sia per il reato di diffamazione, che per quello di stalking, sempre a carico dei predetti imputati saranno celebrati nei prossimi mesi”.

La Squadra Mobile cosentina, coordinata dal Sostituto Procuratore, dott.ssa Debora Rizza, della Procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal Procuratore Capo Nicola Gratteri e dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Luberto, ha condotto una accurata attività di indagine individuando un cosentino di anni 40, incensurato, che è stato arrestato per il reato di pornografia minorile aggravata

Il cosentino deteneva e divulgava materiale pedopornografìco.

L’indagine ha consentito di rinvenire all'interno dell'abitazione dell'indagato un computer e supporti informatici contenenti video ed immagini di natura pedopornografica.

Sono stati rinvenuti 280.909 file, suddivisi in 3.557 cartelle, per un totale di 360 Giga di materiale con ulteriore specifica in ordine all'età dei minori ritratti.

L’indagato è stato rintracciato ad Alessandria ed è stato arrestato da personale della squadra mobile di Cosenza unitamente a quello di Alessandria e condotto in carcere, a disposizione della competente autorità giudiziaria.

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