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Redazione TirrenoNews

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Un uomo di 56 anni circa è stato trovato stamani dagli operai del comune impiccato ad uno degli alberi di aranceto che si trova tra la strada provinciale per Lago e la salita che collega detta strada al centro storico.

“Aveva gli occhi aperti ; sembrava ancora vivo a parte l’intenso pallore e l’ematoma sul collo” così si raccoglie tra la gente emozionata che si aggira intorno al luogo del terribile evento

Immediato l’allarme ai carabinieri che sono immediatamente giunti sul posto per attendere alle necessarie incombenze. Presente il tenente Zupi della capitaneria di Paola ed il comandante ff della stazione di Amantea.

Drammatica la lettera lasciata dal suicida.

Quattro lunghe pagine nella quali si racconta lucidamente il dramma di un uomo che si avvia al suicidio quale estrema ratio.

“ Sono fallito come imprenditore e come padre “ questo più o meno il senso delle parole cognibili nella terribile lettera.

Si chiamava Vincenzo Mosca ed era originario di Amantea.

Era ritornato ad Amantea con la speranza di trovare un lavoro e di ricominciare .

Ma non aveva trovato quanto sperato.

Vincenzo era tornato da Arezzo dove aveva vissuto e dove aveva famiglia da pochi giorni

Ma non aveva trovato il lavoro cercato ed allora stanotte.….

 

SUICIDIO AMANTEA: LE ULTIME ORE DI VINCENZO E LA LETTERA D'ADDIO (continua)

 

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La storia ha fatto scalpore quando avvenne la mattina del 4 gennaio 2013 .

Iolanda Nocito madre del parroco don Marcello Riente, mentre il figlio celebrava i funerali di un carabiniere morto per un incidente, aprì la porta della sua casa in via G. Fortunato a persone che in un certo senso conosceva.

Bastarono pochi attimi e si trovò, minacciata con un'arma da taglio, con le mani legate dietro la schiena, i piedi bloccati con il nastro adesivo utilizzato per gli imballaggi e soprattutto il naso e la bocca completamente occlusi.

Sopravvenne la morte per asfissia.

Tutta questa violenza fino alla morte solo per conoscere il nascondiglio delle chiavi della cassaforte.

Arrivarono i RIS di Messina che trovarono una traccia di natura ematica nelle scale della casa.

Ed il 9 luglio 2013 l’arresto di Filippo D'Aprile ( nella foto) benzinaio di belvedere Marittimo in esecuzione di un fermo ordinato dalla Procura di Paola in seguito alle indagini svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e della Compagnia di Scalea.

Filippo D'Aprile si è avvalso del rito abbreviato, condizionato.

Ora il processo è giunto al termine ed il Gup del Tribunale di Paola, Pierpaolo Bortone ha condannato Filippo D’Aprile, di 51 anni, a 30 anni per omicidio volontario.

Il pm Maria Camodeca, anzi, aveva sollecitato il carcere a vita

Ricordiamo che si tratta del verdetto di primo grado al quale seguiranno gli altri previsti dal nostro ordinamento giudiziario, ma sembra difficile una efficace difesa del D’Aprile.

Questa notizia ci è stata segnalata e riteniamo doveroso estenderla ai nostri attenti lettori.

Niente di particolare, forse, ma vale la pena di evidenziarla.

Parliamo della delibera di giunta n 85 del 24.6.2014, avente a titolo “ Tribunale di Paola. Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari ( decreto) di sequestro preventivo(?,di che ?).Azioni giudiziarie di opposizione. Incarico a legale di fiducia.” Un titolo che è tutto un “poema” visto che letto a distanza non permette di capire con immediatezza di che cosa si tratta.

A parte la curiosità( non unica, in verità) di rilevare nel testo della delibera la seguente frase:” ed acquisito al protocollo al numero 1302 il ricorso per decreto ingiuntivo di pagamento presso il Tribunale di Catanzaro della società SI.GE srl in persona del suo legale rappresentante per un importo di euro 106.211,35 oltre interessi e spese per somme dovute dall’ATO Calabria “ Catanzaro”, frase che appare di per sé assolutamente inintellegibile ma che non ci azzecca proprio con la vicenda relativa alla delibera in parola, c’è altro.

Sulla proposta di deliberazione ( vedi foto grande) si rileva che in prima istanza l’incarico della difesa del comune era stato conferito all’avvocato Carbone

Solo successivamente la parte finale del cognome del primo avvocato Car(BONE) è stata corretta con la sovrapposizione del cognome Car( RATELLI) successivamente confermato (Carratelli Nicola) per evitare dubbi di sorta.

Un buon ritorno quello della famiglia Carratelli un tempo di casa nel nostro comune e poi dimenticata

Nicola Carratelli è un bravissimo avvocato ed il suo incarico è garanzia di qualità della difesa del comune

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