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Massimo Emiliano Perrotta, 38enne, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, era uscito dal carcere da meno di 48 ore:

E' stato arrestato dai Carabinieri  per violazione delle prescrizioni della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

L’uomo si era recato nell’esercizio di un commerciante con lapretesa di ricevere dei soldie, non avendo ottenuto il denaro richiesto, si era allontanatodal negozio promettendoritorsioni nei suoi confronti.

Ma il commerciante ha chiamato il 112, ed i Carabinieri del N.O.R.M. di Scalea sono riusciti a identificare l’uomo responsabile di una tentata estorsione e rintracciato nella stessa serata presso la sua abitazione,il 38enne è stato non solo arrestatoper violazione delle prescrizioni della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno e tradotto presso la Casa Circondariale di Paola a disposizione dell’A.G., ma anche denunciato per tentata estorsione.

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Giovane 21nenne dal la Campania in missione in Calabria per rubare.

Tenta di ru bare in una abitazione e stiva di Praia a Mare ma viene ar restato dai carabinieri.

Il giovane, approfittando dell’assenza dei proprietari, è entrato nella casa mediante effrazione della porta di ingresso ed ha iniziato a rovistare tra i mobili e i cassetti che si è trovato di fronte.

Ma il ladro non aveva fatto i conti con un vigile cittadino che passando di fronte alla casa nota la porta socchiusa ed immediatamente chiama il 112 chiedendo l’intervento di una pattuglia dei Carabinieri.

I militari dell’Arma, giungono sul posto dopo pochi minuti, sorprendono il giovane che viene bloccato e accompagnato in caserma dove, su disposizione del pm di turno, è stato dichiarato in stato di arresto per tentato furto aggravato in abitazione, in attesa del rito direttissimo.

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Il radicale Emilio Quintieri che si occupa della condi zione dei dete nuti nelle car ceri calabresi parla di Mauri lio Pio Mora bito il detenuto che si sarebbe impiccato.

E lo fa diffondendo la lettera autografa di Morabito, il quale appena giunto nella casa circondariale di Paola, aveva scritto di aver ricevuto minacce di morte, conseguenti ai fatti accaduti nel carcere di Arghillà, e testualmente, in un italiano poco corretto, ma comprensibile:

“Se dovrebbe accadere un mio eventuale decesso, facendo il tentativo di farlo passare per un suicidio, non è così in quanto amo troppo la vita e il mio fine pena è imminente, 30 giugno. Ovvio che l'agente che fa la notte sa".

Il 12 aprile, nella sua cella, posta nella I sezione del carcere di Paola, per quanto è stato riferito, si sarebbe verificato un incendio e Morabito sarebbe stato salvato dal personale della Polizia Penitenziaria.

Dopo l’incendio un'altra lettera : “a tutela della mia incolumità, chiedo di essere trasferito in una struttura sita in qualsiasi punto della Penisola, purchè sia dotata di un'area protetti.

Inoltre chiedo che per il tempo di attesa affinchè avvenga il mio trasferimento, sia mantenuto il cancello ed il blindo 24 h chiuso e aperto soltanto per i vari colloqui, il divieto di incontro con qualunque detenuto anche lavorante."

I familiari avevano comunicato al radicale Quintieri che il loro congiunto non aveva voluto fare nemmeno il colloquio, rifiutandosi di incontrarli e che ciò era strano ed erano seriamente preoccupati per la sua vita.

I familiari di Morabito hanno , anche, riferito di essere stati contattati dal carcere a seguito del decesso, avvenuto in nottata, per suicidio. “Ho consigliato loro – scrive Quintieri - di fare denuncia recandosi presso la Stazione Carabinieri di Reggio Calabria per chiedere l'intervento immediato dell'Autorità Giudiziaria al fine di chiarire la dinamica e le cause del decesso”

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