Il 16 ottobre del 2014 scrivevamo che “Tommaso Signorelli potrebbe “uscire bene” dal Processo Nepetia”.
E ieri 18 febbraio 2015,quattro mesi dopo, ecco la sua assoluzione.
Profetici?
No, giornalisti attenti alle cose del nostro tempo, del nostro paese.
Lo avevamo intuito dalle parole del Procuratore Eugenio Facciolla che nella sua lunga requisitoria nel processo “Nepetia” aveva fatto cadere il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso, per giungere , tutta più al reato di concorso esterno pur mancando gli elementi probatori.
Quelle parole che lui ha riferito felice ai suoi più intimi amici di Amantea e che ci sono state riportate.
La sperava anche Signorelli questa assoluzione.
E ieri sera quando il giudice ha letto la sentenza chiedendola e tra l’altro perché il fatto non sussiste il politico amanteano è scoppiato in un pianto dirotto ed ha abbracciato gli amici che da sempre gli sono stati vicini in quel lungo calvario che è stata la sua vita in questi ultimi anni.
Finisce così una vicenda processuale che ha macchiato non solo la sua persona ma anche la città che ne è uscita sporca, viziata.
I primi dubbi con la pronuncia del Tar calabria e del Consiglio di Stato che aveva annullato lo scioglimento del consiglio comunale.
Se Lui era il politico di riferimento come mai restava , da solo, nella vicenda Nepetia- si chiedeva la gente?
Ed oggi la domanda si pone ancor più visto che la Corte ha pronunciato la assoluzione anche di Franco La Rupa e di Franco Berardone.
Tutti i politici escono onorevolmente ed a testa alta fuori dal processo.
La politica amanteana, di quel tempo, almeno , non era collusa con la ‘ndrangheta.
Non resta che prenderne atto, come per tutte le sentenze della magistratura ed attendere la sentenza integrale.
Qualche riflessione forse dopo dovremo farla tutti.
Qualche riflessioni su “altri” , su quelli che sono stati gli accusatori.
Ma forse resteranno riflessioni e semplici giudizi morali.