Poche righe per ribadire quello che tutti i cittadini, e i malcapitati che passano da Amantea, patiscono ogni giorno e in ogni angolo della città.
Strade dissestate, molte delle quali impercorribili, piene di buche, alcune delle vere e proprie voragini, molte prive di illuminazione.
Il pericolo per le persone, automobilisti e pedoni, è all’ordine del giorno, oltre i danni ai mezzi. A Catocastro come al Centro Storico, a Campora come ad Acquicella, nelle contrade tutte, la situazione è la medesima: abbandono, degrado, incuria, ad iniziare proprio dalla viabilità oltre che dalla carenza di servizi primari per i cittadini.
A questo bisogna aggiungere il fatto, non meno rilevante, che il traffico è sempre in tilt, in particolare su Via Stromboli (SS 18) dominata ormai dai TIR che la preferiscono all’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Eppure le soluzioni ci sarebbero eccome. Ma l’Amministrazione Sabatino, oltre ai proclami, a distanza di oltre un anno non ha provveduto neppure a redigere un Piano Traffico per risolvere la situazione della viabilità. Quindi non solo non si provvede alla manutenzione delle strade, con disagi e malcontento ormai diffuso nella popolazione, ma neppure si pensa a fare di Amantea una città degna di questo nome. Ovunque regnano degrado, abbandono ed emarginazione sociale. Una “strada” se così si può chiamare, che esprime pienamente questa triste situazione è stata asfaltata l’unica volta nel 1982. Da allora è stata dimenticata da tutti gli Dei e da questa inscusabile Amministrazione. E’ un luogo che giace nell'incuria e che si presenta scarsamente accogliente e percorribile per i suoi abitanti, i loro familiari e gli stessi spericolati cittadini che si avventurano nel percorrerla. Si tratta di una stradina comunale che collega, la strada che conduce a Serra di Ajello, alla contrada Marano. Il degrado e le oltre 500 buche, è ben visibile. Dalla sporcizia, dalla vegetazione non curata, dal dissesto e dall’assenza totale di manutenzione. Si rende dunque necessario un intervento urgente per ridare ai cittadini, che vivono in questo chilometro disastrato, il sacrosanto diritto di fare due passi, senza rompersi le gambe, su quella che una volta era chiamata strada e per rendere fruibile e dignitoso questo straordinario luogo fatto di campi coltivati, di vigneti e uliveti. Il degrado in città è sotto gli occhi di tutti e sotto il naso di tutti. In aggiunta, basta recarsi sul lungomare e dare una sbirciatina a ciò che galleggia indisturbata sul mare di Ulisse. Solo un breve accenno ai “cerotti” che coprono il corpo del paese. Dalle ex carceri, al palazzo Florio in pieno centro, ecc. E’ una storia infinita di ostacoli, incuria ma anche di scelte che hanno portato il Comune a privilegiare altri interventi e a lasciare indietro la parte alta del centro storico i cumuli di immondizia, ratti e pericolosi ciuciuli rossi. L’area del cosiddetto Centro storico costituisce, per la rilevante presenza di elementi storico-architettonici, il fulcro dell’identità cittadina e al tempo stesso rappresenta una delle zone con maggiore capacità di condizionare la trasformazione della città. Senza considerare che: la città storica evidenzia da tempo dei trend allarmanti: riduzione di nascite e invecchiamento di quella popolazione che rimane, abbandono di una parte del patrimonio edilizio, terziarizzazione e successivo decadimento delle attività commerciali. Altre problematiche incidono fortemente su questa grave situazione: la mancanza di segnali stradali e la loro vetustà o ad esempio il verde urbano non curato dall’amministrazione che in occasione di eventi meteorologici provoca spessissimo danni a cose e persone. Non solo il centro storico: le realtà periferiche ed ancor più quelle delle frazioni lamentano lo stato di totale abbandono in cui sono state lasciate dall’amministrazione. Marciapiedi inesistenti o totalmente inagibili, verde pubblico lasciato a se stesso. Politiche, quelle di questa inverosimile Giunta comunale, che hanno impedito un’equa distribuzione su tutto il territorio delle risorse e quindi degli interventi, provocando danni, che i numeri sopra elencati dimostrano senza alcun alibi per il governo cittadino.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik