Logo
Stampa questa pagina

27 gennaio 1945:fine dello sterminio degli ebrei di Francesco Gagliardi

Vota questo articolo
(1 Vota)

27 gennaio 1945, fine dell’assurdo immane genocidio degli ebrei che grida vendetta al cospetto di Dio.

Quel lontano giorno di tantissimi anni fa è una data storica molto importante: fine dello sterminio degli Ebrei in Europa voluto da Hitler.

In quel lontano giorno di 73 anni fa i soldati dell’Armata Rossa liberarono gli ebrei sopravvissuti alla soluzione finale che ancora erano rinchiusi nel campo di concentramento di Auschwitz.

Se avessero ritardato anche di poche ore moltissimi di loro sarebbero finiti nelle camere a gas e nei forni crematori.

E così, per la prima volta, il mondo occidentale potette vedere da vicino quello che realmente aveva fatto il regime nazista in tutta la sua realtà.

In quel triste campo di concentramento non finirono soltanto cittadini ebrei, ma zingari, omosessuali, oppositori del regime nazista.

Venne costruito nel 1940, durante la seconda guerra mondiale, per accogliere detenuti politici.

Poi nel 1941 ebbe un notevole potenziamento con l’apertura del più grande campo di Birkenau e con l’installazione di varie fabbriche tra cui Krupp e Siemens.

In queste fabbriche si sfruttava il lavoro coatto degli internati.

Gli ebrei venivano caricati su vagoni ferroviari piombati senza cibo e senza acqua e portati ad Auschwitz. Dopo aver attraversato quel cancello in ferro battuto venivano fatti scendere sulla cosiddetta “Judenramp” e poi subivano la prima selezione.

Atroce rituale all’ingresso del campo: denudamento, rasatura, tosatura, doccia, vestizione, numerazione. I vecchi finivano subito sotto le docce, così chiamavano i nazisti le camere a gas.

Gli uomini e le donne giovani a lavorare nei campi di lavoro affollati e malsani e poi man mano anche loro finivano nelle docce e nei forni crematori.

Lavoravano e soffrivano prima di essere avviati alla morte.

Al di là di quel famoso cancello dove campeggiava la scritta “Il lavoro rende liberi” c’era davvero l’inferno.

E noi oggi per ricordare quel triste evento celebriamo La giornata della memoria, per non dimenticare e per far si che tragedie simili non si ripetano mai più.

Apprendo con vivo compiacimento che anche la nobile città di Amantea a noi tanto cara vuole commemorare quel lontano giorno alla presenza delle autorità e dei cittadini per ricordare l’immane genocidio e le stragi di milioni di innocenti.

Altri crimini, altri genocidi ci sono stati in passato in Europa e nel mondo e ancora oggi troppi sono in corso sulla faccia della terra, ma quello che veramente è accaduto nei lager nazisti ha superato ogni forma di barbarie xenofoba razzista.

In quei famigerati campi si praticava finanche la tortura fisica e psicologica e si sperimentavano su quei corpi martoriati nuovi medicinali e metodi di chirurgia.

Almeno sei milioni di internati perirono nelle camere a gas; contingenti minori vennero eliminati mediante iniezioni di fenolo, fucilazione di massa o impiccagioni.

La Giornata della Memoria che noi celebriamo ogni anno è entrata in vigor soltanto nel 2000 con una Legge dello Stato. Il testo approvato dal Parlamento stabilisce che ogni anno le scuole e le università organizzino per il 27 gennaio manifestazioni volte a ricordare i campi di sterminio nazista e gli oltre sei milioni di ebrei che perirono in quei famigerati lager.

Ma queste celebrazioni servono per davvero?

A chi ha ancora dei dubbi rispondo con un “Sì”.

Servono a combattere il razzismo, la xenofobia, l’odio razziale.

Anche in Calabria, nelle scuole, nelle Università, a Ferramonti di Tarsia si celebra il Giorno della Memoria.

Per chi ancora non lo sapesse il regime fascista aveva fatto costruire anche in Calabria un campo di concentramento dopo l’approvazione e l’entrata in vigore delle famose Leggi razziali del 1938, un complesso e aberrante sistema per la difesa della razza ariana.

Certo, era un campo di concentramento diverso di quello di Aushwitz o della Risiera di San Sabba a Trieste. A Ferramonti non ci furono camere a gas e forni crematori.

Ma era pur sempre un campo di concentramento dove centinaia di ebrei erano costretti a vivere nella promiscuità in capannoni affollatissimi.

C’erano le cimici ed i pidocchi e moltissimi si ammalarono di malaria, perché negli anni 40 il campo era stato costruito su un terreno paludoso e infestato dalle zanzare.

C’erano nel campo, però, una biblioteca, una sala cinema e altri spazi ricettivi.

Riconoscere queste differenze non significa però che anche il male nella nostra amata Calabria non c’era. C’era, eccome! Solo che i prigionieri venivano trattati come esseri umani e non come bestie. E il Direttore del campo Paolo Salvatore pur facendo rispettare le ferree regole del campo ha cercato sempre di essere vicino agli internati.

E anche i cittadini di Tarsia hanno contribuito per quel poco che potevano fare di lenire le sofferenze e i disagi degli internati. Fra le testimonianze letterarie di Auschwitz, una delle più drammatiche, è costituita dalle memorie di Primo Levi “Se questo è un uomo” (1947).

Precisa l’autore nella prefazione.-

L’opera è stata scritta allo scopo non di formulare nuovi capi d’accusa ma, per fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano e soprattutto per soddisfare l’impulso e il disagio di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi -.

Levi nel suo libro parla di “un viaggio verso il nulla, viaggio all’ingiù, verso il fondo”.

Redazione TirrenoNews

Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.

 

LogoTirrenoNews

Sito web: www.trn-news.it

Ultimi da Redazione TirrenoNews

Articoli correlati (da tag)

© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy