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ansiaStress e ansia sono senza dubbio tra le patologie più comuni del nostro tempo, le quali con troppa facilità possono convertirsi anche in depressione o disturbi più gravi. Si tratta di problemi troppo spesso sottovalutati, i cui effetti possono essere anche del tutto invalidanti per chi ne subisce l’influsso.

La comunità scientifica è da tempo impegnata nello studio di queste patologie, concordando sull’attinenza di ansia e depressione con circuiti neurali come l’ippocampo. I rimedi finora concepiti mirano ad interagire proprio su quell’area del nostro sistema nervoso, con risultati buoni, ma che spesso causano effetti indesiderati di cui ancora non è particolarmente chiaro il quadro.

Infatti, se l’uso di antidepressivi è aumentato molto negli ultimi 20 anni, sono ancora tante le incognite rispetto a questi prodotti: solo gli effetti collaterali facilmente individuabili si conoscono, ma sono in molti ad ipotizzare effetti ancora non conosciuti.

L’aumento di interesse rispetto ai metodi naturali è legato anche a ciò, e soprattutto il Cannabidiolo, comunemente conosciuto con l’acronimo CBD, sta attirando un enorme interesse su di sé, motivo per cui oggi puoi trovare hashish legale, come anche cannabis, con una discreta semplicità, grazie ai molti e-commerce nati ultimamente.

Ma come funziona questa molecola e quanto davvero può dirsi efficace per contrastare stati d’ansia o altre patologie?

Olio CBD: caratteristiche e potenzialità

La comunità medica sta progressivamente orientando il proprio interesse verso questa molecola, che sembra poter avere discrete applicazioni per alleviare e contrastare sindromi depressive o legate ai disturbi d’ansia o di stress post traumatico.

La stessa OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha portato avanti degli studi, poi pubblicati su Forbes, per chiarire definitivamente le vere caratteristiche di questa interessante molecola, traendo delle conclusioni di sicuro interesse.

In primis, si ammettono le potenzialità in ambito terapeutico del CBD, poiché secondo i vari studi fatti risulterebbero palesi gli effetti antidepressivi e rilassanti di questa sostanza.

Cosa più importante è che nessuno dei soggetti su cui sono stati effettuati gli studi avrebbero presentato controindicazioni di rilievo, così come non si sono presentati casi di assuefazione o nascita di dipendenza riferita alla sostanza.

Il CBD, inoltre, non presenta effetti psicoattivi e dunque, differentemente dal THC, non ha nessun tipo di effetto stupefacente.

Le due molecole andrebbero fortemente distinte, poiché gli effetti che producono sono molto differenti, pur essendo estratti dalla stessa pianta.

Per questi motivi il CBD è stato eliminato dalla tabella delle sostanze stupefacenti, semplicemente perché non presenta nessuna caratteristica che lo possa accomunare a queste ultime.

Lo studio ha sicuramente sfatato molti miti legati al CBD, che la vulgata troppo spesso, in maniera ingenua, tende a considerare una sostanza stupefacente al pari del THC; tuttavia c’è ancora molto da fare in questo senso, poiché sono ancora tante le false credenze legate a questo argomento, anche perché va ravvisato come prodotti a bassa concentrazione di THC, pari o minori allo 0,2%, non producano alcun effetto di alterazione o psicotropo, contrariamente a ciò che moltissimi pensano.

Prodotti a base di CBD: soluzione naturale per il benessere quotidiano

In ogni caso, il mercato offre già diversi prodotti a base di CBD, anche molti efficaci e facilmente acquistabili sia in farmacia che attraverso i molti negozi online.

Il CBD è disponibile in varie forme, assumibili attraverso varie metodologie: è possibile ad esempio assumere per inalazione l’olio a base CBD, utilizzando anche le sigarette elettroniche, molto utili allo scopo.

Anche dosare qualche goccia sotto la lingua può produrre benefici per contrastare stati d’ansia più o meno gravi, nei paesi dove questa modalità di assunzione è permessa.

Inoltre, alcuni studi avrebbero dimostrato l’efficacia del prodotto anche per contrastare patologie più gravi, ma su questo fronte c’è ancora molta strada da fare e mancano degli studi che possano chiarire in maniera definitiva questo aspetto.

Sono provati e riscontrabili immediatamente i benefici a livello cosmetico: sono confermati, infatti, gli effetti in merito alla trattazione per problematiche quali eczemi, dermatiti o acne.

Le sue facoltà antinfiammatorie sono molto utili per alleviare tensioni muscolari o dolori provocati dallo stress fisico, senza provocare controindicazioni alcune.

I risultati più interessanti sono stati riscontrati in merito alla trattazione di problematiche come insonnia, ansia, e stress post traumatico, poiché la molecola contenuta in questi prodotti, interagisce efficacemente con i recettori 5-HT1A e CB1, responsabili, tra le altre cose, dell’aggressività e delle condizioni ansiose.

Come e dove acquistare prodotti a base di CBD

Date le potenzialità di questi prodotti, non sorprende l’incredibile interesse che il mercato sta riservando a questo settore.

Acquistare prodotti a base CBD oggi non è affatto complicato: tantissime farmacie sono già fornite a dovere, ma è il settore dell’e-commerce a risultare all’avanguardia per ciò che concerne la vendita di questo particolare tipo di merce.

Quando si acquistano prodotti a base CBD si deve comunque fare attenzione: è bene comprare solo da rivenditori specializzati come JustBob.it, che presentino le adeguate certificazioni di legalità e di qualità degli articoli venduti.

Non tutti possono, infatti, offrire prodotti di alta qualità, per cui è consigliabile fare molta attenzione quando si procede all’acquisto.

Pubblicato in Salute e Benessere

COSENZA 3 ottobre 2019 – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Montalto Uffugo durante una attività di controllo del territorio hanno rinvenuto in località “Demanio” nel comune di San Martino di Finita una piantagione di canapa.

Le 568 piante, “Big devil” auto fiorente, occultate nella vegetazione misuravano una altezza dai 90 ai 200 centimetri.

 

 

 

I militari, coadiuvati dalla Stazione Carabinieri di Lattarico, hanno individuato nel terreno, di proprietà comunale, un ingegnoso ed automatizzato impianto di irrigazione finalizzato all’innaffiamento dei virgulti mediante un sistema “a goccia”, costituito in prevalenza da una tubazione in pvc abusivamente allacciata ad una sorgente di acqua, estesa e distante circa mille e cinquecento metri dalla coltivazione.

Inoltre nei pressi dell’impianto è stata rinvenuta una cassetta di attrezzature composta da bicchieri in plastica e gocciolatori di ricambio.

Le piante, dopo un campionamento al fine di rilevare il principio attivo (thc), sono state estirpate e, come disposto dalla Procura della Repubblica di Cosenza, distrutte.

Il materiale utilizzato per l’impianto idrico è stato invece posto sotto sequestro.

Gli arbusti sono stati rinvenuti a Nardodipace. Sono stati estirpati e distrutti col fuoco. Gli stupefacenti avrebbero fruttato 100mila euro

Una piantagione di circa mille piante di canapa indica è stata scoperta ieri dai carabinieri della stazione di Nardodipace,

 

in provincia di Vibo Valentia, a Ragonà-Contrada Angricelli.

La piantagione è stata avvistata nei giorni scorsi durante una battuta con l’elicottero dell’8 Nucleo elicotteri di Vibo Valentia.

In un costone di montagna al di sotto del piccolo centro abitato della frazione Ragonà, non lontana dal letto di un fiume.

Le piante, circa un migliaio, avevano un’altezza compresa tra i 2 e i 4 metri, in perfetto stato di conservazione e particolarmente rigogliose.

Su disposizione dell’autorità giudiziaria, tutta le piante sono state estirpate e distrutte a mezzo fuoco, previo un campionamento utile per verificare il quantitativo di Thc.

In considerazione dell’altezza e del numero delle piante, la sostanza, immessa sul mercato illegale, avrebbe potuto fruttare un potenziale guadagno, al dettaglio, di circa 100mila euro.

Ndr :Per fortuna molti calabresi preferiscono la droga regionale: il peperoncino rosso ( vedi foto in basso)

Pubblicato in Calabria

Continuano uno dopo l’altro i rinvenimenti in Calabria di piantagioni di canapa indiana.

Tanti da lasciar supporre che la canapa indiana stia per diventare tra le maggiori produzioni calabresi dopo olio e vino e pari alla famosa cipolla dolce.

I carabinieri del gruppo di Gioia Tauro hanno rinvenuto, in circostanze diverse, oltre 3.200 piante di canapa indiana in terreni ubicati nei Comuni di Laureana di Borrello, Rosarno, Cosoleto e Cittanova ed arrestato due persone.

In particolare, i carabinieri della compagnia di Gioia Tauro, in un terreno agricolo ubicato al confine tra i Comuni di Laureana di Borrello e Rosarno, hanno rinvenuto una maxi piantagione di canapa indiana composta da oltre 3.000 piante, della varietà olandese nana, dell’altezza media di circa 1 metro, in pieno stato vegetativo, disposte su un terrazzamento di 23 filari.

La piantagione, di difficile accesso e ben occultata tra la vegetazione circostante, era alimentata da un complesso sistema di irrigazione.

Tutte le piante rinvenute sono state distrutte mentre i campioni prelevati sono stati sequestrati e saranno successivamente trasmessi al Ris di Messina per le analisi tossicologiche del caso. i Carabinieri della compagnia di Palmi, in area boschiva della località Serro Rungi di Cosoleto, hanno tratto in arresto un 51enne di Delianuova, per coltivazione di una piantagione di canapa indiana composta da circa 200 piante, dell’altezza media di circa 1,2 metri in pieno stato vegetativo ed un peso complessivo di 2.500 kg circa.

L’uomo, sorpreso mentre era intento a curare la coltivazione mediante attrezzi agricoli e un sistema per l’irrigazione, ha tentato la fuga gettandosi in una scarpata, dove è stato poi recuperato e soccorso dai carabinieri che hanno chiesto l’intervento di personale medico per le cure del caso.

La piantagione, nascosta tra la vegetazione e raggiungibile unicamente tramite un piccolo sentiero sterrato, era suddivisa in tre differenti piazzole per essere meno visibile, anche dall’alto, in caso di controlli delle forze dell’ordine. Le piantine sono state distrutte.

Pubblicato in Calabria

Taurianova. I carabinieri hanno scoperto come era stato reimpiegato un vecchio capannone industriale in disuso.

La struttura, infatti, era stata adibita a piantagione di marijuana.

 

A scoprire le piante sono stati i carabinieri della Compagnia di Taurianova, che hanno trovato all’interno del capannone oltre 1.000 piante di altezza variabile tra i cinquanta centimetri ed il metro e mezzo.

I militari hanno, quindi, arrestato il proprietario del capannone, Marcello Spirlì, di 46 anni, già agli arresti domiciliari sempre per reati di droga.

I militari hanno proceduto al controllo perché insospettiti dall’anomala illuminazione e dall’odore proveniente dal capannone.

A Spirlì sono stati anche sequestrati 7.500 euro in contanti ritenuti provento della sua attività illecita.

L’impianto di illuminazione e areazione del capannone era fraudolentemente alimentato con un collegamento abusivo alla rete elettrica.

Marcello Spirlì è stato posto agli arresti domiciliari. 

Pubblicato in Reggio Calabria

Un passaggio epocale, importante in questa fase forse più per il suo valore simbolico. Perché fino a qualche anno fa era impensabile immaginare che si sarebbe arrivati a coltivare, in Italia, cannabis per produrre farmaci.

stabilimento

Oggi, invece, coltivare i semi di canapa per finalità curative è del tutto legittimo; e rientra anzi in un programma che lo Stato italiano sta portando avanti da diverso tempo per consentire un più facile reperimento sul mercato nostrano dei farmaci cannabinoidi.
Si tratta di un programma sperimentale portato avanti da ministero della Salute e ministero della Difesa, in base al quale si è data l’opportunità di coltivare, solo presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM) di Firenze e sotto stretta sorveglianza dello Stato, alcune piantine di cannabis per produrre farmaci.
Le patologie per le quali l’utilizzo della cannabis è consentita sono diverse; si parla soprattutto di terapia del dolore associato a malattie gravi come sclerosi multipla, tumori, lesioni al midollo spinale, Hiv. I farmaci cannabinoidi sono inoltre prescritti anche come stimolanti per perdita dell’appetito, anoressia, cachessia o come cura del glaucoma.
Ad essere numerosi sono anche i pazienti che potrebbero beneficiare di cure con farmaci cannabinoidi e che oggi sono costretti ad attendere tempi lunghissimi per ottenere questi medicinali, importati dall’estero a cifre considerevoli. Costi che vanno a pesare sulle casse statali del SSN, e quindi a carico della collettività.
Ecco allora che avendo analizzato tutti questi fattori di criticità si è deciso di dar vita a questo progetto sperimentale che è giunto, adesso, nella sua fase cruciale.

 

Sta per arrivare il momento tanto atteso del raccolto: il primo di cannabis medica interamente prodotta in Italia.
Dalle talee curate nell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze stanno per vedere la luce i primi 10 chili di sostanza che verrà utilizzata per dar vita ai farmaci: entro fine anno si arriverà ad una quantità complessiva di 50 chili.

Un quantitativo che verrà smistato alle farmacie, sia quelle ospedaliere che quelle territoriali, che provvederanno poi a distribuire il farmaco ai pazienti che ne avranno necessità ad un prezzo finale di circa 10 euro al grammo.

Superata questa fase sperimentale, quando la produzione entrerà a pieno regime, si pensa di arrivare a produrre tra i 100 e i 200 chili all’anno di cannabis destinata a scopi curativi. Numeri non da poco, e che nel giro di alcuni anni potrebbero arrivare a rendere l’Italia assolutamente autonoma, evitando così di dover importare il farmaco dall’Olanda.

Pubblicato in Italia
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