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Abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e truffa aggravata i reati ipotizzati. Sotto accusa anche Pino Gentile, attuale vice presidente del Consiglio regionale

Indagini chiuse da parte del pm della Procura di Vibo Valentia, Benedetta Callea, per l’inchiesta sull’acquisto del palazzo dell’Aterp in via Machiavelli a Vibo. Vengono, a vario titolo, ipotizzati i reati di truffa aggravata, abuso d'ufficio in concorso, falsità ideologica e turbativa d'asta. L’avviso di conclusione indagini interessa in totale 16 indagati.

Si tratta di: Giuseppe Gentile, 73 anni, di Cosenza, ex assessore regionale, attuale consigliere regionale di Ncd e vice presidente del Consiglio regionale (in foto); dell’ex commissario dell’Aterp di Vibo Valentia, Antonino Daffinà, 56 anni, di Vibo; del proprietario dell’immobile Nazzareno Guastalegname, 67 anni, imprenditore di Stefanaconi; Giuseppe Maria Romano, 68 anni, di Tropea, ex direttore generale dell'Aterp e già sindaco di Tropea (il quarto in foto); Michele Montagnese, 72 anni, di Vibo Valentia, ex sindaco (il terzo in foto); Antonino Stagno, di San Calogero, imprenditore di 46 anni, socio di Guastalegname nell'acquisto del palazzo poi divenuto sede dell'Aterp; Emilio Minasi, 64 anni, di Cosenza; Luciano De Pascali, 59 anni, di Vibo; Giuseppe Raffele, 49 anni, di Serra San Bruno, ex direttore tecnico dell'Aterp, ex consigliere provinciale e candidato alla presidenza della Provincia di Vibo nel 2014 con Udc/Ncd (indagato per abuso d'ufficio e turbativa d'asta, il quinto in foto in foto); Domenico Pallaria, 58 anni, di Curinga, direttore generale della Regione Calabria (il secondo in foto); 

Antonio Capristo, 58 anni, di Rossano; Nicola Barbuto, 70 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell'Aterp); Serafino Fiamingo, 41 anni, di Zungri; Giuseppe Pepe, 71 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell'Aterp); Nicola Bosco, 76 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell'Aterp); Vito Caglioti, 76 anni, di Soriano Calabro (ex revisore dei conti dell'Aterp). 

L’inchiesta è stata avviata nel 2015 quando la Guardia di finanza - oltre alla documentazione relativa a 32 assunzioni con contratti a progetto - aveva acquisito tutta la documentazione relativa all’acquisto, per la somma di 2 milioni e 800mila euro, della sede in cui sono ubicati gli uffici dell'Aterp. L’edificio era stato acquistato dall’Aterp guidata da Antonino Daffinà (in quota Forza Italia) quando già si sarebbe avuta piena consapevolezza, ad avviso degli investigatori, che la legge regionale numero 24 del 2013 avrebbe di lì a poco soppresso l’Aterp di Vibo Valentia ed accorpato tutte le Aterp provinciali in un’unica azienda regionale. I soldi utilizzati per comprare la nuova sede dell’Aterp di Vibo provengono dal fondo ex Gescal (Gestione case per i lavoratori) che doveva invece servire a ben altri scopi. 

Le singole accuse. Nei confronti degli imprenditori Nazzareno Guastalegname di Stefanaconi ed Antonino Stagno di San Calogero, titolari dell’impresa “DGS srl” (ditta Guastalegname-Stagno), viene ipotizzata l’accusa di concorso in abuso d’ufficio in quanto “non limitandosi alla mera presentazione dell’istanza di partecipazione alla gara (offerta in locazione di immobile) ma agendo – secondo la Procura - in piena collusione con i pubblici ufficiali, avrebbero ottenuto l’ingiusto vantaggio concretizzatosi nella differenza tra il prezzo d’acquisto corrisposto dalla “D.G.S. srl” alla M.p.s. Leasing & Factoring, per tutta l’operazione di leasing, e quanto ottenuto dalla vendita da parte di D.G.S. srl all’Aterp, pari a 798.026,69 euro”.

Giuseppe Maria Romano risponde invece in qualità di direttore dell’Aterp sino al 4 novembre 2011. Secondo l’accusa, l’Aterp prima di ricorrere ad una ricerca di mercato per la scelta della sede avrebbe dovuto preventivamente procedere alla verifica della disponibilità di beni demaniali o patrimoniali della Regione. L'allora direttore dell’Aterp di Vibo avrebbe così – secondo l’accusa – disposto, tramite un avviso pubblico datato 22 settembre 2010, un’indagine di mercato finalizzata alla locazione/acquisto di un immobile da adibire a sede dell’azienda. Allo stesso Romano viene poi contestata l’emissione di una serie di delibere quale quella dell’aggiudicazione provvisoria della gara da parte della società D.G.S. srl, la delibera di approvazione della gara relativa alla locazione ed all’aggiudicazione definitiva in favore della D.G.S. srl. Si contesta a Giuseppe Romano anche di aver “acconsentito alle integrazioni dell’iniziale offerta di locazione (immobile di 466 metri quadri di superficie ad un canone annuo di 45.600,00 euro rispondente alle esigenze dell’ente) giungendo a locare l’intero immobile per una superficie di 828 metri quadri ed 80mila euro di canone annuo”.

Emilio Minasi, Giuseppe Raffele (in foto) e Luciano De Pacali rispondono invece di concorso in abuso d’ufficio in qualità di membri della commissione di gara. Avrebbero omesso, secondo la Procura, di effettuare i dovuti controlli in ordine alla veridicità di quanto dichiarato dalla D.G.S. srl nonché sull’effettivo possesso da parte della medesima società dei requisiti previsti dal bando di gara, non rilevando la mancanza in capo alla società della proprietà dell’immobile offerto in vendita.

Antonino Daffinà viene chiamato in causa quale commissario straordinario dell’Aterp dal novembre 2011 all’aprile 2015. Gli viene contestato di non essersi astenuto dalla procedura di acquisto dell’immobile sede dell’Aterp di via Macchiavelli dalle eredi Cannatelli, prendendo accordi con le proprietarie e concordando con loro il prezzo di acquisto. Vengono poi contestate le procedure dei contratti di locazione dell’immobile ed un certificato di agibilità del palazzo.

Giuseppe Gentile risponde invece quale ex assessore regionale ai Lavori pubblici in concorso con Domenico Pallaria, in qualità di dirigente generale del Dipartimento Lavori pubblici della Regione Calabria. Ad avviso del pm, i due avrebbero violato una serie di norme di legge sui fondi Gescal. In particolare, Pino Gentile – attuale vice presidente del Consiglio regionale della Calabria –  nel 2014 avrebbe proposto alla giunta regionale la modifica della possibilità di utilizzare i fondi Gescal per superare particolari criticità finanziarie nell’ambito di uno specifico “Piano di rientro” capace di giustificare l’utilizzazione transitoria di tali fondi. Sulla delibera in questione, ad avviso degli investigatori, Domenico Pallaria avrebbe dichiarato di aver compiuto l’istruttoria attestandone la regolarità amministrativa “così consentendo lo svincolo dei fondi Gescal destinati invece all’edilizia residenziale e, conseguentemente, il loro utilizzo per l’acquisto della sede dell’Aterp di Vibo. Il tutto – sostiene la Procura – grazie all’induzione in errore della giunta regionale che approvava e sottoscriveva la delibera in oggetto”.

Stessa contestazione viene rivolta ad Antonio Capristo, in qualità di dirigente del Dipartimento Lavori pubblici della Regione, mentre Nicola Bosco, Vito Caglioti, Nicola Barbuto vengono chiamati in causa quali membri del collegio dei revisori dei conti dell’Aterp di Vibo (Barbuto quale presidente, Caglioti e Bosco quali componenti effettivi), nominati per il periodo che va dal 25 marzo 2010 al 5 agosto 2013 con decreto del presidente della giunta regionale. Secondo l’accusa, i componenti del collegio dei revisori dei conti avrebbero omesso di esercitare i loro poteri di controllo su alcune delibere dell’Aterp aventi ad oggetto l’acquisto della sede. Stessa accusa – in relazione però ad altre delibere - anche per Giuseppe Pepe (presidente del collegio dei revisori dei conti) e Michele Montagnese ed ancora Vito Caglioti, nominati revisori dei conti dal 5 agosto 2013 al 5 febbraio 2015. In particolare, a tali ultimi tre indagati viene contestato di aver omesso di vigilare affinchè venissero posti in essere tutti gli adempimenti necessari per l’attuazione del programma di rientro consistente in programmi di investimento indirizzati all’incremento del patrimonio immobiliare utilizzando le economie derivanti dai risparmi annui quantificati in 142.000,00 euro.

Per Serafino Fiamingo, revisore unico dei conti dell’Aterp di Vibo dal 5 febbraio 2015 al 9 maggio 2016, l’accusa è quella di aver omesso di indicare nella relazione sul conto consuntivo dell’esercizio 2014 l’avvenuto acquisto della sede dell’Aterp e l’accensione tra i capitoli di bilancio del debito nei confronti della Regione.

L’aggiudicazione della gara bandita il 22 settembre 2010 dall’Aterp di Vibo per la sede dell’Azienda costa quindi l’accusa di turbata libertà degli incanti a Nazzareno Guastalegname, Antonino Stagno, Giuseppe Maria Romano, Tonino Daffinà, Emilio Minasi, Giuseppe Raffele e Luciano De Pascali.

Altre contestazioni inerenti l’accusa di falso vengono mosse a Domenico Pallaria, Antonino Daffinà, Nazzareno Guastalegname e Antonino Stagno, mentre la contestazione di truffa viene mossa a Giuseppe Gentile, Antonio Capristo, Domenico Pallaria, Antonino Daffinà, Nazzareno Guastalegname e Antonino Stagno.

Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo dalla notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari per chiedere al pubblico ministero di essere interrogati o per presentare, attraverso i rispettivi legali, eventuali memorie difensive.

Da Ilvibonese

Pubblicato in Vibo Valentia

mario occhiutoMario Occhiuto sarà giudicato per diffamazione aggravata.
La vicenda ha preso le mosse all’epoca delle consultazioni provinciali.
E tutto è nato da un post pubblicato su facebook.

 

L'attuale sindaco nonché presidente della provincia di Cosenza Mario Occhiuto scriveva.

«Gentile adotta i suoi soliti metodi».

Poi specificava «i consiglieri non possono essere trattati come pedine da spostare da una parte all'altra mortificando la propria dignità di persone e di amministratori.

 

Bisogna opporsi ai sistemi di pressione mafiosa ... se si vuole il bene della Calabria si deve avere il coraggio politico di rifiutare per le elezioni regionali i voti della mafia e di Gentile".

Il messaggio, ovviamente, non piacque per nulla a Pino Gentile che querelò l'allora aspirante sindaco

Il processo inizierà il prossimo 13 maggio

Si tratta di diffamazione aggravata per essere stata arrecata con mezzo di pubblicità

Secondo il legale di Pino Gentile avvocato Guido Siciliano il suo assistito è pronto a costituirsi parte civile.

Pubblicato in Calabria

Ecco la civiltà e la democrazia. 
Un tempo quando si scontravano i poteri contrapposti si finiva inevitabilmente in guerra.


Oggi quando si contrano i “poteri politici” si finisce in Tribunale

La storia è semplicissima e la colpa è di facebook

Si! Proprio quel Facebook al quale in tanti ( tanti mostrando anche la loro grassa ignoranza) affidano il proprio pensiero , senza né punti e né virgole, spesso con eccessiva istintività e magari sollecitati da altri facebookisti e molto spesso senza punto rifletterci ( a proposito ricordiamo agli infelici stupidi ignoranti e pressappochisti culturali, non solo il carattere pubblico di face book- che non è una “riserva di caccia” per nessuno- ma anche la su pericolosità)

Mario Occhiuto “su Facebook aveva sparato a zero contro i "rivali".

Che cosa ha scritto Occhiuto?

Eccovi. «I consiglieri non possono essere trattati come pedine da spostare da una parte all'altra mortificando la propria dignità di persone e di amministratori. Bisogna opporsi ai sistemi di pressione mafiosa perché è proprio il loro ripetuto utilizzo che ha relegato la Calabria all'ultimo posto in Europa».

E poi continuando: «Le adesioni a un progetto e poi il voto, devono essere libere e spontanee e non frutto di coercizioni, false promesse e millanterie. Questa è soprattutto una battaglia di libertà contro le angherie, e per far superare la paura che ogni volta aleggia nell'aria quando scendono in campo questi "signori". Ora, se si vuole il bene della Calabria, bisogna avere anche il coraggio politico di rifiutare per le elezioni regionali i voti della mafia e di Gentile. E sono sicuro che in questo modo i voti invece aumenteranno».

È solo l’ultima querelle verbale tra i Gentile ed Occhiuto( come non ricordare la vicenda di Katia Gentile?)

Ed allora l’assessore Pino Gentile ha deciso di querelare Mario Occhiuto per le dichiarazioni «altamente diffamatorie e calunniose» postate ieri su Facebook.

L'assessore regionale ha dato mandato al suo legale, Guido Siciliano, di passare alle vie di fatto contro un sindaco che – forse complice il clima esacerbato delle elezioni provinciali – si è lasciato andare a un unpolitically correct da Gentile ritenuto non tollerabile.

Probabilmente ad Occhiuto non è andata giù la candidatura alla presidenza della Provincia concorrente alla sua di Marcello Manna, sindaco di Rende appoggiato apertamente dai Gentile.

Ma le province non dovevano essere chiuse?

Ora la parola ai giudici

Pubblicato in Cosenza

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dal sindaco Tonnara all’Assessore ai Lavori Pubblici on. Giuseppe Gentile.

“La gravissima situazione di disagio che vivono le popolazioni e gli imprenditori di una delle aree più importanti del versante tirrenico cosentino e strategica, dal punto di vista della mobilità regionale, impone una risposta tempestiva e soprattutto definitiva.

Apprendiamo dalla stampa, in una intervista che Lei ha rilasciato lo scorso 30 marzo a “Il Quotidiano della Calabria”, che l’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici ha individuato una serie di “aree a rischio che necessitano di un intervento integrato per il completamento delle opere di difesa costiera e ricostruzione del litorale”, e che tra queste rientra il tratto che “dalla foce del fiume Savuto arriva a Paola” al quale è stata destinata la somma di quattro milioni di euro.

Nella medesima intervista, in riferimento alla situazione assai critica di Campora San Giovanni, si evidenzia che “i tempi di azione prevedono una serie di passaggi tecnico - burocratici obbligatori”, escludendo la possibilità di interventi immediati, e al contempo “si suggerisce al Comune di Amantea l’utilizzo delle risorse finanziarie (novecentomila euro, per un immediato progetto stralcio) che nel corso della precedente programmazione - approvata ai sensi della legge regionale 24/87 - era stata assegnata proprio per le finalità di protezione dei litorali”.

A tale proposito desideriamo evidenziare che non si tratta di un contributo, ma di un vero e proprio mutuo che l’Ente dovrebbe assumere e per il quale la Regione Calabria si impegnerebbe a pagare le rate.

Ma il Comune di Amantea non ha la possibilità di assumere nuovi mutui, subordinata al rispetto delle norme previste nel Tuel ed in particolare degli articoli 203 e 204.

Il mutuo, peraltro, verrebbe a gravare sul bilancio dell’Ente con la conseguenza del mancato rispetto del “patto di stabilità”.

E’ urgente, perciò, reperire nuove ed adeguate somme per porre immediato rimedio alla problematica attraverso un intervento organico e coordinato di difesa della costa, capace di innescare processi di ripascimento dell’arenile.

Cogliamo l’occasione per ringraziarLa per l’azione attenta e meritoria che da sempre svolge al servizio dei cittadini calabresi e dei territori, e Le auguriamo buon lavoro

Pubblicato in Basso Tirreno

Questa Amantea è sempre più strana. Forse. Intanto una stranezza è che le locandine dei quotidiani locali ( Calabria Ora, Il Quotidiano, La gazzetta del sud), talora nemmeno veritiere( visto che riportano sotto la voce Amantea fatti occorsi altrove) occhieggiano sulle vie principali del centro abitato, nel percorso del quadrilatero costituito da via Margherita (2), Via Vittorio Emanuele( 1), Via Baldacchini( 1) e Statale 18 (1), costituiscono l’indizio degli articoli principali che riguardano la città.

Ma talora, come occorso stamattina, esse sono integrate .

E’ il caso della locandina che segnala la presenza in Amantea del presidente della provincia di Cosenza Mario Oliverio che effettuerà un sopralluogo sulla Statale 18, in località Principessa, dove il mare sta riprendendo quello che un tempo era suo, in una logica perversa se volete, ma assolutamente naturale di do ut des.

Perversa perché l’uomo ha occupato i terreni formatisi per via del deposito di materiale inerte portato dai fiumi, nella arrogante supposizione che il ciclo fosse infinito, eterno. E così le cose più vicine al mare subiscono danni , anche gravi, per rimediare ai quali si sperperano risorse economiche che avrebbero potuto( e dovuto) essere usate per servizi e non per riparazione dei danni della incoscienza od imbecillità umana.

Non solo, ma la cosa forse peggiore è quella che in tanti vengono a mostrarsi, come su una passerella del teatro di un tempo in quella sorta di fiction che lascia vincente chi fa parare di sé non chi fa.

Ed allora un attento lettore del saggio che Carlo Freccero dedica alla genesi e allo sviluppo del medium, la dove scrive che “(…) nell’era del video si realizza la dittatura della maggioranza. La norma coincide con la media statistica. Si tratta di una democrazia, di un potere popolare filtrato attraverso il video, ma si tratta altresì di un potere che in nome della maggioranza rifiuta qualsiasi tipo di limitazione o controllo. Per la prima volta la verità e il potere vengono espressi in termini quantitativi anziché qualitativi”.si pone come un buon cristiano il dubbio di San Tommaso e scrive sulla locandina “2 Atto……E poi”.

Bella domanda. Ed allora gli ho chiesto:

Il primo atto era per il ponte sul Savuto poi finanziato dall’assessore regionale Pino Gentile?

La risposta in un sorriso.

Si ma il poi?

La risposta in una alzata di occhi verso il cielo nel contempo aprendo le mani come se dovesse recitare il Pater Nostro. E due parole “Toc, toc.”

Pubblicato in Politica

Amantea: Non finirò mai di stupirmi di fronte a quello che succede in Calabria

L’ultima è di questi giorni. Come era inevitabile il mare ad Amantea, o meglio a Campora san Giovanni, si è letteralmente mangiato più di 30 metri di spiaggia all’anno ed alla fine è arrivato alla Statale 18.

Tutti dicono che la colpa è del porto di Amantea che avrebbe impedito alla sabbia di “camminare” verso sud conservando la spiaggia. Ma tutti sappiamo che è una bufala, almeno parziale. Nessuno ricorda, infatti, che qualche anno fa il mare si stava mangiando il pezzo di SS18 prossimo alla frazione di Campora SG e che sono grazie al porto che ha indotto il ripascimento a nord questo non è successo ( ancora?)

Pochi( e noi tra questi) sono così sinceri da ricordare che il fenomeno è quantomeno datato, al punto che quando follemente si realizzò il “Lungomare di Campora SG” il mare se lo riprese dopo pochi mesi dalla sua realizzazione( peraltro incompleta)

Il fenomeno è quantomeno antico e nasce dal mancato apporto di materiale da parte dei fiumi( come ci sforziamo di richiamare a tutti) , di quel materiale rubato scioccamente da tutti ed assentito dagli organi di Stato o comunque tollerato, soprattutto dalle industrie ferroviarie, stradali ed edilizie( ed ovviamente portuali).

Ora siamo al paradosso di avere una unica strada che in più parti rischia di essere mangiata dal mare con la possibilità di restare isolati.

Adesso tutti sono( siamo) preoccupati. L’ultimo a farlo è nientemeno che il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca( il rappresentante cioè del sistema di imprese che di questo fatto sono responsabili in secondi) il quale ha scritto una lettera aperta all’Assessore alle Infrastrutture ed ai Lavori Pubblici della Giunta Regionale della Calabria Giuseppe Gentile.

Caro Assessore Gentile, desidero sottoporre alla Tua personale e sensibile attenzione la situazione drammatica che sta vivendo tutto il comprensorio della città di Amantea a causa del crollo della strada statale 18. Una eventualità colpevolmente sottovalutata, considerato che il rischio era purtroppo già noto da molto.

Non c’è tempo da perdere. Servono interventi urgenti e tempestivi perché è a rischio la stessa tenuta sociale di quel territorio già provato e fiaccato dalla crisi e che rischia, in caso di mancata risoluzione del problema, la disdetta di tutti i contratti con le agenzie di viaggio e i tour operator, senza tacere gli aspetti legati all’impatto ambientale e quelli connessi alle emergenze sanitarie. 

Ci viene segnalato che è stato predisposto un progetto di protezione approvato dalla relativa conferenza dei servizi il 29 maggio 2012 che, prevedendo la costruzione di barriere a mare e di ulteriori opere connesse, potrebbe utilmente affrontare e risolvere la questione in tempi rapidi ed in maniera definitiva. Si potrebbe ricostituire, così, la capacità attrattiva del territorio recuperando la competitività dell’offerta economica complessiva, restituendo la necessaria tranquillità alla popolazione residente azzerando i disagi a carico di tutti gli utenti.

Conoscendo la Tua notevole capacità operativa, sono certo che vorrai disporre tutto quanto in tuo potere per la più celere risoluzione del problema.

Nel restare a disposizione per quanto possa essere utile, mi è gradita l’occasione per confermarTi i sensi della mia stima uniti al saluto più cordiale.

Il Presidente Confindustria Cosenza Natale Mazzuca

Toc, toc! Dopo aver aperto per il ponte sul Savuto, su sollecitazione del predente della provincia di Cosenza, aprirà ancora Gentile?

E poi che fa l’Anas?

Pubblicato in Politica

Tanto tuonò che piovve! Dice il vecchio adagio. Altri dicono invece che si tratta del miracolo della politica. In sostanza la presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro annuncia di aver inserito l'opera nel piano triennale e che da parte della Regione è pronto il finanziamento.

E Minculpop non manca di utilizzare frasi roboanti e ridondanti nell’annuncio.

Si parla infatti di importante sinergia tra provincia ( un mero adempimento amministrativo- cioè niente-) ed il finanziamento della regione.

L’annuncio lo da l’assessore all’urbanistica Piero Aiello , ma i soldi li ha messi l’assessorato ai Lavori Pubblici.

Insomma eccolo: «Grazie ad una importante sinergia tra Provincia di Catanzaro e Regione, si potrà presto dare il via alla ricostruzione del ponte sul fiume Savuto, distrutto da un’alluvione nel dicembre del 2008».

Ne danno notizia il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro e l’assessore regionale all’Urbanistica Piero Aiello «che hanno partecipato ad una serie di incontri tenuti con il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, l'assessore ai Lavori Pubblici Pino Gentile ed il dirigente generale del Dipartimento Giovanni Laganà e hanno individuato il percorso per ottenere il finanziamento dell’opera tramite fondi Cipe».

«Per la sua ricostruzione – afferma il presidente Ferro – è stato già redatto il progetto preliminare, inserendolo tra gli interventi prioritari da realizzare nel programma delle opere pubbliche. L’opera era stata già inserita nella programmazione regionale dalla precedente giunta e dall’allora assessore Incarnato, ma senza copertura finanziaria, circostanza che ha causato il mancato avvio dell’intervento. Con il recupero delle risorse necessarie alla ricostruzione del viadotto, si risolverà una problematica che sta causando gravi disagi ai cittadini e alle attività economiche e produttive, soprattutto dopo che le recenti mareggiate hanno provocato danni alla statale 18, che rappresenta la via alternativa verso il litorale tirrenico cosentino, rendendo ancora più difficoltosi i collegamenti».

Insomma la paura dell’isolamento tra il nord e sud della Calabria ha fatto il miracolo. Tardivo quanto vuoi, ma comunque miracolo. Ora aspetteremo qualche altro anno per averlo, ovviamente!

Pubblicato in Catanzaro

Lo scontro Laratta-Gentile. Archiviata dal GIP Salvatore Carpino del Tribunale di Cosenza, la querela dell'assessore regionale Pino Gentile nei confronti del deputato on Franco Laratta.

Per il giudice 2le affermazioni hanno contenuto prevalentemente valutativo e si sviluppano nell'ambito di una polemica politica, pur aspra, ma di indubbia rilevanza sociale (la trasparenza della gestione di un bando di concorso per la realizzazione di edilizia sociale) senza trascendere mai in attacchi personali gratuiti, finalizzati all'unico scopo di aggredire la sfera morale del denunciante on Gentile “ !

Per i GIP si è trattato di pieno e legittimo diritto di critica.

Secondo l'on Laratta (assistito dall' avv. Gisberto Spadafora) l'intenzione era quella di verificare la regolarità degli atti amministrativi prodotti in seguito alle vive proteste delle imprese vincitrici del vecchio bando suscitate dall'annullamento operato dall'assessore Gentile.

Una Impresa esclusa aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica.

Numerosi erano stati i ricorsi al tribunale amministrativo della Calabria le cui sentenze favorevoli alle imprese ammesse alla prima graduatoria, sono state appellate dall'assessore Gentile al Consiglio di Stato.

Della vicenda si era occupato in una inchiesta il Corriere della Calabria.

L'on Laratta aveva presentato formale interrogazione parlamentare.

Per l'on Laratta: “Il mio ragionamento e le mia accuse avevano ed hanno un valore politico. Gentile avrebbe dovuto difendersi in sede politica, non già in un tribunale”

 

Pubblicato in Cosenza

Era la notte dell’11 dicembre 2008 quando crollava il vecchio ponte della SS18 che, unica, collegava il tirreno calabrese da nord a sud.

Un crollo dovuto certamente alla piena, ma anche al fatto che nessuno aveva fatto niente dal 2 marzo 2006 quando, sempre per una piena, un plinto di fondamenta aveva subito uno scalzamento.

Non si può, infatti, dimenticare l’assurdo impiego di inerti che hanno abbassato il letto aiutando il fiume a scalzare plinti e muri laterali

Da quel momento sono rimasti isolati, a nord, Campora SG ed, a sud, Nocera Terinese, i due comuni più vicini delle province confinanti di Cosenza e Catanzaro.

Ed a nulla finora è valsa la continua segnalazione che anche la variante della SS18, proprio tra Campora SG e Nocera Terinese, in caso di mareggiate, poteva restare inibita, se non interrotta, bloccando il traffico nord-sud del mezzogiorno d’Italia.

Certo la giunta di Loiero aveva inserito l’opera nella programmazione regionale, ma senza la necessaria copertura finanziaria. Eppure di opere pubbliche ne sono state finanziate .

Invero, al tempo dell’assessore Incarnato nel mese di febbraio 2009 il Dirigente Settore Manutenzione stradale lametino dott. ing. Eugenio Costanzo ed il Dirigente Responsabile A.P.Q. dott. Ing. Luigi Zinno (Regione Calabria) avevano predisposto un progetto che oltre alla ricostruzione del viadotto sul fiume Savuto prevedeva la costruzione di una nuova strada, complanare al fiume stesso, che partendo dallo svincolo autostradale di San Mango d'Aquino si innestava in corrispondenza del viadotto da ricostruire.

Un’opera importante che avrebbe permesso addirittura il collegamento del nord tirreno (Campora SG, Amantea, Belmonte Calabro, eccetera) con la A3 senza dover raggiungere lo svincolo di Falerna.

Un’opera del costo iniziale di 7,5 milioni di euro.

Ora le mareggiate stanno letteralmente mangiando la variante della SS 18 che è stata rivestita di costosi massi per evitare il peggio ed allora la politica si agita.

Da un lato Mario Oliverio, preparandosi a diventare il prossimo presidente della giunta regionale, si da, da fare e raccoglie le firme , secondo un vezzo che sollecita un popolo pecoreccio e dormiente che si sveglia solo al comando del padre padrone.

E si sveglia anche Vanda Ferro che chiama a raccolta le sue schiere e decide di andare a Canossa da Pino Gentile, assessore regionale ai LLPP, ma insieme all’assessore regionale all’Urbanistica Piero Aiello, al presidente del Consiglio provinciale Peppino Ruberto, ed ai rappresentanti del Lametino in giunta e consiglio: gli assessori Costanzo e Isabella e i consiglieri che da sempre hanno seguito la vicenda con particolare attenzione: Aragona, Benincasa, Rosato, Fazio e D’Assisi.

Ora la palla è in mano a Gentile che, normalmente, quando sollecitato risponde positivamente.

 

Pubblicato in Catanzaro
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